Tassi Bce e Fed devono salire (ancora): perché l’OCSE lancia l’appello

Violetta Silvestri

17 Marzo 2023 - 15:06

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Secondo l’OCSE i tassi di interesse di Bce e Fed devono essere più alti ancora per frenare un’inflazione ancora in corsa e che minaccia l’economia globale.

Tassi Bce e Fed devono salire (ancora): perché l’OCSE lancia l’appello

I tassi di interesse Bce e Fed devono aumentare ancora di più: solo così l’economia globale eviterà il tracollo.

L’appello è dell’OCSE e si colloca in una posizione non troppo condivisa in questo complesso momento per la finanza mondiale. Mentre il comparto bancario è sotto pressione e i rischi di fallimenti e sfiducia si diffondono, la politica monetaria restrittiva delle banche centrali è sotto accusa.

Tuttavia, dall’organizzazione internazionale con sede a Parigi il messaggio è chiaro: alzare ancora i tassi è fondamentale per evitare un’impennata dell’inflazione che può ancora danneggiare le economie mondiali.

Tassi di interesse devono essere più alti: lo dice l’OCSE

La Federal Reserve e la Banca centrale europea devono proseguire con gli aumenti dei tassi di interesse e non essere fermate via dalla fragilità della ripresa economica globale e dalle vulnerabilità del sistema finanziario: l’OCSE è stata chiara nel suo ultimo messaggio.

In un aggiornamento delle sue previsioni economiche avvenuto dopo l’aumento delle tensioni questa settimana nel settore bancario, l’organizzazione internazionale con sede a Parigi ha migliorato le sue prospettive di crescita quest’anno dal 2,2% al 2,6%.

Questa “fragile ripresa” è derivata dal calo dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, dall’allentamento delle restrizioni del coronavirus da parte della Cina e dalla crescente fiducia delle imprese secondo l’organizzazione.

Álvaro Pereira, capo economista ad interim dell’OCSE, ha affermato che lo scenario più roseo significa che la politica monetaria “deve rimanere restrittiva fino a quando non ci saranno chiari segnali che le pressioni inflazionistiche sottostanti si ridurranno durevolmente.”

Nello specifico, le banche centrali non dovrebbero rispondere al caos degli ultimi giorni mostrando meno risolutezza nel contrastare le pressioni sui prezzi: “Ci troviamo ancora di fronte a una situazione in cui l’inflazione è la principale preoccupazione”, ha detto al Financial Times. “Se guardi a molte parti del mondo, l’inflazione è diventata più pervasiva”.

Tuttavia, l’OCSE ha anche sottolineato che le banche centrali dovrebbero prestare attenzione, poiché il pieno impatto dei tassi così elevati è difficile da valutare e potrebbe colpire l’economia più del previsto e rivelare rischi nei modelli di alcune istituzioni finanziarie.

I governi devono anche contribuire a combattere l’inflazione assicurando che le politiche fiscali per mitigare la crisi energetica siano focalizzate solo su chi ne ha bisogno. Per ora, invece, la parte della spesa pubblica dedicata a sostegni è stata troppo ampia, ha affermato l’organizzazione.

“Un migliore targeting e una tempestiva riduzione del sostegno complessivo aiuterebbero a garantire la sostenibilità fiscale, preservare gli incentivi per ridurre il consumo di energia e limitare ulteriori stimoli alla domanda in un momento di alta inflazione”, è stato il monito per le nazioni.

OCSE aggiorna le previsioni su Pil e inflazione

Nella sua ultima valutazione dell’economia mondiale, l’organizzazione con sede a Parigi ha in qualche modo dipinto un quadro più roseo delle sfide che i politici devono affrontare. Ha aumentato le sue previsioni di crescita globale per quest’anno al 2,6% dal 2,2% di novembre e ha previsto un’inflazione complessiva più debole in molti paesi.

Ha avvertito che il ritmo dell’espansione economica globale rimarrà al di sotto della tendenza nel 2023 e nel 2024, tuttavia, con rischi orientati al ribasso. Fondamentalmente, le pressioni sui prezzi sono più intense di quanto previsto in precedenza, spinte dall’aumento dei costi dei servizi, dagli alti profitti in alcuni settori e dai mercati del lavoro tesi.

Nello specifico delle stime, per la crescita globale si passa al 2,6% dal 2,2% per il 2023 e al 2,9% dal 2,7% per il 2024.

La previsione dell’inflazione primaria per il 2023 per il G20 è stata ridotta al 5,9% dal 6%, l’inflazione core per le economie avanzate del G20 è aumentata al 4% dal 3,8%.

Il Pil dell’area dell’euro nel 2023 è dello 0,8% rispetto allo 0,5% a novembre, le previsioni di inflazione core aumentano al 5,2% rispetto al 4,7%.

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