Viene descritto come il nuovo paradiso fiscale per le imprese italiane, tra pratiche fumose e opportunità.
La storia delle imprese italiane che rincorrono i paradisi fiscali, non sempre lecitamente, sta letteralmente rimbalzando da una parte all’altra del mondo. Il servizio di Farwest sulle fittizie filiali bulgare delle aziende italiane ha rapidamente acceso l’interesse dei media anche in Bulgaria e adesso la questione ha i fari puntati da varie parti del mondo.
Sono proprio le testate locali bulgare a farci notare che, pur con una netta maggioranza di italiani, ci sono anche molte altre imprese straniere ad adottare lo stesso sistema. Non che questo legittimi l’azione, anche perché l’inchiesta vede delinearsi pesanti sospetti, dall’esterovestizione all’evasione fiscale. Il punto, però, è che la generosità fiscale della Bulgaria sta attirando sempre maggiori investimenti stranieri, a beneficio del Paese e degli imprenditori stessi.
Certo, a rimetterci non deve essere l’Italia, ma a tal fine è sufficiente agire nel rispetto della legge. Nulla vieta a un italiano di aprire un’impresa all’estero ed essere assoggettato alla relativa disciplina fiscale, ma ci devono essere i presupposti affinché ciò sia possibile.
Il trasferimento della sede all’estero non deve essere uno stratagemma per non pagare le tasse in Italia, dovendo invece corrispondere nei fatti (e non solo formalmente) alla sede di direzione effettiva dell’attività.
In altre parole, non basta iscrivere l’impresa presso un Registro straniero, ma serve anche che in quel Paese siano concentrate le decisioni strategiche e maggiori, le riunioni del CdA, la presenza dei dirigenti, ma anche la gestione operativa quotidiana.
Sono questi elementi che secondo la giurisprudenza determinano la vera “residenza fiscale” di un’azienda e che permettono quindi di avere un’impresa all’estero regolare con cui lavorare sfruttando l’eventuale tassazione agevolata.
La Bulgaria è il nuovo paradiso fiscale delle imprese
Non sono poche le imprese straniere (per lo più italiane, ma non solo) che scelgono la Bulgaria per trasferire la propria sede. Qualcuno opera un trasferimento legittimo, mentre altri lo simulano soltanto per eludere il Fisco ed evadere le tasse, ma tutti restano colpiti dalla politica fiscale del Paese.
Di fatto, la Bulgaria adotta disposizioni particolarmente generose per chi si stabilizza nella nazione, con agevolazioni fiscali considerevoli tanto per le persone fisiche quanto per le imprese. Le aliquote relativamente basse, il proficuo accesso ai mercati europei, la velocità burocratica e il ridotto costo della vita sono condizioni a cui è difficile rinunciare.
Non sarà certo un caso se centinaia e centinaia di imprenditori continuano a scegliere la Bulgaria per le proprie attività. A tal proposito, è curioso sapere che c’è addirittura un edificio a Blagoevgrad, in periferia per la precisione, che ospita centinaia di nuove imprese.
Blagoevgrad, peraltro, è una destinazione davvero molto amata anche fra i turisti che hanno la fortuna di conoscerla, pochi, non trattandosi di un nome noto al grande pubblico.
Per chi arriva da Paesi come l’Italia l’imposizione fiscale bulgara è una vera e propria manna dal cielo, ma dall’ottimizzazione fiscale agli espedienti per l’evasione il passo è lungo (e sarebbe bene non compierlo). Ciò che viene particolarmente apprezzato da alcuni imprenditori, nel dettaglio, è che la Bulgaria non partecipa in modo veramente efficace al controllo dei reati e degli illeciti fiscali.
Oltretutto, spesso le autorità bulgare non hanno nemmeno motivo per cui indagare maggiormente sulla questione, soprattutto perché ricevono un maggiore gettito fiscale. Spetta quindi all’Italia e agli altri Paesi eventualmente coinvolti ad approfondire, in quanto direttamente colpite.
In ogni caso, si possono mettere da parte gli illeciti o presunti tali, ricordando che effettivamente ci sono luoghi più propizi all’avvio o allo spostamento di un’attività imprenditoriale, soprattutto se si ha avuto modo di guadagnare il capitale di partenza altrove.
Mettere da parte i soldi guadagnati lecitamente e dichiarati, ça va sans dire, per poi aprire un’impresa in un Paese dalla politica fiscale più morbida, come la Bulgaria, non è affatto illegale. Anche da queste vicende, quindi, si possono trarre spunti utili.
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