Cosa sono i BOT, come funzionano e come investire

Claudia Cervi

24 Aprile 2025 - 11:14

Per definizione, i titoli di Stato sono considerati investimenti sicuri. Ma cosa significa investire in BOT? Scopriamo significato, funzionamento e rendimento.

Cosa sono i BOT, come funzionano e come investire

I Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) sono una delle soluzioni più semplici per investire i risparmi senza correre troppi rischi. Questi titoli governativi, emessi dallo Stato italiano, permettono di parcheggiare la liquidità per pochi mesi e ricevere indietro una somma garantita. E oggi, con un’inflazione attesa al 2,3% nel 2025, al 2,1% per il 2026 e 2027 e mercati pieni di incertezze, molti risparmiatori li stanno rivalutando.

Il loro funzionamento è semplice, ma capire davvero come e quando conviene usarli non è sempre scontato. Ma attenzione, se è vero che sono considerati una delle opzioni più sicure in circolazione, non per questo vanno scelti alla leggera.

In questa guida spieghiamo cosa sono esattamente i BOT, come funzionano, come si comprano, quali sono i loro vantaggi e quali i limiti da tenere a mente prima di investirci.

Cosa sono i BOT, i Buoni Ordinari del Tesoro

I Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) sono titoli obbligazionari emessi dallo Stato italiano per finanziare le esigenze del settore pubblico. Essendo titoli di debito, il loro funzionamento si basa sul principio di prestito: chi acquista un BOT presta denaro allo Stato in cambio di un rimborso garantito alla scadenza.

A differenza di altre obbligazioni, come i BTP, i BOT hanno una scadenza a breve termine, generalmente tra 3 e 12 mesi, e non pagano interessi periodici: sono titoli zero coupon. Il rendimento dei BOT è determinato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore nominale al momento del rimborso. Questa caratteristica li rende un’opzione interessante per gli investitori che cercano investimenti sicuri e altamente liquidi.

Il rischio associato ai BOT è generalmente inferiore rispetto a titoli con scadenze più lunghe, poiché l’investimento si conclude entro un breve arco temporale. Inoltre, essendo negoziati su mercati regolamentati, i BOT offrono una maggiore trasparenza e liquidità agli investitori. Con un importo minimo di sottoscrizione di 1.000 euro, i BOT rappresentano una scelta accessibile. Grazie alla loro natura di strumenti obbligazionari a breve termine, risultano particolarmente adatti per coloro che mirano a proteggere il proprio capitale e a ridurre l’esposizione ai rischi di mercato.

Caratteristiche dei BOT
Valore nominale minimo 1000 euro e multipli
Valuta Euro
Scadenza 3, 6, 12 mesi o qualsiasi altra durata entro l’anno
Periodicità aste Una volta al mese per i BOT semestrali e annuali; variabile, in base alle esigenze di gestione della liquidità, per i BOT trimestrali e flessibili
Meccanismo d’asta Asta competitiva sul rendimento
Remunerazione Scarto d’emissione
Modalità di rimborso Alla pari, in un’unica soluzione a scadenza

Come funzionano i BOT

I Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) sono titoli di Stato a breve termine. Sono chiamati anche “zero coupon” perché, a differenza di altri strumenti come i BTP, non pagano interessi periodici. Il guadagno per chi li acquista arriva tutto in una volta, alla scadenza.

Il rendimento dei BOT è determinato dallo scarto di emissione, calcolato come differenza tra il valore nominale del titolo (cioè quanto verrà rimborsato a scadenza) e il prezzo pagato dall’investitore per acquistarlo.

Vediamo come funziona, in pratica:

  • prezzo scontato all’acquisto: i BOT vengono emessi a un prezzo inferiore rispetto al loro valore nominale. Ciò significa che l’investitore paga meno di quanto indicato sul titolo. In genere, maggiore è la durata del titolo, più alto è il rendimento;
  • rimborso al valore nominale: alla scadenza, lo Stato restituisce il valore nominale del titolo.

Facciamo un esempio pratico:

Un investitore acquista un BOT con un valore nominale di 1.000 euro, ma lo paga 990 euro. Alla scadenza, riceve 1.000 euro, ottenendo un guadagno di 10 euro. Questo è il rendimento lordo derivante dallo scarto di emissione. Dopo aver applicato l’imposta sostitutiva e le commissioni, l’importo netto sarà leggermente inferiore.

Il rendimento lordo del BOT è soggetto all’imposta sostitutiva sui titoli di Stato, pari al 12,5%. Inoltre, per calcolare il rendimento netto bisogna prendere in considerazione anche commissioni e spese legate all’acquisto e alla gestione dei titoli.

Come investire in BOT?

Per investire in BOT non serve essere un esperto di finanza. Possono essere acquistati in due modi: partecipando alle aste periodiche organizzate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (mercato primario) oppure acquistandoli sul mercato secondario (MOT), dove sono disponibili i titoli già emessi ma ancora in corso.​

L’investimento minimo è di 1.000 euro e multipli di questa cifra. Basta avere un conto titoli presso una banca o un intermediario abilitato. In genere, il processo è facile e piuttosto intuitivo.

I BOT non promettono rendimenti elevati, ma hanno dalla loro parte tre qualità fondamentali: liquidità, chiarezza e stabilità. E in un momento storico in cui l’incertezza domina, non sono vantaggi da poco.

Mercato primario: asta competitiva

Per partecipare alle aste, i singoli risparmiatori devono affidarsi a banche o intermediari finanziari autorizzati. La prenotazione della quantità desiderata deve essere effettuata entro il giorno lavorativo precedente l’asta.

Tuttavia, l’acquisto tramite intermediario comporta l’applicazione di commissioni che aumentano in base alla durata residua del titolo. Queste commissioni sono definite dal “Decreto per la trasparenza nel collocamento dei Titoli di Stato” del 2015:

  • 0,03% per scadenze pari o inferiori a 80 giorni;
  • 0,05% per scadenze tra 81 e 140 giorni;
  • 0,10% per scadenze tra 141 e 270 giorni;
  • 0,15% per scadenze superiori a 270 giorni.

Il calendario completo delle aste BOT, di facile consultazione, è pubblicato sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze. Le aste dei BOT si tengono a metà mese per le scadenze a 12 mesi e a fine mese per quelle a 6 mesi. Per i BOT a 3 mesi si seguono, invece, le esigenze di cassa del Tesoro.

Mercato secondario: MOT

Per acquistare BOT già in circolazione bisogna andare sul MOT, il mercato secondario gestito da Borsa Italiana dove si scambiano i titoli di Stato. Per accedere a questo mercato, occoore un conto titoli attivo presso una banca, un intermediario finanziario o una piattaforma di trading online.

Una volta aperto il conto, si può operare direttamente tramite l’home banking (se abilitato) oppure affidarsi alla propria banca o all’ufficio postale.

L’operazione è piuttosto semplice, ma è importante fare attenzione ad alcuni dettagli prima di acquistare: la scadenza, il prezzo e il rendimento atteso. Questi elementi aiutano a capire se l’investimento è davvero in linea con le proprie esigenze e con la strategia finanziaria che si vuole seguire.

Dopo l’acquisto, i titoli vengono custoditi all’interno del conto titoli. Non pagano interessi durante il periodo di detenzione, ma a scadenza restituiscono il valore nominale, permettendo di guadagnare sulla differenza tra prezzo di acquisto e di rimborso.

Tassi, interessi e rischi dei BOT

Il rendimento dei BOT non arriva da cedole periodiche, ma dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore nominale a scadenza. È quello che si chiama “scarto di emissione”.

A influenzare questo rendimento ci sono diversi fattori economici: in primis le decisioni della Banca Centrale Europea sui tassi, ma anche l’andamento dell’inflazione e altri fattori macroeconomici.

Essendo titoli a breve termine, i BOT di solito pagano tassi inferiori rispetto a strumenti a lungo termine come i BTP. Però, in cambio, offrono una maggiore flessibilità e una minore esposizione ai rischi di mercato.

Dal punto di vista dei rischi, i BOT sono considerati un investimento sicuro grazie all’affidabilità dell’emittente, cioè lo Stato italiano. Tuttavia, il rischio di mercato esiste, soprattutto in periodi di instabilità economica o politica.

Poiché i BOT sono titoli “zero coupon”, il rischio di tasso di interesse è generalmente basso, dato che non ci sono cedole periodiche, e il rendimento è determinato al momento dell’acquisto.

Un aspetto da non sottovalutare è il rischio di liquidità. Anche se i BOT sono scambiati sul mercato secondario (MOT), non è detto che si riescano a vendere alle condizioni desiderate. Nel caso di vendita prima della scadenza, il prezzo potrebbe essere inferiore rispetto al valore nominale, soprattutto in momenti di bassa domanda o alta volatilità. Questo potrebbe determinare una potenziale perdita di valore.

È importante anche considerare le imposte e le commissioni associate ai BOT. L’imposta sostitutiva sui titoli di Stato è attualmente del 12,5%, e le commissioni per l’acquisto e la gestione dei BOT possono ridurre il rendimento netto.

Perché investire in BOT

Nel 2025, l’inflazione resta su livelli superiori a quelli auspicati dalla BCE e l’economia europea fatica a ritrovare slancio. In uno scenario così incerto, i Buoni Ordinari del Tesoro tornano ad avere un senso preciso: offrono una soluzione accessibile e relativamente sicura a chi cerca protezione per la propria liquidità nel breve periodo. Senza rendimenti elevati, ma con la solidità che in momenti come questi può fare davvero la differenza.

Non parliamo di strumenti capaci di generare grandi guadagni, ma di un’alternativa solida per mettere al riparo la liquidità, con la certezza di riaverla a scadenza e la possibilità di pianificare con maggiore tranquillità.

I BOT si rivelano utili non solo per gestire momenti di attesa o incertezza nei mercati, ma anche come parte integrante di un portafoglio ben strutturato. Offrono la flessibilità di poter rientrare in possesso del capitale in tempi relativamente brevi, magari per reinvestirlo quando si presenteranno occasioni più interessanti.

Per chi cerca una base stabile da cui partire, o semplicemente un posto sicuro dove tenere parcheggiata la liquidità senza sorprese, i BOT restano uno strumento da considerare con attenzione.

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