Nuova cedola staccata sul BTP Futura che da 1 anno ha aumentato il tasso di interesse

Stefano Vozza

15 Luglio 2025 - 13:25

Quando è maggiormente conveniente la struttura dei tassi di interesse sui BTP (e non solo) del tipo fissa e crescente?

Nuova cedola staccata sul BTP Futura che da 1 anno ha aumentato il tasso di interesse

Per una delle serie dei Futura, lunedì 14 luglio è giornata di incassi. Sul BTP con ISIN IT0005415291 il Tesoro stacca la cedola per la “magra” gioia dei sottoscrittori iniziali. Più avanti nel corso dell’articolo spiegheremo anche il perché di quel “magra”. Entriamo nel vivo, quindi, oggi nuova cedola staccata sul BTP Futura che da 1 anno ha aumentato il tasso di interesse.

La scheda tecnica del BTP Futura 2030

La serie in questione è la prima in assoluto di questo speciale bond retail pensato in piena stagione pandemica. L’obbligazione fu collocata sul mercato dal 6 al 10 luglio 2020 (6,132 mld di € raccolti), mentre ha data regolamento e godimento al 14 dello stesso mese. Poiché la periodicità delle cedole è semestrale s’intuisce subito che le date di stacco sono quelle del 14/07 e del 14/01 dal principio alla fine.

I due ISIN di riconoscimento, quello speciale in emissione e quello ordinario attuale, sono rispettivamente IT0005415283 e IT0005415291. Tra 5 anni esatti solo i titolari del primo codice incasseranno il premio fedeltà finale. Esso sarà pari al tasso medio di crescita annua del PIL italico così come registrato dall’ISTAT nei 10 anni di vita del prestito obbligazionario. In particolare, l’extra rendimento finale sarà racchiuso nel range min-max dell’1-3% del capitale nominale sottoscritto. La struttura cedolare del bond prevede invece il seguente payout:

  • 1,15% lordo dal 1° al 4° anno, step quadriennale ormai archiviato il 14 luglio 2024;
  • 1,30% dal 5° al 7°, lo step nel quale si trova ora il Futura ’30;
  • 1,45% in ciascuno dei tre anni finali, ossia ottavo, nono e decimo.

Quando conviene sottoscrivere obbligazioni a tassi fissi e crescenti?

Per rispondere al quesito facciamo una metafora ricorrendo a un piccolo esempio. Immaginiamo Alfa e Beta, rispettivamente venditore e acquirente di un bene avente un certo valore di mercato. Ora sarà Alfa a comunicare a Beta il prezzo di vendita (e a Beta accettare o no), un prezzo che Alfa reputerà soddisfacente per massimizzare il suo ritorno. Se così non fosse stato avrebbe fissato un altro valore, semplice.

Bene, vale la stessa filosofia di fondo anche per chi emette debiti obbligazionari.
L’emittente che sceglie la formula step-down punta soprattutto ad avvicinare i risparmiatori alla sottoscrizione del titolo ed evitare che la stessa vada deserta.

L’emittente che sceglie struttura step-up, invece, a tenere ancorato il risparmiatore fino a naturale scadenza del prestito. Vista con gli occhi del risparmiatore, quindi, la convenienza degli step-up è maggiore quando i tassi sono ai loro massimi di periodo e sono attesi in calo. In tal modo si assicurerà cedole ricche quando i tassi scenderanno.

La riprova la danno gli stessi BTP Futura contro i Valore, i primi nati con il costo del denaro a zero e i secondi con i tassi ai massimi di periodo. Bene, i primi pagano cedole basse e durano tanti anni, per cui sono convenuti tantissimo all’emittente. Per i secondi vale il contrario, per cui l’emittente ne ha accorciato di tanto la durata per non svenarsi a pagare molti interessi. Elementare.

Nuova cedola staccata sul BTP Futura che da 1 anno ha aumentato il tasso di interesse

Dunque, ecco spiegato quel “magra” gioia in principio di articolo per gli acquirenti della prima ora. Una ragione rimanda al flusso cedolare, modesto se si considera la durata dell’investimento ma assolutamente in linea con i tassi di periodo al tempo del lancio. Secondo, nel frattempo i corsi di mercato sono scivolati sotto cento e il rischio di rivedere la parità a scadenza o poco prima è alto. Oggi il titolo prezza sui 93,55 per un ritorno effettivo a scadenza del 2,78% (dati: Borsa Italiana).

Il titolo è risultato sicuramente conveniente all’emittente, decisamente no per l’investitore di luglio 2020. Se consideriamo l’inflazione di periodo da allora ad oggi, e in più stimiamo quella prossima a venire, ne viene fuori un ritorno reale negativo.

L’attuale prezzo potrebbe accendere l’interesse di chi cerca un investimento a medio termine in cui il grosso del ritorno è dato dal recupero di quota cento. Sarà un processo lento che probabilmente richiederà anni e non mesi. Se invece l’intento è quello di assicurarsi un flusso cedolare costante nel tempo, altri BTP si lascerebbero preferire al Futura ’30. Giusto per fare un esempio, il BTP Fx 2.95% Jul30 paga più del doppio ogni 6 mesi e al momento prezza sui 100,85 centesimi (effettivo lordo a scadenza del 2,78%).

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