Reddito di cittadinanza, in 45.000 hanno fatto domanda: cosa succede se non bastano i fondi?

Simone Micocci

7 Marzo 2019 - 11:12

Il reddito di cittadinanza è partito a rilento: solamente il 3,3% dei potenziali beneficiari ha fatto domanda. Si allontana il rischio della riduzione dell’importo previsto dalla clausola di salvaguardia.

Reddito di cittadinanza, in 45.000 hanno fatto domanda: cosa succede se non bastano i fondi?

Reddito di cittadinanza: nel primo giorno hanno fatto domanda per il sussidio 44.145 persone. Un numero più basso rispetto alle aspettative, visto che secondo le stime del Governo il reddito di cittadinanza verrà riconosciuto ad un totale di 1,3 milioni di famiglie.

Nel primo giorno, quindi, ha fatto domanda il 3,3% dei potenziali beneficiari: il reddito di cittadinanza è partito a rilento, ma c’è da dire che in molti potrebbero non aver presentato la domanda perché ancora indietro con l’aggiornamento dell’ISEE (adempimento necessario ai fini della richiesta del RdC), mentre altri potrebbero aver deciso di aspettare qualche giorno per evitare lunghe file (annunciate, ma nei fatti non verificate) agli sportelli dei CAF e degli uffici postali.

Per capire se il reddito di cittadinanza avrà successo o meno, quindi, bisognerà attendere i prossimi giorni così da vedere quanti effettivamente presenteranno domanda per il beneficio.

Non per forza però il fatto che a richiedere il reddito di cittadinanza sia un numero inferiore di persone rispetto a quello dei potenziali beneficiari può rappresentare una cattiva notizia: in tal caso, infatti, verrebbe scongiurato un rischio di riduzione dell’importo del reddito di cittadinanza, ipotesi presente all’interno della stessa Legge di Bilancio e indicata anche nel modulo per la domanda del RdC/PdC (SR180).

Reddito di cittadinanza: le risorse stanziate

Prima di capire bene il perché di quest’ultima affermazione, è importante fare un passo indietro e vedere quante risorse sono state stanziate dalla Legge di Bilancio 2019 per l’introduzione del reddito e della pensione di cittadinanza.

Nel dettaglio, per il 2019 ci sono 5,4 miliardi a disposizione per l’erogazione del reddito di cittadinanza che - come vi abbiamo anticipato - sarà riconosciuto a partire dal mese di maggio.

A questi si aggiungono poi altri 274 milioni per il riconoscimento del REI fino ad aprile, 600 milioni di euro per il rafforzamento dei centri per l’impiego, 200 milioni per l’assunzione di navigator (per la quale è appena stato pubblicato il bando), 50 milioni per le assunzioni dell’Inps e 20 milioni per quelle nei CAF. In totale ci sono 6,7 miliardi, più altri 8 miliardi per il 2020 (quando il RdC sarà accreditato per 12 mensilità) e 8,3 miliardi per il 2021.

Queste risorse ogni anno saranno trasferite all’Inps, con Poste Italiane che potrà prendere il necessario per accreditare le somme riconosciute a titolo di integrazione del reddito familiare sulla carta RdC.

Secondo le stime del Governo queste risorse sono sufficienti per garantire il RdC a tutti i potenziali beneficiari, per un totale di 1,3 milioni di nuclei familiari; qualora i conti fossero sbagliati e il reddito di cittadinanza dovesse costare di più di quanto preventivato, però, si è pensato ad un meccanismo per salvaguardare i conti.

Reddito di cittadinanza: la clausola di salvaguardia

Nel Quadro G del modulo SR180 per la domanda del RdC/PdC - precisamente al quarto punto dell’ultimo riquadro - si legge che:

“In caso di esaurimento delle risorse disponibili per l’anno di riferimento, con Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, è ristabilita la compatibilità finanziaria mediante la rimodulazione dell’ammontare del beneficio”.

In poche parole, qualora ci si renda conto che le risorse a disposizione non fossero sufficienti ci sarebbe una modifica delle regole per il calcolo del reddito di cittadinanza, con le somme che verrebbero ridotte così da rientrare nei parametri previsti.

È importante precisare, però, che in tal caso la rimodulazione riguarderebbe solamente coloro che hanno fatto domanda per il reddito di cittadinanza dopo l’esaurimento delle risorse.

Ecco perché il fatto che le domande presentate nel primo giorno siano meno di quelle attese potrebbe rappresentare una buona notizia dal momento che allontana il rischio della riduzione del contributo prevista dalla clausola di salvaguardia; per averne la certezza, come detto in precedenza, dovremo attendere i prossimi giorni, ma quanto successo nella giornata di ieri è già un primo segnale.

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