Reato tributario, come funziona lo schema di atto per evitare il processo penale

Nadia Pascale

30 Ottobre 2025 - 12:23

Lo schema di atto trasmesso prima dell’avviso di accertamento, riduce il contenzioso tributario, ma soprattutto aiuta a evitare il processo penale in caso di reati tributari penalmente rilevanti.

 Reato tributario, come funziona lo schema di atto per evitare il processo penale

In caso di contestazione di un reato tributario, cioè evasione o elusione fiscale, si può evitare il processo penale aderendo allo schema di atto.

Tra le novità più importanti introdotte dalla Riforma fiscale c’è lo schema di atto, questo atto informale può essere molto importante per evitare segnalazioni alla Procura.

Lo schema di atto precede temporalmente l’avviso di accertamento, è un approccio amichevole del Fisco che invia una bozza del provvedimento fiscale che intende adottare, instaura in questo modo un contraddittorio con il contribuente che può evitare gli effetti più pesanti dell’avviso di accertamento.

Come sappiamo, in alcuni casi le omissioni fiscali, ad esempio omessa presentazione della dichiarazione, oppure omesso versamento delle imposte, dichiarazioni fraudolente possono portare anche conseguenze penali, vediamo quindi gli effetti dello schema di atto sul penale e il trucco per evitare di coinvolgere la Procura.

Ecco come funziona lo schema di atto e come può aiutare a evitare il processo penale o semplicemente la segnalazione alla Procura.

Lo schema di atto con indicazione della segnalazione alla Procura

L’articolo 6-bis dello Statuto del contribuente stabilisce che “tutti gli atti autonomamente impugnabili dinanzi agli organi della giurisdizione tributaria sono preceduti, a pena di annullabilità, da un contraddittorio informato ed effettivo ai sensi del presente articolo.”
Lo schema di atto, attualmente disciplinato dall’articolo 6-bis della Legge 212 del 2000 deve contenere tutti gli elementi utili al contribuente per individuare l’oggetto dello schema di atto e quindi poter fornire chiarimenti. Deve contenere:

  • i motivi della pretesa fiscale;
  • indicazione delle violazioni rilevate, con indicazione anche degli articoli di legge;
  • il termine entro cui possono essere presentate deduzioni;
  • indicazione delle conseguenze in caso di inerzia.

Lo schema di atto è precedente all’avviso di accertamento, mira proprio a ridurre il ricorso all’avviso e di conseguenza non può portare a una segnalazione alla Procura anche se dallo schema di atto rilevano profili penalistici. In questo caso lo schema di atto riporta la dicitura “ in caso di emissione dell’avviso di accertamento sarà interessata, con separata trattazione, la competente Autorità Giudiziaria ”.
Si evince da tale dicitura che la segnalazione non è stata effettuata e che la stessa è condizionata dall’emissione dell’avviso di accertamento che però può essere evitato.

Evasione fiscale: come evitare il processo penale dopo lo schema di atto

A questo punto è tutto nelle mani del contribuente che può trasmettere all’Agenzia delle Entrate delle osservazioni nel termine previsto, generalmente 60 giorni. In alternativa può provvedere a sanare la situazione con il ravvedimento operoso o con l’accertamento con adesione.

In questi ultimi due casi occorre però fare delle precisazioni.
Nel caso in cui la contestazione contenuta nello schema di atto abbia a oggetto i reati di omesso versamento di imposte, il contribuente può limitare i danni attraverso:

Il ravvedimento operoso in base alla normativa può essere effettuato anche dopo lo schema di atto e consente di ridurre sanzioni e interessi in seguito a un adempimento spontaneo anche se lo stesso adempimento è fuori dai tempi ordinari richiesti.

L’accertamento con adesione è un “accordo” tra contribuente e ufficio che può essere raggiunto sia prima dell’emissione di un avviso di accertamento, che dopo, sempre che il contribuente non presenti ricorso davanti al giudice tributario.
Ad esempio in seguito a controlli in sede da parte dell’Agenzia delle Entrate o della Guardia di Finanza il contribuente può proporre accertamento con adesione, prima dell’avviso di accertamento.

La procedura riguarda tutte le più importanti imposte dirette e indirette e può essere attivata tanto dal contribuente quanto dall’ufficio dell’Agenzia delle Entrate nella cui circoscrizione territoriale il contribuente ha il domicilio fiscale.

Limiti all’accertamento con adesione per evitare il processo penale

Occorre però prestare attenzione perché l’accertamento con adesione è una strada percorribile anche prima dell’avviso di accertamento per i reati di omesso versamento (articolo 13 comma 1 del d.lgs 74 del 2000), ma non risulta strada esperibile in caso di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi oppure fraudolenta dichiarazione dei redditi.

In questo caso quindi se il contribuente riceve uno schema di atto con l’indicazione di una probabile segnalazione alla Procura, ha l’unica strada percorribile del ravvedimento operoso, oltre all’instaurazione di un contraddittorio con l’Ufficio procedente e in caso di conferma dello schema di atto il versamento integrale delle somme.

L’ostacolo è nell’articolo 13, comma 2, del decreto legislativo 74 del 2000 che prevede la non punibilità dei reati dichiarativi “se i debiti tributari, comprese sanzioni e interessi, sono stati estinti mediante integrale pagamento degli importi dovuti, a seguito del ravvedimento operoso o della presentazione della dichiarazione omessa entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo, sempreché il ravvedimento o la presentazione siano intervenuti prima che l’autore del reato abbia avuto formale conoscenza di accessi, ispezioni, verifiche o dell’inizio di qualunque attività di accertamento amministrativo o di procedimenti penali.”

Non fa quindi menzione dell’accertamento con adesione. In questo caso, sotto profilo fiscale si può procedere all’accertamento con adesione, ma questo non produce effetti ai fini penali.

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