Riforma pensioni: la Legge Fornero non si può abolire. Danni per INPS, giovani e pensionati

Simone Micocci

16/04/2018

“La Legge Fornero non si può abolire”: il presidente dell’INPS - Tito Boeri - rovina i piani di Centrodestra e Movimento 5 Stelle.

Riforma pensioni: la Legge Fornero non si può abolire. Danni per INPS, giovani e pensionati

Da mesi si parla di abolizione della Legge Fornero in ottica di una nuova riforma delle pensioni.

Ipotesi che al momento appare molto lontana poiché i vari schieramenti politici sono distanti dal trovare un accordo per dare un Governo all’Italia.

Salvini - che continua a promettere la cancellazione della Fornero - deve fare i conti con l’ostilità del Movimento 5 Stelle nei confronti di un accordo con l’intero Centrodestra, visto il veto posto sulla figura di Silvio Berlusconi. Dall’altra lo stesso Movimento 5 Stelle - il quale invece sembra essere disposto solamente a revisionare la riforma Fornero introducendo dei coefficienti di usura - fatica a trovare un accordo con il Partito Democratico e per questo l’unico interlocutore possibile resta Salvini.

Anche in caso di un accordo, però, cancellare la Legge Fornero sarebbe molto difficile.

La conferma arriva dal Presidente dell’INPS - Tito Boeri - il quale è intervenuto a “In mezz’ora in più” di Rai Tre facendo chiarezza sulle conseguenze (negative) che comporterebbe l’abolizione della riforma del 2011 firmata Monti e Fornero.

Perché la Legge Fornero non va abolita

Secondo Tito Boeri - presidente dell’INPS - è assolutamente sconsigliato cancellare la Legge Fornero. Questa decisione determinerebbe una doppia iniquità penalizzando sia i pensionati che hanno già pagato il costo della riforma “accettando tagli importanti sulla loro pensione”, che i giovani.

Quest’ultimi pagherebbero le conseguenze del deficit dell’INPS che aumenterebbe notevolmente in caso di abolizione della Fornero.

Come dichiarato da Boeri, infatti, rivedere il sistema previdenziale italiano eliminando le norme introdotte nel 2011 costerebbe nell’immediato circa 11 miliardi di euro, per poi salire a 15 miliardi di euro negli anni successivi.

In questo modo il debito pensionistico raggiungerebbe quota 85 miliardi di euro, una cifra insostenibile per le casse dello Stato.

Boeri contrario ai programmi di Lega e M5S

Il Presidente dell’INPS si è poi scagliato contro l’ipotesi del Centrodestra di sostituire la Legge Fornero con un sistema a quote, ad esempio con l’estensione della Quota 41 per tutti o l’introduzione di una Quota 100, poiché in questo caso il debito pensionistico salirebbe a 105 miliardi di euro.

Allo stesso tempo Boeri ha parlato del reddito di cittadinanza promosso dal Movimento 5 Stelle in campagna elettorale; il presidente dell’INPS a tal proposito ha dichiarato che volendo essere “ottimisti” attuare questo nuovo strumento costerà 35 miliardi di euro allo Stato, 38 miliardi volendo essere “più realisti”.

Ecco perché sarebbe “sbagliato introdurre un nuovo strumento” - come il reddito di cittadinanza - che oltre ad essere oneroso potrebbe essere anche rischioso perché di “possibile disincentivo per gli occupati”.

D’altronde uno strumento simile al reddito di cittadinanza già c’è e tanto vale aumentarne le risorse a disposizione; stiamo parlando del reddito di inclusione - il REI 2018 - che come ricordato da Boeri oggi viene riconosciuto a circa 2 milioni e 500mila persone.

Il problema è che in Italia i poveri assoluti sono circa 4 milioni e 700 mila, ecco perché sarebbe il caso di incrementare le risorse a disposizione per permettere a tutte le persone che si trovano in condizione di povertà di ricevere questo importante contributo.

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