8 miliardi di euro di BOT per chi cerca un parcheggio remunerato della liquidità sul conto

Stefano Vozza

08/08/2025

Prima asta di bond sovrani martedì 12 e si parte con il titolo di Stato molto liquido sul MOT e dalla breve durata complessiva

8 miliardi di euro di BOT per chi cerca un parcheggio remunerato della liquidità sul conto

In linea con il calendario delle emissioni sovrane stilato da tempo, giovedì 7 è giunto il Comunicato MEF circa la prima asta della prossima settimana. Si tratta del Buono Ordinario del Tesoro (BOT) di durata annua che l’emittente offrirà in asta martedì 12, di cui ora presenteremo le caratteristiche. Anticipiamo solo che sono in arrivo 8 miliardi di euro di BOT per chi cerca un parcheggio remunerato della liquidità sul conto.

Le caratteristiche del BOT scadenza agosto 2026

Giovedì 14 arriveranno a scadenza, e quindi a rimborso finale, 7.675,867 milioni di € di BOT, per una normale operazione di avvicendamento di debito pubblico. Pertanto restano in piedi tanti elementi di fondo tra il BOT vecchio e il nuovo, tranne alcuni come l’importo offerto, l’ISIN di riconoscimento e, soprattutto, il rendimento.
Il codice ISIN è ancora da attribuire e lo svelerà l’emittente stesso in sede di lancio del titolo. La data emissione e di regolamento è quella di giovedì 14, con scadenza allo stesso giorno del 2026 per una durata di 365 giorni. L’importo offerto è di 8 mld di €, un flottante che potrebbe crescere nel corso di aste successive a seconda delle esigenze in casa MEF.
Quanto al calendario delle operazioni di sottoscrizione, lunedì 11 è il termine per le prenotazioni da parte del pubblico mentre il 12 si terrà l’asta vera a propria. Ad essa parteciperanno gli “Specialisti (e Aspiranti) in titoli di Stato”, le cui richieste sono espresse in termini di rendimento. Invece i BOT in offerta saranno assegnati all’asta con il sistema di collocamento dell’asta competitiva, appunto. Mercoledì 13 verrà poi collocata la tranche supplementare e il 14 saranno regolati tutti i titoli assegnati.

Il rendimento del nuovo BOT del Tesoro

Per scoprire quanto renderà il nuovo BOT annuale occorrerà attendere il prezzo di fine asta e quindi il relativo rendimento di aggiudicazione. Ad esempio quello in scadenza (ISIN IT0005610297) emesso il 9/08/’24 spuntò un ritorno lordo del 3,112% per via del prezzo di aggiudicazione a 96,941.
È plausibile attendersi simili ritorni anche sul nuovo BOT? No, sebbene nessuno ne abbia la certezza ma è il mercato che detta i ritorni e oggi su simili strumenti il payout è molto inferiore al 3,112%. A grandi linee siamo in area 2%, e per martedì 12 gli operatori non si aspettano grandi novità.
All’asta del BOT a 12 mesi dell’11 giugno 2025 il rendimento medio ponderato fu dell’1,983%, mentre a quella di luglio dell’1,961%, in leggero calo. Ormai i ritorni sul 12 mesi si sono dimezzati rispetto al quasi 4% dell’ottobre ’23, causa i tagli al costo del denaro della BCE e la robusta contrazione dello spread sul Bund tedesco.
Fuori dal perimetro dei bond MEF, ma sempre sul reddito fisso, i conti deposito più generosi rendono intorno al 3% o poco oltre, ma la ritenuta è al 26 e non al 12,50%. Tuttavia, spesso (ma non sempre) si tratta di offerte valide per i soli correntisti della banca emittente e non aperte liberamente a tutti i risparmiatori. Ne deriva quindi che la valutazione delle condizioni economiche dell’associato c/c sono il vero ago della bilancia in merito al da farsi: approfittare o no dei maggiori tassi?

8 miliardi di euro di BOT per chi cerca un parcheggio remunerato della liquidità sul conto

Se l’epoca d’oro dei rendimenti è andata via, allora il BOT può definirsi una soluzione d’investimento “demodè”? Assolutamente no, perché se i ritorni mutano nel tempo com’è giusto che sia le finalità di fondo del Buono del Tesoro restano bene o male le stesse. Ossia offrire un buon parcheggio remunerato della liquidità sul breve termine, specie quando il capitale da custodire è di grossa entità. Basta dare uno sguardo alle sezioni “Contratti” dei BOT quotati sul MOT e presenti sul sito di Borsa Italiana per avere contezza della realtà. Al netto dei contratti di poche migliaia o decine di migliaia di euro, poi il grosso degli scambi è nell’ordine delle centinaia.
Tutto ciò serve a rendere il prodotto alquanto liquido e scambiato sul mercato, con spread bid/ask assai contenuti. Morale, all’occorrenza lo si riesce a vendere agevolmente sul mercato secondario. Ecco perché lo si considera un’alternativa allo sterile (e oneroso) parcheggio della liquidità sul c/c, che è solitamente infruttifero.
Con il passare dei pochi mesi che lo separano dal rimborso i prezzi si muovono man mano verso il valore 100 finale (se emesso e/o acquistato sotto la parità). Infine ci sono altri due vantaggi di notevole spessore. Uno è il contenuto regime delle spese fiscali (ma sono presenti quelle bancarie) rispetto ad altri prodotti concorrenti. L’altro rimanda alla garanzia sovrana sul capitale investito, teoricamente illimitata e non fino a 100mila € come lo è nel caso dei c/c e dei conti deposito.

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