La peggior strategia di investimento oggi

C. G.

8 Settembre 2017 - 14:48

Qual è la peggiore tra le strategie di investimento oggi e per quale motivo? I consigli dell’esperto.

La peggior strategia di investimento oggi

Strategie di investimento? La peggiore è quella difensiva poiché essa potrebbe azzerare il proprio portafogli più velocemente del previsto.

Il monito arriva da Chris Wyllie, chief investment officer della Connor Broadley, il quale ha tentato di spiegare perché quella difensiva è da considerare la peggiore tra le strategie di investimento in questo preciso momento storico.

Mantenersi cauti, infatti, potrebbe esporre il proprio portafogli ai pericoli che si celano dietro l’inflazione, secondo quanto affermato dal manager.

Ma se proprio i tassi di interesse e l’inflazione sono esageratamente bassi sia negli Stati Uniti che in Europa, perché la peggiore tra le strategie di investimento sull’azionario risulta essere quella difensiva?

L’analisi

Le banche centrali di tutto il mondo, soprattutto Fed e BCE, subiscono costanti pressioni dagli investitori desiderosi di ricevere quante più informazioni possibili sull’andamento futuro della politica monetaria.

Si pensi soltanto al recente grido d’allarme di Jhon Cyran, Ceo di Deutsche Bank, il quale ha tentato di incoraggiare la BCE ad alzare il costo del denaro nella riunione di giovedì avvertendo circa probabili bolle sull’azionario, obbligazionario e immobiliare. I tassi di interesse bassi pesano sulle possibilità delle banche di portare a casa buoni profitti.

Le stesse banche centrali, però, sono conosciute proprio perché nel momento in cui comunicano le proprie strategie mantengono un atteggiamento decisamente vago con lo scopo di non esagitare o deprimere i mercati.

Il pericolo inflazione

Uno dei pericoli maggiori derivanti da strategie di investimento difensive riguarda l’inflazione.

“Nel momento in cui le persone scelgono di non investire possono trovarsi con portafogli svuotati a causa dell’inflazione”,

ha affermato Wyllie.

L’inflazione core degli USA è scesa all’1,4% nel mese di luglio su base mensile. Nell’Eurozona i prezzi al consumo sono cresciuti dell’1,5% ad agosto. Nonostante le differenze, in entrambi i casi l’inflazione ha mancato il target di Fed e BCE al 2% ma i pericoli sono sempre dietro l’angolo quando si parla dei prezzi al consumo ed è proprio questo aspetto a preoccupare maggiormente l’analista.

Nel ribadire come tra le strategie di investimento quella difensiva sia la peggiore oggi, il manager ha fatto luce sui settori più attraenti in questo momento negli USA poiché ancora in grado di offrire opportunità di valore: l’energetico e il bancario.

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