Aumento di stipendio per i dipendenti pubblici, in partenza le trattative per il prossimo rinnovo di contratto (2025-2027). Ecco cosa sappiamo a riguardo.
Con la firma dell’accordo per i dipendenti della scuola si chiude la contrattazione per il rinnovo dei dipendenti pubblici per il triennio 2022-2024. Ma l’aspetto paradossale della vicenda è che in realtà il contratto appena rinnovato risulta già scaduto.
Presto, infatti, sindacati e Aran - l’Agenzia che rappresenta la Pubblica amministrazione nelle trattative per il rinnovo del contratto degli statali, si dovranno di nuovo sedere a un tavolo per discutere del triennio 2025-2027 per il quale le risorse sono già state stanziate in legge di Bilancio 2025.
A tal proposito, nei giorni scorsi il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha firmato l’Atto di indirizzo annunciando di fatto la data in cui iniziano le trattative per il rinnovo del contratto degli statali, dando una buona notizia a chi attende un nuovo aumento di stipendio.
Ecco quando iniziano le trattative per il rinnovo di contratto degli statali
Memore degli errori commessi in passato, quando per le trattative per il rinnovo 2022-2024 si è atteso troppo tempo tanto che in alcuni casi i lavoratori godranno dei relativi aumenti solamente nel 2026 (basti pensare ai dipendenti della Scuola, per i quali il rinnovo è arrivato solo nei giorni scorsi), il governo ha intenzione di accelerare nell’avvio della prossima contrattazione.
Ne ha dato conferma il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, il quale ha annunciato l’imminente avvio della prossima contrattazione, con l’obiettivo di arrivare al 2027 con tutti i comparti in regola e con gli aumenti previsti già in busta paga.
Un obiettivo ambizioso favorito dal fatto che tutte le risorse necessarie per procedere al rinnovo sono già state stanziate nella manovra dello scorso anno. Non ci sono impedimenti quindi, la volontà politica è chiara: arrivare il prima possibile a riconoscere un aumento di stipendio che andrebbe a compensare anche parte del potere d’acquisto andato perso nel triennio scorso, per il quale l’inflazione registrata è stata talmente elevata da non rendere sufficiente l’aumento riconosciuto.
Il calendario dei prossimi incontri
Nell’atto di indirizzo firmato dall’Aran si parla di circa 10 miliardi euro per i rinnovi di contratto. Come al solito si partirà dal comparto Centrale, quello che comprende i lavoratori impiegati nei ministeri e nelle agenzie statali come Inps e Agenzia delle Entrate, per i quali si dovrebbe partire già a dicembre 2025 con il primo incontro tra le parti.
Seguono poi a gennaio Sanità e comparti Difesa e Sicurezza, dopodiché Istruzione e ricerca come pure gli Enti Locali. Insomma, si andrà a seguire lo stesso calendario che ha portato agli aumenti per la precedente tornata contrattuale, con l’obiettivo comunque di arrivare per tutti a un accordo entro la fine del 2026.
Gli aumenti
All’interno del Contratto collettivo nazionale quadro per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale 2025-2027, ossia l’atto di indirizzo sottoscritto a fine ottobre, oltre a definire la sequenza per i rinnovi di contratto si parla anche di importi, per quanto si tratti solamente di anticipazioni.
Si parte dal comparto centrale dove la trattativa parte da 158 euro lordi e medi a regime, quindi a partire dal 2027. Nel dettaglio, la prima parte - che verrà riconosciuta sotto forma di arretrati - sarà pari a 52 euro al mese per tutto il 2025, con un aumento a 105 euro nel 2026 e appunto a 158 euro per il 2027. Un aumento del 5,3% che da solo basta per recuperare la svalutazione del triennio corrente, non quella ancora avanzata per lo scorso.
Più alti gli aumenti per il comparto Sanità dove l’aumento medio è di 184 euro, sempre a regime ovviamente. Per gli Enti locali, invece, l’aumento previsto, almeno per adesso, sarà di 150 euro, mentre nella scuola dipenderà molto dal profilo professionale: 104 euro per il personale Ata, 142 euro circa per gli insegnanti.
Molto comunque dipenderà da come sindacati e amministrazione sceglieranno di distribuire le risorse previste tra accessorio e tabellare, una percentuale che potrebbe incidere molto sull’aumento di stipendio.
Ricordiamo comunque che da ogni aumento bisognerà sottrarre quanto già i dipendenti pubblici stanno percependo in busta paga. Qui, infatti, si trova la voce riferita all’indennità di vacanza contrattuale, pari all’1% del lordo (anziché lo 0,5%) visto quanto deciso dalla manovra dell’anno scorso.
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