Dopo il governo Scholz, nein a Orcel anche dal neo cancelliere Merz, pronto a tutelare l’indipendenza di Commerzbank.
E la Germania dice ancora nein a UniCredit, stavolta per voce del cancelliere Friedrich Merz, spezzando di nuovo il sogno del CEO Andrea Orcel che, tramite la carta tedesca Commerzbank, vorrebbe dar vita a una banca paneuropea.
Assediato in patria dal governo Meloni, che da mesi continua a ostacolare l’OPS di Piazza Gae Aulenti su Banco BPM, Orcel è sotto attacco, e non da oggi, anche in Germania. Motivo: avere osato ipotizzare una fusione tra UniCredit e Commerzbank.
Scalata UniCredit su Commerzbank, Merz: ostile e inaccettabile
La scalata di UniCredit nel capitale di Commerzbank, lanciata nel settembre del 2024, e andata avanti in diverse fasi, è stata bollata dal cancelliere Merz “ non coordinata e ostile ” e, di conseguenza, “ inaccettabile ”.
Quello di Orcel è stato considerato insomma dal nuovo governo di Berlino - che ha praticamente ricalcato la stessa linea dell’esecutivo precedente di Olaf Scholz - un agguato, inconcepibile in quanto, secondo i desiderata dell’esecutivo, Commerzbank deve essere in primis una banca “indipendente”, in sintesi un gioiello di Stato made in Germany.
La logica del sovranismo finanziario trionfa anche in Germania, così come in Italia.
Imperativo per il governo Meloni e il governo Merz assicurare rispettivamente il DNA italiano e quello tedesco delle due prede di UniCredit, Banco BPM e Commerzbank, unite dal filo rosso delle ambizioni del Ronaldo dei banchieri Andrea Orcel, che con le sue manovre ha scatenato l’ira
di diversi cittadini, italiani e tedeschi.
La lettera del cancelliere Merz ai dipendenti di Commerzbank
Il no di Merz a UniCredit è arrivato oggi, martedì 10 giugno, attraverso una lettera che il cancelliere ha inviato al personale di Commerzbank, pubblicata su LinkedIn.
Con lo shopping di azioni Commerzbank, l’anno scorso UniCredit ha portato la partecipazione nel capitale di Commerzbank al 28% circa, ricevendo poi dalla BCE l’autorizzazione a salire ulteriormente, fino al 29,9%, a un passo dal livello del 30% che la costringerebbe a lanciare una offerta formale per il controllo della banca.
Nella lettera ai dipendenti di Commerzbank, che risale allo scorso 26 maggio, il cancelliere Merz ha motivato la necessità che la banca tedesca rimanga indipendente, scrivendo che “ questo è particolarmente vero, quando si tratta di una banca importante da un punto di vista sistemico”.
Un takeover da parte di UniCredit, ha aggiunto, avrebbe un effetto addirittura devastante per la Germania, con “un impatto significativo” che andrebbe a detrimento delle piccole e medie imprese tedesche, che contano da decenni sulla liquidità che arriva dai rubinetti di Commerz.
La missiva di Merz è stata blindata dal ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil che, nel corso di una conferenza stampa congiunta con la controparte svedese Elisabeth Svantesson, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, ha detto di essere “molto grato al cancelliere per essersi espresso” sul dossier UniCredit-Commerzbank.
“Riconosco che la dichiarazione del cancelliere di per sé rappresenta anche un segnale politico importante”, ha detto Klingbeil, che ha ricordato anche che, “tuttavia, siamo anche impegnati in discussioni politiche ” e aggiungendo che “nel momento in cui se ne conoscerà l’esito, diventeranno pubbliche”.
Azioni banche italiane giù, male soprattutto BPM, BPER, Pop Sondrio
In una seduta di Piazza Affari in cui domina il segno meno, con l’indice benchmark Ftse Mib che arretra di quasi mezzo punto percentuale, le azioni UniCredit, così come quelle delle altre principali banche italiane, sono sotto pressione.
Male anche il titolo Banco BPM che fa decisamente peggio, perdendo più del 2%.
Alla borsa di Francoforte, le azioni Commerzbank riportano anch’esse un trend negativo.
Particolarmente penalizzate sono oggi alla borsa di Milano soprattutto le azioni delle due banche spose promesse BPER e Banca Popolare di Sondrio, con la prima che continua a essere interessata da rumor che indicano la possibilità di un ipotetico blitz da parte, ancora, di UniCredit.
Puntano verso il basso oggi anche i titoli coinvolti nell’altra doppia partita: quella che vede Mediobanca preda di MPS-Monte dei Paschi e predatrice di Banca Generali, la controllata del colosso assicurativo Generali.
L’agenzia Reuters ricorda come diversi siano gli esponenti politici tedeschi che temono che la Germania finisca per perdere una delle sue poche banche commerciali, legando tra l’altro il suo futuro a quello di una banca - UniCredit - che, per quanto presenti bond che godono di un rating migliore di quello dei BTP, comunque è legata indissolubilmente al destino dell’Italia. Che potrà aver fatto anche progressi un tempo inimmaginabili nel restringere il livello dello spread BTP-Bund, ma che rimane comunque una economia altamente indebitata. La macchia PIIGS dell’Italia, per la Germania e in Germania, forse non è stata mai rimossa. Dunque, il matrimonio tra UniCredit e Commerzbank non s’ha da fare. Punto.
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