Questa banca italiana medita un dividendo speciale per i suoi azionisti

Laura Naka Antonelli

01/08/2025

Dividendo speciale per i propri azionisti. È l’opzione su cui sta meditando questa banca italiana, che dopo una grande mossa beneficia di un tesoretto.

Questa banca italiana medita un dividendo speciale per i suoi azionisti

Uno special dividend, ovvero un dividendo speciale, a favore dei suoi azionisti. È l’ipotesi su cui sta ragionando Banca Mediolanum, dopo la decisione storica di cedere la quota del 3,5% detenuta nel capitale di Mediobanca.

A dirlo, nel presentare i conti della banca italiana, è stato lo stesso Massimo Doris, amministratore delegato dell’istituto di credito, nel corso della conference call indetta per commentare i conti che sono stati diffusi nella giornata di ieri.

Banca Mediolanum post cessione azioni Mediobanca, dividendo speciale in arrivo?

Con la cessione di quella partecipazione, d’altronde, la posizione patrimoniale di Banca Mediolanum si è rafforzata. Motivo per cui possono essere valutate diverse alternative, tra cui l’erogazione a favore degli azionisti di un dividendo speciale, di uno “special dividend.

Così Massimo Doris:

“Dopo la cessione, che essendo avvenuta il 3 luglio non si vede nella semestrale, è cambiata la nostra situazione patrimoniale e il nostro Cet 1 è migliorato”.

Per la precisione, lo smobilizzo delle azioni di Mediobanca si è tradotto in un valore di Risk-weighted asset inferiore di 160 milioni. “ Avendo incassato cash , non consumiamo capitale a fronte del rischio che comportava la partecipazione: è come si fossero liberati 160 milioni di capitale, che andranno a determinare un miglioramento del Cet1 ”, ha puntualizzato Doris, aggiungendo che, a questo punto, c’è un vantaggio che può essere sfruttato.

In che modo?

Banca Mediolanum può mantenere il Cet1 più alto (che con la vendita del 3,5% di Mediobanca è salito di 1 punto percentuale), oppure può decidere di erogarlo agli azionisti come special dividend, per l’appunto, con una distribuzione “pari a 20 centesimi per azione”.

Il vantaggio potrebbe essere tuttavia utilizzato anche “in modo diverso”, per comprare magari “qualche cosa.

Niente buyback, invece, visto che “una delle criticità che abbiamo è un flottante molto ridotto ”, ha spiegato l’amministratore delegato, ricordando che il 70% delle azioni è nelle “nostre mani (ovvero della famiglia Doris) e in quelle di Fininvest” e considerando anche un altro particolare, ovvero che “ sul 30% circa, sul mercato ci sono investitori che detengono alcuni punti di capitale in modo stabile”.

Occhio intanto al trend delle azioni, quotate sul Ftse Mib di Piazza Affari.

Il focus rimane anche sulle azioni delle altre banche italiane, nello specifico su quelle di Mediobanca, che ha annunciato anch’essa i conti nella giornata di ieri, e su quelle di MPS, in attesa del grande giorno in cui la banca senese guidata da Luigi Lovaglio presenterà i propri numeri. Focus anche sulle novità emerse con la pubblicazione degli utili di UniCredit e di Intesa SanPaolo.

La decisione storica di mollare Mediobanca

Riguardo alla genesi di quei possibili dividendi speciali, va ricordato che, suo malgrado, anche Banca Mediolanum è finita coinvolta nelle partite di risiko bancario che sono state lanciate negli ultimi mesi, nelle vesti - ora non più - di azionista tra i più importanti di Mediobanca. Mediobanca che è diventata oggetto del desiderio di MPS-Monte dei Paschi di Siena, con l’OPS lanciata da quest’ultima all’inizio dell’anno.

Ma Banca Mediolanum non aveva alcuna intenzione di finire invischiata in quella che è diventata una vera e propria battaglia tra le banche italiane diventate pedine del risiko, che si è poi complicata con l’OPS lanciata da Mediobanca, per difendersi ulteriormente dall’OPS di MPS, su Banca Generali - controllata di Assicurazioni Generali.

Una OPS che il CEO di Banca Mediolanum Massimo Doris ha commentato affermando che era compatibile con l’OPS di MPS su Mediobanca. Le due offerte, aveva detto, sono “ compatibili ”. (stessa valutazione fatta dal Monte dei Paschi di Siena).

La grande decisione è arrivata qualche settimana dopo, quando l’AD ha preso la decisione di smarcarsi del tutto da Mediobanca, annunciando il perfezionamento della vendita di 29.095.110 azioni ordinarie, corrispondenti a circa il 3,5% del capitale sociale dell’istituto guidato da Nagel, con un addio che è stato anche storico, visto che Banca Mediolanum era stata stakeholder di Piazzetta Cuccia per circa 25 anni.

Banca Mediolanum, l’AD Massimo Doris ammette il ruolo di MPS nella grande uscita

Ieri, nel presentare le motivazioni che hanno indotto Banca Mediolanum a mollare Mediobanca, il CEO Massimo Doris ha illustrato la riflessione che ha portato l’istituto a fare il grande passo:

Come Banca Mediolanum non abbiamo come strategia di avere partecipazioni in altri istituti. Quando è arrivata l’operazione con MPS non è qualche cosa che ci riguardava. E’ indipendente dal fatto che la fusione possa essere qualcosa di positivo piuttosto che no”.

Stando a quanto riportato dall’Ansa, il manager ha poi spiegato che, “visto che il partner sarebbe cambiato, non abbiamo avuto più motivi per stare dentro, tirati per la giacchetta da una parte e dall’altra ”.

Detto questo, “se non ci fosse stata questa operazione (OPS MPS) non saremmo usciti così in fretta”, per poi mettere in chiaro che Banca Mediolanum “ non è interessata al risiko bancario ”.

Cosa emerge dal bilancio annunciato da Banca Mediolanum, il commento di Doris

Tornando ai conti che sono stati annunciati ieri, Banca Mediolanum ha reso noto di avere concluso il primo semestre del 2025 con un utile nettodi 477 milioni, in crescita del 6% su base annua, un patrimonio amministrato pari a € 144,4 miliardi, impieghi alla clientela per €18,1 miliardi
e un Common Equity Tier 1 Ratio pari al 22,4%.

Le commissioni nette si sono attestate a € 644,4 milioni, in crescita del 10% su base annua, “anche grazie alla consistente raccolta netta in prodotti di risparmio gestito che ha consentito
un’ingente crescita delle masse medie
”, mentre il margine da interessi è stato pari a € 366,8 milioni, in calo del 12%, risentendo “da un lato del diverso contesto dei tassi di interesse rispetto alla prima parte del 2024 (leggi tagli dei tassi da parte della BCE) e dall’altro degli effetti sul costo della raccolta dovuti al successo delle iniziative commerciali”.

Così Massimo Doris, Amministratore Delegato di Banca Mediolanum, ha commentato i conti:

“Chiudiamo il primo semestre 2025 con risultati molto solidi, in piena continuità con il nostro percorso di crescita. L’utile prosegue nel suo trend positivo, in aumento del 6% e pari a oltre 477 milioni di euro. Il dato però che più ci rappresenta è l’incremento dei patrimoni della nostra clientela, che superano i 144 miliardi di euro, un nuovo massimo storico: una crescita che nell’anno è stata trainata quasi interamente dalla raccolta netta, a conferma della nostra capacità di generare fiducia e valore per i risparmiatori anche in contesti di mercato complessi. Anche il portafoglio crediti supera una nuova soglia, quella dei 18 miliardi di euro, continuando a distinguersi per qualità, con un NPL ratio tra i più contenuti del settore. Cresce inoltre il numero dei nostri Family Banker e ci avviciniamo ormai ai due milioni di clienti. Tutti questi risultati, letti complessivamente, dimostrano ancora una volta la forza del nostro modello – solido, coerente, distintivo – e la bontà della scelta di crescere in modo organico, rimanendo focalizzati sulla nostra identità. Continuiamo a seguire con determinazione la nostra rotta, costruita su scelte di
lungo periodo”.

Per quanto riguarda le previsioni per l’esercizio 2025, Banca Mediolanum ha illustrato così la propria guidance:

  • Raccolta netta in risparmio gestito di 8-8,5 miliardi di euro.
  • Margine da Interessi 2025 in riduzione di circa il 3% rispetto al precedente esercizio.
  • Cost/Income Ratio inferiore al 40%.
  • Costo del Rischio pari a circa 20 bps.
  • Dividendo 2025 in crescita rispetto al dividendo base di € 0,75 per azione distribuito nel 2024.

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