Le previsioni degli analisti sulla riunione BCE in dirittura d’arrivo: cosa bisognerà aspettarsi dal meeting di oggi e quali novità su QE, forward guidance e tapering?
La riunione BCE e l’attesa conferenza stampa di Mario Draghi sono in dirittura d’arrivo: le previsioni degli analisti hanno iniziato a rincorrersi già da diverso tempo.
Nella giornata di oggi, giovedì 25 gennaio, il presidente e la sua squadra alzeranno nuovamente il velo sulla politica monetaria dell’Eurozona, ma nessuno in realtà si attende particolari sorprese dal primo meeting del 2017.
La riunione BCE di dicembre ha già fornito sufficienti indicazioni sul prossimo futuro di tassi di interesse e Quantitative Easing. Qualche novità sul fronte della forward guidance è stata invece annunciata dalle ultime minute dell’11 gennaio, che hanno sorpreso le previsioni del mercato anticipando un inaspettato cambiamento di linguaggio.
Al seguente link è disponibile il contenuto della riunione BCE di dicembre 2017
Le previsioni di ANZ sulla conferenza stampa
A formulare le prime previsioni sulla riunione BCE di oggi sono stati gli analisti di ANZ, secondo cui in sede di conferenza stampa Mario Draghi si mostrerà decisamente dovish e andrà come sempre a sottolineare l’impegno per la piena attuazione del QE.
Il presidente, però, potrebbe anche evidenziare qualche perplessità, o meglio qualche timore relativo alle oscillazioni del tasso di cambio EURUSD, attualmente in rialzo su quota 1,24.
“Coeure ha affermato che l’Eurozona è in fase di espansione, non più di recupero”,
hanno aggiunto da ANZ.
Le attese sulla forward guidance
Anche gli analisti di Bloomberg si sono affrettati a formulare le proprie indipendenti previsioni sulla prima riunione BCE del 2018. Le stime degli esperti, in questo caso, si sono concentrate su quella forward guidance in via di rinnovamento, come confermato dallo stesso istituto monetario.
Negli ultimi verbali, riferiti al meeting di dicembre, la Banca Centrale ha confermato la necessità di rivedere il proprio linguaggio, con l’obiettivo di adattarlo al miglioramento delle prospettive di crescita dell’Eurozona. Per Bloomberg, però, i primi cambiamenti inizieranno a manifestarsi soltanto nella riunione BCE di marzo.
“Non ci aspettiamo grandi annunci durante il meeting della prossima settimana,”
hanno affermato gli analisti di RBC parlando proprio di forward guidance.
Il Quantitative Easing
Per Carsten Brzeski, Chief Economist di ING, la riunione e la conferenza stampa di Draghi si faranno portatrici di un messaggio decisamente dovish: in particolar modo, il presidente continuerà a parlare di deboli pressioni inflazionistiche.
Tra gli elementi da monitorare con attenzione, però, ci saranno sicuramente le dichiarazioni relative alla fine del QE. Nella riunione di dicembre, Draghi e i suoi hanno confermato un’estensione del programma fino a settembre 2018, ma anche oltre se necessario, mantenendo aperta la porta ad una prosecuzione degli acquisti.
Ci si chiede se anche oggi la BCE confermerà l’assenza di una precisa data di fine del QE, anche se il mercato è ormai convinto che qualsiasi annuncio del genere non arriverà prima di giugno.
Più nel dettaglio, il 44% degli esperti intervistati da Bloomberg è certo che l’uscita dal QE sarà definitivamente annunciata il 14 giugno. Un altro 26,9% è convinto che ciò accadrà nel meeting del 26 luglio, mentre un ulteriore 15,4% crede che sarà la riunione BCE di settembre a fornire una data più precisa.
Solo il 3,8% degli intervistati ha parlato di dicembre e di aprile, mentre nessuno crede che l’annuncio arriverà nelle riunioni di gennaio, marzo e ottobre.
Tra le opinioni maggiormente condivise c’è quella per cui il Quantitative Easing proseguirà al ritmo di 30 miliardi al mese fino a settembre. A ottobre 2018 scenderà su quota €15 miliardi, mentre a novembre arriverà a €10, per concludere il mese di dicembre su quota €5 miliardi al mese. All’inizio del 2019 il QE ci avrà abbandonato, secondo le previsioni del mercato.
I tassi di interesse
Una volta simbolo delle riunioni di politica monetaria, i tassi di interesse sono diventati oggi un elemento marginale dei meeting della BCE e questo non per una loro improvvisa minore importanza.
È ormai chiaro che il costo del denaro non sarà rialzato nella riunione di oggi, ma probabilmente neanche nei prossimi mesi. Sono ormai tutti concordi nel ritenere che il primo rialzo dei tassi si potrà osservare soltanto nel 2019 - per la RBC non prima della seconda metà di quell’anno.
Ciò detto vale la pena di notare come le previsioni sulla riunione BCE di oggi si siano mostrate piuttosto concordi: Mario Draghi e i suoi non saranno probabilmente in grado di sorprendere il mercato.
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