Se investi oggi in questi Btp hai un rendimento totale fino al 12% (in 5 anni)

Stefano Vozza

24 Ottobre 2025 - 10:02

Investire a 5 anni scarsi su strumenti a garanzia sovrana, certezza del capitale a scadenza e tassi fissi e costanti o fissi e crescenti

Se investi oggi in questi Btp hai un rendimento totale fino al 12% (in 5 anni)

Consideriamo un timeframe di medio termine sui titoli MEF tipo l’estate del 2030, quindi un termine inferiore a quello del neo BTP Valore 2032. In tal modo ci si “auto assicura” della garanzia del prezzo finale a 100 su un intervallo temporale inferiore, riducendo il rischio mercato.

L’ipotetica scadenza a circa 57/58 mesi è tuttavia sufficiente per mettere a reddito un capitale e provare a guadagnare qualcosa. Al riguardo ecco 2 titoli di Stato a 5 anni tra cui 1 BTP Futura sotto cento e a tassi fissi e crescenti.

L’obbligazione a tassi fissi e costanti

La prima obbligazione che consideriamo è quella con matricola ISIN IT0005637399, un quinquennale emesso ai primi di marzo di quest’anno. Il rimborso finale è previsto per il 1° luglio 2030 e il titolo è nato alla vigilia dell’unico calo degli yield di del 2025, almeno ad oggi. Il tasso di interesse annuo è del 2,95% e una settimana dopo il debutto ha segnato il minimo ’25 a 98,30, mentre il massimo è stato a 101,86. Sempre in tema di oscillazioni dei prezzi, la duration modificata è del 4,27, modesta potremmo dire.

Ogni 6 mesi il titolare del bond incassa l’1,475% lordo del valore nominale del prestito sottoscritto, mentre l’effettivo attuale è inferiore. Al prezzo di chiusura di mercoledì 22 a 101,76 (credito d’imposta: 0,22), lo yield a scadenza è sceso al 2,56% (dati: Borsa Italiana). A grandi linee, quindi, il ritorno totale lordo da qui al rimborso finale si aggira sul 12%.

Il BTP Futura 2030 con cedole crescenti

A seguire ecco un altro bond targato MEF in scadenza 2 settimane dopo il bond di cui sopra. Si tratta del Futura 2030, il 1° della serie, un decennale emesso a inizio decennio e con data rimborso il 14/07/’30. Il titolo ha doppio ISIN trattandosi di un’emissione speciale come l’attuale BTP Valore ’32, ossia IT0005415283 in collocamento ed ordinario IT0005415291.

Su questi bond le cedole sono ancora semestrali e pagate ogni 14/07 e 14/01, mentre i tassi sono fissi e crescenti (step-up). Nello specifico, l’1,15% p.a. dal 1° al 4° anno, l’1,30% dal 5° al 7° e l’1,45% dall’8° al 10° anno. Il 1° step è già andato, mentre oggi si è a metà percorso del 2° con cedola periodale semestrale dello 0,65%. Poca cosa verrebbe da dire, e difatti il titolo ha chiuso la seduta di mercoledì a 93,92 centesimi, per un effettivo a scadenza del 2,79%. Invece ha superato il 3% effettivo a scadenza chi lo ha comprato a marzo scorso in area 90 (minimo annuo: 90,04).

Ai prezzi attuali, quindi, rende più di un punto percentuale lordo complessivo in più rispetto al bond precedente e a quasi parità di tempo e rischio sotteso. La duration modificata, infine, è del 4,45, superiore alla precedente per via della cedola più debole.

Flusso cedolare o plusvalenza finale?

L’alternativa tra i due bond passa per il dilemma cedola/plusvalenza finale a quasi parità di molti parametri in campo. Emittente, rischio e durata complessiva si sovrappongono, mentre varia il flusso dei payout da qui alla fine.

Chi punta alla cedola strizzerebbe l’occhio al 1° bond, magari da rivendere anzitempo quando i corsi sono ancora sopra e non prossimi a 100. In tal modo ne gioverebbe l’effettivo del proprio deal, ponendo però un problema di reinvestimento prima del quinquennio. Tuttavia, il mercato bene o male pullula sempre di occasioni, per cui in teoria una qualche opportunità futura d’investimento potrebbe capitare. Non male, infine, l’idea di portarlo a scadenza e avvantaggiarsi dell’associato credito d’imposta per via dei corsi attuali sopra la parità.

Il BTP Futura, invece, estrae molto del suo ritorno dal recupero delle quotazioni verso il valore di rimborso finale a 100. Anche qui potrebbe sorgere il dilemma se acquistarlo e rivenderlo a stretto giro per lucrare sui prezzi e, magari, porsi poi il problema del reinvestimento. In teoria sì, nei fatti il titolo non appare convincente per essere speso in quest’ottica aggressiva. La cedola è esigua e neanche il passaggio al 3° step cambierà la sostanza.

Un titolo, in definitiva, più spendibile in ottica di costituzione del capitale a scadenza o per chi ricerca un ritorno maggiore a parità di tempo. Molto meno, invece, per chi ricerca un flusso cedolare o per speculare sui prezzi.
Quanto agli scambi sul secondario, infine, è il Futura a vincere la sfida in termini di contratti e controvalori giornalieri e mensili conclusi.

DISCLAIMER
Le informazioni e le considerazioni contenute nel presente articolo non devono essere utilizzate come unico o principale supporto in base al quale assumere decisioni relative agli investimenti. Il lettore mantiene la piena libertà nelle proprie scelte d’investimento e la piena responsabilità nell’effettuazione delle stesse, poiché egli solo conosce la sua propensione al rischio e il suo orizzonte temporale. Le informazioni contenute nell’articolo sono fornite a mero scopo informativo e la loro divulgazione non costituisce e non è da considerarsi un’offerta o sollecitazione al pubblico risparmio.

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