Utile netto di 2,6 miliardi di euro per Intesa SanPaolo nel corso del secondo trimestre del 2025. I numeri dei primi sei mesi dell’anno e le novità sulla guidance.
Intesa SanPaolo, la banca italiana gestita da Carlo Messina, ha alzato oggi il velo sui propri risultati di bilancio, annunciando di avere incassato nel secondo trimestre del 2025 un utile netto pari a 2,601 miliardi di euro, rispetto ai 2,615 miliardi del primo trimestre 2025 e ai 2,465 miliardi del secondo trimestre 2024.
I risultati di bilancio sono stati tali da portare l’istituto di credito a migliorare le stime sull’utile netto del 2025, previsto ora superare quota 9 miliardi di euro.
Per quanto riguarda i numeri relativi al primo semestre del 2025, Intesa Sanpaolo ha annunciato di avere registrato il miglior risultato netto semestrale di sempre, €5,2 miliardi, con un ROE annualizzato pari al 20% e con un livello record per ricavi, commissioni e attività assicurativa.
Occhio al trend delle azioni ISP scambiate sul Ftse Mib di Piazza Affari, che scattano di quasi il 4%, salendo a quota 5,39 euro circa.
Utile netto di 2,6 miliardi nel II trimestre 2025. Focus anche su NII e ricavi di Intesa SanPaolo
Intesa SanPaolo ha concluso il secondo trimestre del 2025 con un utile netto di 2,6 miliardi di euro.
Il risultato ha battuto le attese degli analisti, con la divisione di ricerca di Equita che aveva messo in conto un utile netto di €2,4 miliardi. Simili le attese sull’utile di Barclays (Stated Profit), pari a 2,474 miliardi.
In evidenza le altre voci principali che hanno caratterizzato il bilancio di Intesa, relativo al periodo compreso tra gli inizi di aprile e la fine di giugno.
Occhio alla voce più condizionata dal trend dei tassi di interesse deciso dalla BCE, ovvero al margine netto di interesse (Net Interest Income, NII), che ha mostrato tutta la sua resilienza attestandosi a quota 3,8 miliardi, in crescita del 4,6% rispetto ai 3,632 miliardi del primo trimestre 2025.
I tagli dei tassi varati dalla BCE (che, ricordiamo, sono stati interrotti dalla banca centrale europea nell’ultima riunione dello scorso 24 luglio), hanno avuto comunque un impatto negativo su base annua, facendo scendere l’NII del 5,7% rispetto ai 4,028 miliardi del secondo trimestre 2024.
Detto questo, pur senza più l’assist dei rialzi dei tassi che la BCE aveva varato nel 2022 e nel 2023 prima di iniziare ad allentare la propria politica monetaria nel giugno del 2024, Intesa SanPaolo ha riportato nel secondo trimestre un NII di tutto rispetto e lievemente migliore delle previsioni, con Equita che aveva stimato un valore di €3,670 miliardi e Barclays di 3,672 miliardi.
Le commissioni nette del gruppo, relative sempre al secondo trimestre del 2025, sono state pari a 2,449 miliardi di euro, in crescita dello 0,6% rispetto ai 2,435 miliardi del primo trimestre dell’anno.
Per la precisione, guardando alle commissioni, Intesa SanPaolo ha assistito a un incremento del 7,3% per le commissioni da attività bancaria commerciale, assistendo invece a un calo del 2% per le commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...), nel cui ambito si è registrata una flessione del 3,5% per la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli e del 3,8% per quella relativa al risparmio gestito (commissioni di performance pari a 3 milioni di euro nel secondo trimestre 2025 e a 9 milioni nel primo trimestre 2025) e un aumento del 3% per quella relativa ai prodotti assicurativi.
Lato ricavi, in totale, i proventi operativi netti di Intesa SanPaolo sono stati pari nel secondo trimestre del 2025 a 6,997 miliardi di euro, in crescita del 3% rispetto ai 6,792 miliardi del primo trimestre 2025 e dell’1,7% rispetto ai 6,881 miliardi del secondo trimestre 2024. I ricavi si sono confermati sostanzialmente in linea delle attese, di poco superiori, se si considera che Equita aveva calcolato €6,782 miliardi.
I costi operativi sono ammontati a 2,664 miliardi, in aumento del 3,3% rispetto ai 2,578 miliardi del primo trimestre 2025, a seguito di un aumento dell’1,5% per le spese del personale e del 15,9% per le spese amministrative e di una diminuzione del 9,7% per gli ammortamenti.
Conseguentemente, il risultato della gestione operativa di Intesa SanPaolo è stato pari a 4,333 miliardi, in crescita del 2,8% rispetto ai 4,214 miliardi del primo trimestre 2025 e del 2,6% rispetto ai 4,222 miliardi del secondo trimestre 2024.
Il cost/income ratio nel secondo trimestre 2025 è stato pari al 38,1%, rispetto al 38% del primo trimestre 2025 e al 38,6% del secondo trimestre 2024. A tal proposito, l’istituto nelle mani di Carlo Messina ha parlato di gestione efficace dei costi, indicando un Cost/Income ratio più basso di sempre al 38%, ai vertici in Europa.
Le rettifiche di valore nette su crediti sono ammontate a 281 milioni di euro (comprendenti 21 milioni di riprese di valore relative all’esposizione a Russia e Ucraina), rispetto a 224 milioni del primo trimestre 2025 (che includevano un milione relativo all’esposizione a Russia e Ucraina) e a 320 milioni del secondo trimestre 2024 (che includevano 22 milioni di riprese di valore relative all’esposizione a Russia e Ucraina).
Intesa SanPaolo ha aggiunto che l’ammontare di altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività è stato di 84 milioni di euro (nessun apporto per l’esposizione a Russia e Ucraina), rispetto ai 23 milioni del primo trimestre 2025 (che includevano 20 milioni di riprese di valore per l’esposizione a Russia e Ucraina) e ai 125 milioni del secondo trimestre 2024 (che includevano 61 milioni per l’esposizione a Russia e Ucraina).
Gli altri proventi netti della banca gestita da Carlo Messina hanno mostrato un saldo positivo per 25 milioni di euro, rispetto a un saldo negativo per 4 milioni di euro nel primo trimestre 2025 e un saldo positivo per 31 milioni nel secondo trimestre 2024.
L’utile delle attività operative cessate è stato nullo, analogamente al primo trimestre 2025 e al secondo trimestre 2024, mentre il risultato corrente lordo è ammontato a 3,993 miliardi, rispetto ai 3,963 miliardi del primo trimestre 2025 e ai 3,808 miliardi del secondo trimestre 2024.
🟢 #Financial #IntesaSanpaolo
📍Risultato netto €5,2 mld, il miglior semestre di sempre
📍Cost/income ratio: 38%, più basso di sempre
📍Dividendi: €3,7 mld maturati nel 1°sem. di cui €3,2 mld da pagare a novembre come interim dividend
📍ROE ann. 20%
🔗https://t.co/Cb1jjaoybN pic.twitter.com/wrsstZSmJg— Intesa Sanpaolo (@intesasanpaolo) July 30, 2025
I numeri di Intesa SanPaolo relativi al primo semestre del 2025
Per quanto riguarda le principali voci di bilancio di Intesa SanPaolo relative al primo semestre del 2025, l’utile netto è salito nei primi sei mesi dell’anno del 9,4% a 5,216 miliardi di euro, rispetto ai 4,766 milioni del primo semestre del 2024.
- Il risultato corrente lordo ha segnato una crescita del 2,7% a 7.956 milioni di euro, da 7.744 milioni del primo semestre 2024.
- Il risultato della gestione operativa è aumentato dell’ 1,9% rispetto al primo semestre 2024.
- I ricavi (proventi operativi netti) sono aumentati dell’1,1% su base annua, con un +4,7% per le commissioni nette, un +2,1% per il risultato dell’attività assicurativa e un forte aumento per il risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value a fronte del calo per gli interessi netti.
- I costi operativi sono scesi dello 0,2% rispetto al primo semestre 2024.
- Il costo del rischio annualizzato si è attestato a 24 centesimi di punto, con un ammontare di overlay pari a 0,9 miliardi di euro.
Intesa SanPaolo alza la guidance
Nel comunicare i numeri relativi al secondo trimestre e al primo semestre del 2025, Intesa SanPaolo ha annunciato di avere migliorato la guidance incisa nel piano di impresa 2022-2025 prossimo al completamento.
L’outlook è ora di un utile netto per il 2025 migliorato a ben oltre 9 miliardi di euro, “includendo le azioni gestionali nel quarto trimestre dell’anno per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del Gruppo”.
Le previsioni di Intesa SanPaolo per il 2025 sono di ricavi in crescita, gestiti in modo integrato, con:
- Resilienza degli interessi netti (attesi per il 2025 a un livello ben oltre quello del 2023 e per il 2026 in aumento), grazie al maggior contributo dell’hedging sulle poste a vista.
- Incremento delle commissioni nette e del risultato dell’attività assicurativa, basato sulla leadership del Gruppo nell’attività di Wealth Management, Protection & Advisory.
- Forte crescita degli utili da trading.
- Costi operativi in riduzione, con: diminuzione delle persone del gruppo per uscite volontarie già concordate e turnover naturale; benefici addizionali derivanti dalla tecnologia (es., razionalizzazione delle filiali e snellimento dei processi informatici); razionalizzazione degli immobili.
- Basso costo del rischio, con: basso stock di crediti deteriorati; portafoglio crediti di elevata qualità; gestione proattiva del credito.
- Minori tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario e assicurativo, non essendoci più contribuzione al fondo di garanzia dei depositi.
Cosa emerge dai conti riguardo ai dividendi e al buyback
Sul fronte della remunerazione a favore degli azionisti, Intesa SanPaolo ha annunciato di prevedere una forte distribuzione di valore, caratterizzata dai seguenti pilastri:
- Payout ratio cash pari al 70% dell’utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa, con un aumento del dividendo per azione relativo al 2025 rispetto all’importo relativo al 2024.
- Buyback pari a 2 miliardi di euro avviato a giugno 2025.
A tal proposito il CDA ha ravvisato un acconto dividendi cash - da distribuire a valere sui risultati del 2025 - di circa 3,2 miliardi di euro, precisando che la delibera consiliare in merito all’acconto dividendi verrà definita il 31 ottobre prossimo, in occasione dell’approvazione dei risultati consolidati al 30 settembre 2025, in relazione ai risultati del terzo trimestre 2025 e di quelli prevedibili per il quarto trimestre 2025.
Per quanto riguarda l’ulteriore distribuzione per il 2025, questa andrà quantificata quando verranno approvati i risultati annuali della banca.
Intesa Sanpaolo ha ricordato di offrire tra i dividend yield più elevati nel settore bancario europeo e un cash payout ratio del 70%, facendo notare che i dividendi cash maturati nel 1° semestre sono pari a circa €3,7 miliardi, e che nel 2025 restituirà agli azionisti almeno €8,2 miliardi, considerando gli oltre €3 miliardi di saldo dividendo pagato a maggio, il buyback di €2 miliardi lanciato a giugno, e i €3,2 miliardi di interim dividend da pagare a novembre.
La banca italiana ha annunciato di avere inoltre rafforzato la propria posizione patrimoniale, incrementando il CET1 ratio al 13,5%, in crescita di 65 punti base nel primo semestre dell’anno.
I commenti dell’AD Carlo Messina
Così Carlo Messina, numero uno di Intesa SanPaolo, nel commentare i numeri emersi dal bilancio:
“Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati raggiunti nel primo semestre del 2025: Intesa Sanpaolo vede consolidarsi un ruolo unico tra le grandi banche europee, essendo in grado di assicurare un ROE del 20%, con uno dei più elevati shareholder returns in combinazione con la promozione di un programma dalla vasta portata volto alla riduzione delle ineguaglianze e al supporto delle persone in maggiore difficoltà”.
Messina ha ribadito che “il primo semestre chiude con un utile netto di 5,2 miliardi, il miglior semestre di sempre”, rimarcando che “i ricavi, le commissioni e l’attività assicurativa hanno raggiunto livelli record” e confermando che “ per il 2025 ci attendiamo un utile netto di ben oltre i 9 miliardi di euro, grazie al forte potenziale di crescita organica della banca ”.
“Con una delle remunerazioni per gli azionisti più elevate nel panorama bancario europeo, quest’anno restituiremo almeno 8,2 miliardi di euro agli azionisti, considerando il saldo dividendo di maggio, il buyback avviato a giugno e il prevedibile interim dividend di novembre”, ha fatto notare il CEO, confermando al contempo che la generazione di capitale “rimane robusta: il CET1 ratio è pari al 13,5%. Nel semestre, abbiamo incrementato il CET1 ratio di circa 65 punti base, confermando la capacità della Banca di generare capitale in modo solido e costante. Tale capacità ci mette nelle condizioni di dare corso a distribuzioni significative a favore degli azionisti”.
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