Stop pensione d’invalidità e assegno sociale: l’Inps spaventa i pensionati

Simone Micocci

13/09/2022

13/09/2022 - 12:07

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L’Inps annuncia l’imminente sospensione dei pagamenti per pensioni d’invalidità civile e assegno sociale nei confronti di circa 36 mila persone. Ecco come difendersi.

Stop pensione d’invalidità e assegno sociale: l’Inps spaventa i pensionati

L’Inps annuncia un imminente stop per i pagamenti delle pensioni d’invalidità e dell’assegno sociale. Nulla di allarmante: non si tratta infatti di uno stop forzato e imposto dall’attuale situazione di emergenza economica, quanto di un’operazione che l’Istituto mette in pratica ogni anno nei confronti di quei titolari di prestazioni assistenziali che omettono di comunicare il reddito percepito.

Ci sono delle prestazioni, come appunto le pensioni d’invalidità civile o l’assegno sociale, che spettano solamente a chi soddisfa determinati requisiti reddituali; a tal proposito, l’Inps ha necessità di avere sempre a disposizione i dati aggiornati.

Per chi non adempie alle richieste dell’Istituto, dimenticando od omettendo volontariamente di comunicare i dati riferiti al reddito, è prevista una sanzione molto severa: prima la sospensione dei pagamenti della prestazione percepita e in un secondo momento la revoca.

Ebbene, anche quest’anno è prossima la scadenza oltre cui l’Inps procederà con l’applicare la suddetta sanzione: come comunicato con il messaggio n. 3350 del 2022, infatti, tutti coloro che non hanno comunicato ancora i dati reddituali subiranno presto la sospensione e la revoca della misura.

Chi rischia di non ricevere più la pensione d’invalidità civile o l’assegno sociale

La campagna messa in moto dall’Inps riguarda tutti quei beneficiari di prestazioni assistenziali collegate al reddito, vedi la pensione d’invalidità civile o l’assegno sociale, che non hanno ancora comunicato i dati reddituali riferiti al 2018.

Nel dettaglio, la sanzione riguarderà coloro che per il periodo d’imposta 2018 non hanno provveduto a presentare la dichiarazione dei redditi, né tantomeno il modello Red all’Inps. Persone che sono già state avvisate dall’Inps con almeno un sollecito, nei confronti delle quali la pazienza dell’Istituto sembra essersi esaurita: o si provvederà al più presto comunicando all’Inps i dati richiesti oppure ci sarà la sospensione dei pagamenti e successivamente la revoca della prestazione percepita.

Considerando che ad essere coinvolti sono quei soggetti che percepiscono le prestazioni d’invalidità civile, come pure le pensioni riconosciute a ciechi civili e sordi, e anche assegno e pensione sociale, l’Istituto stima che a essere coinvolte sono circa 36.763 persone.

Come evitare lo stop di pensione d’invalidità civile e assegno sociale

Nei prossimi giorni l’Inps invierà ai soggetti interessati un ulteriore messaggio, comunicando il termine ultimo, e perentorio, entro cui assolvere ai suddetti obblighi.

Nel dettaglio, a seconda della prestazione percepita le scadenze sono le seguenti:

  • i titolari di prestazione d’invalidità civile di età compresa tra i 18 e i 67 anni riceveranno dall’Inps un preavviso di sospensione a mezzo di raccomandata, con la quale verrà indicata l’ultima data utile per comunicare i redditi posseduti nel 2018 utilizzando lo strumento della ricostituzione reddituale. Nel dettaglio, tale comunicazione dovrà essere effettuata entro 60 giorni dalla notifica. Decorso tale periodo l’Inps provvederà alla sospensione dei pagamenti, mentre decorsi altri 120 giorni senza alcun riscontro ci sarà la revoca della prestazione;
  • la comunicazione verrà inviata anche ai titolari di assegno sociale o pensione sociale con meno di 80 anni alla data del 31 dicembre 2018. Le scadenze sono le stesse: quindi, o si procederà con la richiesta di ricostituzione reddituale entro 60 giorni oppure i pagamenti saranno sospesi e poi revocati.

E attenzione, perché come sanzione non c’è solamente lo stop dei pagamenti: per coloro che omettono di comunicare i redditi, infatti, l’Inps procede anche con il recupero delle prestazioni pagate e non dovute negli ultimi 5 anni, dal 2018 a oggi per l’appunto.

Come si presenta una ricostituzione reddituale

La ricostituzione reddituale è appunto una prestazione di ricalcolo dell’importo delle prestazioni previdenziali e socio assistenziali per le quali il pagamento è strettamente collegato al possesso di determinati requisiti reddituali.

Quindi, con tale strumento si vanno a comunicare all’Inps i dati reddituali aggiornati a un determinato anno, così che questo possa provvedere a un eventuale ricalcolo della prestazione.

Per prima cosa, dunque, per presentare una domanda di ricostituzione reddituale c’è bisogno di avere con sé i dati reddituali riferiti all’anno in oggetto, il 2018 in questo caso. Dopodiché, chi ha poca dimestichezza con gli applicativi informatici può rivolgersi direttamente a un patronato così da mettersi in regola. In alternativa c’è il numero verde Inps, oppure l’apposito servizio nell’area personale MyInps che tuttavia consigliamo di utilizzare solamente a coloro che hanno competenza della materia. Vista la scadenza imminente, infatti, è importante non commettere errori che potrebbero compromettere i pagamenti.

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