Quali sono i lavoratori che hanno diritto alla quindicesima in busta paga? Ecco una guida utile a comprendere come funziona e quando viene pagata dalle aziende.
Tutti i lavoratori dipendenti hanno diritto alla tredicesima mensilità, mentre solo alcuni alla quattordicesima in arrivo tra giugno e luglio. E la quindicesima? Per rispondere bisogna intanto fare chiarezza su qual è la differenza tra questi tre emolumenti aggiuntivi della retribuzione.
La tredicesima spetta a tutti in quanto è regolata dalla legge, mentre il riconoscimento della quattordicesima è rimandato alla contrattazione collettiva di primo livello. Solo in quei Ccnl che la prevedono, quindi, i datori di lavoro sono obbligati a pagarla.
Ancora diverso il caso di quella che comunemente viene chiamata “quindicesima”, per quanto in realtà molte volte faccia riferimento a degli strumenti differenti come possono essere i premi di produttività. Va detto infatti che non ci sono Ccnl che prevedono espressamente il pagamento della quindicesima mensilità, in quanto la regolamentazione della stessa avviene in genere con la contrattazione di secondo livello. È l’azienda stessa quindi a decidere se integrare un’ulteriore mensilità oltre alla tredicesima e - quando riconosciuta - quattordicesima al fine di rendere maggiormente attrattiva l’offerta d’impiego.
Non c’è, quindi, alcuna regola che obbliga le aziende a pagare la quindicesima se non lo vogliono, per quanto comunque in questi anni ci siano stati diversi strumenti che possiamo considerare dei veri e propri incentivi. Ad esempio l’agevolazione fiscale che riduce le imposte sui premi di produzione, come pure la nuova legge che riconosce ai lavoratori la possibilità di partecipazione agli utili dell’azienda.
E non è un caso, infatti, che sempre più aziende - specialmente le più grandi - siano disposte a riconoscere bonus ai propri lavoratori.
Cos’è la contrattazione di secondo livello e perché è importante per la quindicesima
La contrattazione di secondo livello è lo strumento con cui le aziende possono integrare e personalizzare quanto previsto dai contratti collettivi nazionali andando a negoziare direttamente con le rappresentanze sindacali aziendali o territoriali ulteriori condizioni di lavoro, come pure maggiorazioni della retribuzione e benefit.
A differenza della contrattazione nazionale, che stabilisce le regole di base valide per tutto il settore, quella di secondo livello consente di adattare le intese al contesto specifico dell’impresa, premiando ad esempio chi raggiunge determinati obiettivi produttivi oppure chi contribuisce all’efficienza e alla crescita aziendale.
È proprio in questo contesto che può essere disciplinata la cosiddetta “quindicesima”, ovvero un premio economico aggiuntivo, corrisposto generalmente a fine anno o in occasione di particolari traguardi.
Non si tratta, come detto, di una vera mensilità aggiuntiva prevista dalla legge o dai contratti nazionali, ma di un bonus generalmente legato a risultati misurabili: un riconoscimento volontario che può diventare parte integrante del pacchetto retributivo, con l’obiettivo di incentivare il personale a fare meglio.
La quindicesima come premio di risultato o partecipazione agli utili aziendali
Come visto sopra, quella che viene comunemente chiamata “quindicesima” mensilità si realizza spesso sotto forma di riconoscimento di un premio di risultato o, novità introdotta nel 2025, come partecipazione agli utili aziendali.
Nel dettaglio, il premio di risultato è l’importo legato a parametri oggettivi come produttività, redditività, efficienza, qualità o innovazione. Se questi obiettivi vengono raggiunti, il lavoratore riceve una somma aggiuntiva in busta paga, che beneficia di un’agevolazione fiscale introdotta dalla legge di Bilancio 2024 e confermata anche per il triennio 2025-2027.
In particolare, i premi fino a 3.000 euro lordi sono tassati con un’imposta sostitutiva al 5% anziché con le normali aliquote Irpef. Inoltre, se i lavoratori sono coinvolti pariteticamente nella gestione dell’impresa (modello partecipativo), il limite sale a 4.000 euro, ma solo se il contratto aziendale è stato stipulato entro il 24 aprile 2017.
Accanto a questo schema, dal 2025 entra in gioco anche la partecipazione agli utili aziendali, riconosciuta solo se l’azienda decide di distribuire almeno il 10% degli utili dell’anno. Anche in questo caso, il bonus massimo detassato è di 5.000 euro e l’imposta sostitutiva resta fissata al 5%, ma la misura è applicabile solo ai lavoratori con reddito da lavoro dipendente sotto gli 80.000 euro e deve essere regolata da contratti collettivi.
Le aziende che in genere pagano la “quindicesima”
Sempre più imprese, soprattutto tra le grandi realtà italiane, stanno facendo della retribuzione variabile un pilastro della propria politica di valorizzazione del personale.
Alcune si distinguono per la generosità dei premi riconosciuti, che in molti casi possono essere considerati a tutti gli effetti una vera e propria quindicesima mensilità. Ferrari, ad esempio, ha annunciato per il 2025 un premio di competitività di 14.400 euro per i suoi 5.000 dipendenti italiani, in crescita rispetto ai 13.500 euro dell’anno precedente. Anche Luxottica, con un premio di 4.000 euro affiancato dalla partecipazione agli utili generati dalle vendite internazionali, rappresenta un modello virtuoso.
Nel settore alimentare, Barilla ha erogato premi fino a 2.000 euro, mentre Lavazza ha raggiunto importi anche di 3.600 euro.
Nel comparto industriale, Lamborghini ha riconosciuto 3.800 euro ai dipendenti, Ducati tra i 2.500 e i 3.000, Brembo e Prysmian intorno ai 2.000 euro.
Anche STMicroelectronics si è distinta con premi compresi tra i 3.000 e i 4.000 euro, mentre Fincantieri ha distribuito somme tra i 2.500 e i 3.000. Eni, dal canto suo, ha messo in campo bonus straordinari tra i 4.000 e i 5.000 euro, inseriti in un piano di sostegno più ampio rivolto a tutti i non dirigenti del gruppo.
Infine, Illy ha annunciato un riconoscimento collettivo di 1 milione di euro da ripartire tra i propri lavoratori, premiandone l’impegno in un anno di risultati particolarmente positivi.
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