Novembre, stipendio più basso: colpa del secondo acconto Irpef

Anna Maria D’Andrea

6 Novembre 2018 - 16:55

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Stipendio più basso? La colpa è del secondo acconto Irpef 2018 di novembre, il mese delle tasse non solo per lavoratori dipendenti ma anche per i titolari di partita IVA.

Novembre, stipendio più basso: colpa del secondo acconto Irpef

Novembre mese di tasse: è entro la scadenza di giovedì 30 che i sostituti d’imposta dovranno effettuare la trattenuta sugli stipendi relativa al secondo acconto Irpef dovuto per il 2018.

I lavoratori dipendenti, statali e del settore privato si accorgeranno della trattenuta una volta ricevuto lo stipendio.

Come noto, infatti, in questi casi è direttamente il datore di lavoro, per conto dell’Agenzia delle Entrate, a trattenere sulla retribuzione l’importo dovuto a titolo di Irpef o cedolare secca sulla base dei risultati contabili emersi nel modello 730/4 e in eventuali dichiarazioni dei redditi integrative.

Il secondo acconto Irpef non può essere rateizzato e pertanto la somma dovuta è addebitata integralmente sullo stipendio (o sulla pensione) del mese. Soltanto in caso di incapienza (ovvero di imposte superiori alla retribuzione), l’importo residuo è differito al mese di dicembre, con l’applicazione di interessi pari allo 0,40%.

La stangata di novembre non riguarderà soltanto i lavoratori dipendenti ma anche (e soprattutto) i titolari di partita IVA che dovranno pagare Irpef, IVA mensile o trimestrale e contributi INPS.

Novembre, stipendio più basso: colpa del secondo acconto Irpef

Tra le scadenze fiscali del mese di novembre è l’Irpef, insieme alle altre imposte dovute in base alla dichiarazione dei redditi, ad avere il ruolo di protagonista.

Al 30 novembre i datori di lavoro dovranno aver effettuato le trattenute sullo stipendio o sulla pensione relative all’eventuale seconda rata di acconto dovuta in base ai dati indicati nel modello 730/2018.

Non solo: a gravare sullo stipendio di novembre, che potrebbe essere più basso del solito, è anche l’ultima rata in caso di rateizzazione del saldo e dell’eventuale primo acconto di Irpef e imposte collegate al reddito, nonché delle addizionali regionali e comunali.

In linea generale si ricorda che l’acconto delle imposte sui redditi dovuto per il 2018 segue le seguenti regole:

  • in caso di Irpef non superiore a 51,65 euro l’acconto non si paga;
  • in caso di Irpef compresa tra 51,65 e 257,52 euro l’acconto deve essere pagato in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2018;
  • in caso di Irpef superiore a 257,52 euro l’acconto dovrà essere pagato in due rate: 40% entro il 2 luglio - rateizzabile, 60% entro il 30 novembre (non rateizzabile).

La stangata di novembre non riguarderà soltanto i lavoratori dipendenti ma anche, e forse soprattutto, i titolari di partita IVA. A sottolineare l’ingorgo fiscale del mese è la Cgia di Mestre.

Novembre mese di tasse per dipendenti e partite IVA

Le scadenze fiscali di novembre 2018 coinvolgeranno, accanto a dipendenti e pensionati, anche e soprattutto i titolari di partite IVA.

Novembre è il mese delle tasse, soprattutto per le imprese che, come sottolinea la Cgia di Mestre, oltre a farsi carico dei versamenti Irpef, delle addizionali nonché dell’Ires e dell’Irap dovranno effettuare il versamento dell’IVA.

È proprio l’importa sui consumi quella più onerosa, che comporterà per l’erario un incasso pari a 15 miliardi di euro solo a novembre, mese in cui saranno chiamati alla cassa sia i contribuenti mensili che i trimestrali.

Una cifra che si unisce a quello che dovranno pagare collaboratori e lavoratori dipendenti per il tramite dei sostituti d’imposta: le ritenute costeranno ben 11,5 miliardi di euro e il rischio è che la busta paga e lo stipendio di novembre finiscano, per lo più, in tasse.

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