Stipendi, in arrivo aumenti di oltre 300 euro e arretrati tra gli 8 e i 15 mila: ecco per chi

Simone Micocci

27/03/2023

27/03/2023 - 14:14

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Rinnovo del contratto Pubblica amministrazione, in definizione l’accordo per l’area dirigenziale. Previsti maxi aumenti, compresi di arretrati.

Stipendi, in arrivo aumenti di oltre 300 euro e arretrati tra gli 8 e i 15 mila: ecco per chi

Mentre il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici per il triennio 2019-2021 è cosa fatta, per quanto riguarda l’area dirigenziale - che conta di 4 mila dirigenti e 2 mila professionisti - va ancora definito (così come per quanto riguarda i medici); ma nelle ultime ore sono stati fatti significativi passi in avanti, tant’è che iniziano a emergere i primi dettagli sulle cifre degli aumenti di stipendio che ne seguiranno, con tanto di maxi arretrati.

A tal proposito, in queste ore c’è stato un incontro preliminare tra il presidente dell’Aran - l’Agenzia che si occupa di rappresentare la Pubblica amministrazione nella fase di concertazione - Antonio Naddeo e i sindacati, durante il quale si è discusso della bozza di accordo presente sul tavolo. Al momento sembra esserci soddisfazione da ambo le parti e per questo motivo è stato fissato un nuovo incontro per dopo Pasqua così da provare a sottoscrivere l’accordo.

Quindi, mentre il ministro Zangrillo avverte della possibilità che per il prossimo rinnovo di contratto - per il triennio 2022-2024 - potrebbero non esserci sufficienti risorse da riconoscere un nuovo aumento consistente ai dipendenti pubblici, si cerca quindi di portare a termine l’ultima coda contrattuale provvedendo all’area dirigenziale.

Dirigenti Pubblica amministrazione, di quanto aumenta la busta paga

Ovviamente trattandosi d’incrementi percentuali, più si guadagna e più sarà elevato l’importo dell’aumento. Per lo stesso motivo è ovvio che per l’area dirigenziale l’incremento tabellare riconosciuto sarà maggiore rispetto a quanto già fatto per la generalità dei dipendenti pubblici.

Nel dettaglio, come riportato in anteprima dal Messaggero, per quanto riguarda i dirigenti di prima fascia dell’Enac - Ente nazionale per l’aviazione civile - l’aumento mensile lordo può arrivare fino a 390 euro. Più bassi - ma comunque considerevoli - gli incrementi in favore dei dirigenti dei ministeri, delle agenzie fiscali (quale l’Agenzia delle entrate) e dell’Inps, per i quali si va dai 340 euro per quelli di prima fascia ai 195 euro per la seconda.

Al netto degli aumenti mensili bisognerà anche definire gli arretrati. D’altronde si tratta di oltre quattro anni di aumenti non pagati, il che farà lievitare e non poco l’importo dell’assegno.

Arretrati, di che importi si tratta?

Partiamo dall’analizzare gli importi degli arretrati per i dirigenti della prima fascia, coloro che - ricoprendo le posizioni di vertice, con maggiori responsabilità - guadagnano anche di più. Per loro gli aumenti riguardano due differenti voci:

  • il tabellare, per il quale è previsto un aumento mensile di 100 euro per il 2019, 130 euro per il 2020 e 170 euro dal 2021;
  • la retribuzione di posizione, per la quale invece si va dai 95 euro per il 2019, alle 170 euro a partire dal 1° gennaio 2020.

Basta fare qualche rapido calcolo per rendersi conto che si tratta di veri e propri maxi assegni, in quanto si arriva fino a 15.500 euro (lordi).

Nel caso dei dirigenti di seconda fascia, che sono la maggior parte, gli arretrati invece prevedono 135 euro mensili lordi per quanto riguarda il tabellare e altri 60 euro per la retribuzione di posizione. Ne risulterà comunque un maxi assegno, ma molto più basso rispetto alla prima fascia dirigenziale (in quanto dovrebbe essere di circa 8.500 euro lordi).

Va detto che nel caso dei dirigenti di prima fascia gli importi degli arretrati potrebbero rappresentare un problema in quanto rischiano di far superare la soglia massima di retribuzione annua, pari a 240 mila euro. Vero che il governo Draghi, in previsione di quanto sarebbe potuto succedere in fase di rinnovo, con la legge di Bilancio 2021 ha stabilito che il tetto suddetto debba essere adeguato ogni anno così da poter contenere gli aumenti di stipendio, ma è anche vero che nel testo della manovra non viene fatta menzione agli arretrati. Si tratta quindi di un problema che dovrà essere assolutamente risolto prima della sottoscrizione dell’accordo. Nessun rischio di sforamento, invece, per coloro che sono nella seconda fascia.

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