Cosa sono i Titoli di Stato: tipologie e rendimento

Isabella Ciuca

05/07/2022

18/08/2022 - 17:30

condividi

Quali sono le tipologie di Titoli di Stato italiani e quali sono le principali caratteristiche? Come si forma il loro rendimento?

Cosa sono i Titoli di Stato: tipologie e rendimento

Vediamo in questa breve guida cosa sono i Titoli di Stato italiani, quali sono le principali tipologie e come è possibile ottenere un rendimento investendo in questi strumenti.

Cosa sono i Titoli di Stato

I Titoli di Stato italiani sono emessi dalla Repubblica Italiana attraverso il ministero dell’Economia e delle Finanze; la Banca d’Italia si occupa invece dell’attività di collocamento. Esistono sette tipologie di titoli di Stato che possono essere acquistate sia da investitori privati che da istituzionali, con caratteristiche diverse in termini di durata dello strumento, eventuale indicizzazione e modalità di remunerazione degli interessi.

Queste diverse tipologie possono essere a loro volta classificate in tre macro-categorie: i Titoli di Stato zero coupon, i Titoli di Stato a tasso variabile e quelli a tasso fisso.

I Titoli di Stato vengono emessi per raccogliere il denaro necessario per finanziare le esigenze di indebitamento dello Stato, soddisfare il fabbisogno del Paese e far fronte alle attività istituzionali. Chi investe, di fatto, diventa un creditore dello Stato e avrà diritto a ricevere il rimborso del capitale investito a scadenza e una remunerazione attraverso gli interessi.

Tipologie di titoli di Stato

Come anticipato, esistono sette tipologie di titoli di Stato:

- Buoni Ordinari del Tesoro (Bot);
- Certificati del Tesoro Zero Coupon (Ctz);
- Certificati di Credito del Tesoro (Ccteu);
Buoni del Tesoro Poliennali (Btp);
Buoni del Tesoro Poliennali Green (Btp Green);
- Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione europea (Btp€i);
- Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione italiana (Btp Italia);
- Buoni del Tesoro Poliennali step-up riservati agli investitori retail (Btp Futura);
Buoni obbligazionari degli enti territoriali (Boc, Bop e Bor)

Per maggiore chiarezza, possiamo suddividere le tipologie precedenti in tre categorie.
- I titoli zero coupon (cioè senza cedola);
- i titoli a tasso variabile;
- i titoli a tasso fisso.

Tra i titoli zero coupon troviamo:
- I BOT (Buoni Ordinari del Tesoro): si tratta di titoli con breve scadenza (3, 6 e 12 mesi e comunque inferiore a un anno), emessi con un meccanismo di asta competitiva. Ogni anno il Mef pubblica il calendario per le emissioni dell’anno successivo. Di solito il collocamento è previsto a metà mese per i titoli con scadenze a 1 anno e a fine mese per i titoli con scadenza a 6 mesi; le emissioni a 3 mesi si collocano a metà mese nel caso in cui vi siano particolari esigenze di cassa da parte dello Stato, I titoli vengono negoziati sul mercato MOT al prezzo tel quel e i contratti sono regolati entro i due giorni successivi alla conclusione.
- i CTZ (Certificati del Tesoro Zero Coupon): si tratta di titoli con scadenza 24 mesi emessi ogni mese con un meccanismo di asta marginale insieme ai BOT con scadenza sei mesi. Sono negoziati sul mercato MOT al prezzo tel quel e i contratti sono regolati entro i tre giorni successivi alla conclusione.

Tra i titoli a tasso variabile troviamo:
- i CCT (Certificati di Credito del Tesoro): si tratta di titoli con scadenza pari a 7 anni, emessi tramite un meccanismo di asta marginale. I titoli offrono cedole semestrali di importo calcolato nel seguente modo: il rendimento annuale dei Buoni Ordinari del Tesoro a sei mesi registrato nell’asta precedente all’inizio del periodo di godimento della cedola viene moltiplicato per 0,5 e aumentato di 15 punti base. La remunerazione legata a questi titoli dipende anche dallo scarto d’emissione, dato dalla differenza tra il valore nominale ed il prezzo di emissione. I CCT sono negoziati sul mercato MOT al corso secco ed i contratti sono regolati entro i tre giorni successivi alla conclusione.

- i CCTeu (Certificati di Credito del Tesoro): si tratta di titoli con scadenza pari 7 anni e mai inferiore a cinque anni, emessi tramite un meccanismo di asta marginale. I titoli offrono cedole semestrali di importo pari al tasso Euribor 6 mesi maggiorato di uno spread e moltiplicato per la base di calcolo Actual/360. Il tasso Euribor è rilevato due giorni prima del godimento della cedola. Come per i CCT, la remunerazione legata a questi titoli dipende anche dallo scarto d’emissione. I CCTeu sono negoziati sul mercato MOT al corso secco e i contratti sono regolati entro i tre giorni successivi alla conclusione.


BTP€i (Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’Inflazione Europea): si tratta di titoli a medio-lungo termine con scadenze pari a 5, 10, 15 o 30 anni. I BTP€i sono emessi ogni mese in occasione dell’asta di fine mese e offrono delle cedole semestrali e una protezione rispetto all’aumento del livello dei prezzi in Europa. Infatti, sia il nominale rimborsato a scadenza che le cedole sono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione europea, misurato dall’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo nell’area dell’euro (IAPC) con esclusione del tabacco. I BTP€i sono negoziati sul mercato MOT al corso secco e i contratti sono regolati entro i tre giorni successivi alla conclusione.

BTP Italia: si tratta di titoli con scadenza pari a 4 anni che offrono protezione rispetto all’aumento del livello dei prezzi in Italia. Infatti, sia il capitale sia le cedole sono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione italiana, misurato ogni sei mesi dall’indice Istat dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI). I BTP Italia sono gli unici Titoli di Stato che possono essere distribuiti solo sul mercato MOT prima dell’emissione e del regolamento. A partire dalla data di emissione sono negoziati al corso secco e i contratti sono regolati entro i tre giorni successivi alla conclusione.

Tra i titoli a tasso fisso troviamo infine i Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), titoli a medio-lungo termine con scadenze pari a 3, 5, 10 o 15 anni, emessi tramite un meccanismo di asta marginale, che offrono cedole semestrali con un tasso fisso costante. I titoli con scadenza 3 anni sono emessi due volte al mese, i titoli con scadenze 5 e 10 anni sono emessi mensilmente in occasione dell’asta di metà mese e infine i titoli con scadenze pari a 15 e 30 anni sono emessi ogni tre mesi. I BTP sono negoziati sul mercato MOT al corso secco e i contratti sono regolati entro i tre giorni successivi alla conclusione.

Rendimento dei Titoli di Stato

L’investimento in questi strumenti è generalmente adatto a investitori con una bassa propensione al rischio poiché tali obbligazioni sono infatti garantite dallo Stato. Soprattutto per gli strumenti emessi da stati particolarmente virtuosi e con rating elevato, questo tipo di investimento è generalmente una soluzione alla quale gli investitori ricorrono in periodi di forte volatilità sul mercato (la cosiddetta fly to quality) per ridurre la rischiosità dei portafogli. Inoltre, i titoli con cedola consentono di ottenere una remunerazione periodica e costante. Tuttavia, come noto, a un basso profilo di rischio è associata anche una remunerazione minore.

Ricordiamo che i proventi derivanti dai Titoli di Stato godono di un’aliquota fiscale agevolata e pari al 12,5%. In generale e, dunque, anche per i Titoli di Stato, il «guadagno» totale che è possibile ottenere mediante l’investimento in obbligazioni è ascrivibile a due diverse fonti: il capital gain (il guadagno in conto capitale) e le cedole.

Il capital gain è la differenza positiva tra il prezzo di vendita o rimborso di un strumento e il suo prezzo di acquisto o sottoscrizione. Il capital gain rappresenta solo una parte del rendimento totale del rendimento di un’obbligazione poiché non tiene conto dei frutti periodici, che sono, appunto, le cedole.

Vediamo due esempi per spiegare come è possibile ottenere un capital gain dal nostro investimento in obbligazioni.

  • Se abbiamo acquistato il titolo sul mercato secondario con un prezzo diverso dal valore nominale, alla scadenza dello strumento avremo ottenuto un guadagno se la differenza tra il valore nominale e il prezzo di acquisto sarà positiva. È questo il caso in cui si genera una plusvalenza (valore nominale del titolo è maggiore del prezzo che è stato pagato al momento dell’acquisto). A livello fiscale, ricordiamo che l’aliquota dovuta sarà calcolata proprio sulla plusvalenza realizzata, sia in questo caso che nel secondo esempio descritto qui di seguito.
  • Se invece abbiamo deciso di vendere l’obbligazione prima della sua scadenza naturale, otterremo un guadagno se il prezzo di vendita sarà maggiore rispetto a quello di acquisto. Il nostro guadagno sarà quantificabile nella differenza tra il valore nominale e il prezzo di vendita sul mercato secondario.

    Le cedole rappresentano normalmente la gran parte del rendimento del titolo e consentono al detentore di un’obbligazione di ricevere un flusso di denaro periodico sul quale fare affidamento per gestire le proprie passività oppure per investire ancora.

Iscriviti a Money.it