Riepilogo degli yield esitati dai titoli di Stato a medio termine e raffronto con i ritorni effettivi a scadenza di alcuni emittenti sovrani “concorrenti”
Ogni asta di titoli pubblici è un appuntamento atteso dal mercato per tastare il polso della situazione in casa emittente e sul fronte bond in generale. I possibili scossoni possono riguardare gli yield esitati al temine dei collocamenti e/o la stima della domanda di mercato misurata in termini di rapporto di copertura. In altre parole, quanto pagherà di interessi sui nuovi titoli il debitore e quanta gente si “è precipitata” a comprare quel debito?
Vista dal lato dell’investitore retail, invece, ecco quanto guadagnerà concretamente chi ha sottoscritto i BTP del Tesoro il 24 luglio.
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I risultati dell’asta sul BTP Short Term
Uno dei due titoli in asta giovedì era il BTP Short Term, una sorta di “ibrido” tra il BOT e il BTP a medio e lungo termine. La sua durata, infatti, supera quella del primo ma è inferiore a quella del BTP a 5-7-10 etc anni (in emissione). Usando la fantasia, una sorta di BOT più lungo nel tempo ma che stacca le cedole come fa il BTP.
Bene, il bond ha centrato 100 come prezzo di aggiudicazione, per un effettivo del 2,11%, uno yield quasi sovrapposto alla cedola annua lorda del 2,10%. Da qui a scadenza, il gain lordo complessivo di chi ha messo le mani sul bond si attesterà poco sotto il 4,5% circa.
L’obbligazione ha codice ISIN IT0005657330, data emissione 27/06/’25 (31 giorni di dietimi), data regolamento lunedì 28 luglio e scadenza al 26/08/’27, tra 25 mesi. La domanda per la 3° tranche dello Short Term è stata nella norma, con il rapporto di copertura all’1,67. Detta in termini monetari, 4,6 mld di € circa domandati a fronte dei 2,25 offerti, per un flottante di mercato a 6,65 mld di €.
Rendimenti sovrani “concorrenti” su un orizzonte di 25 mesi
Restando nell’Eurozona, molti altri emittenti sovrani in euro offrono meno sulle scadenze estate 2027.
L’Austria Austria Tf 6.25% in scadenza il 15/07/’27 ha chiuso la seduta di giovedì a 108,17, per un effettivo del 2% lordo (dati: Borsa Italiana). Ancora meno (1,89% effettivo a scadenza) rende il Bund Tf 0,5% Ag27 con matricola DE0001102424, dato il prezzo di riferimento a 97,45.
Fuori dall’Eurozona ma pur sempre restando in Europa, invece, ecco lo “United Kingdom Fx 1.25% Jul27” il cui identificativo è GB00BDRHNP05. Qui il prezzo di riferimento è 95,29, per cui lo yield sale al 3,77% annuo lordo.
Tuttavia, il titolo espone al rischio di cambio a scadenza e/o alla data di rivendita.
Cambiando invece tipologia di emittente ma non di segmento di appartenenza, cioè il reddito fisso, ecco il conto deposito bancario a 24 mesi. Le migliori proposte sono prossime al 3% o lo superano in alcuni casi e, sempre, alle condizioni commerciali previste dell’emittente. In questi casi l’effettivo a scadenza sarebbe maggiore dello Short Term su visto e non ci sarebbe alcun rischio di cambio.
Il BTP€i a 5 anni
La seconda emissione di giovedì riguardava la 3° tranche del BTP€i con matricola IT0005657348, data emissione 27/06/’25 e scadenza al 15/08/’31. La cedola annua è dell’1,10%, al netto della prima del mese prossimo che è del tipo corta (49 giorni) a 0,148895%. Ancora, il prezzo d’aggiudicazione d’asta è stato 99,83, per un effettivo annuo lordo a scadenza dell’1,13%.
Tuttavia, il punto di forza del titolo è un altro, vale a dire la capacità di preservare il potere d’acquisto del capitale nel tempo. La cedola periodale è infatti variabile e legata alla rivalutazione del capitale nominale per l’inflazione di periodo. In formule, l’importo della cedola è pari al prodotto del nominale posseduto per il coefficiente di indicizzazione. Invece la rivalutazione del capitale nominale giunge a scadenza, a differenza del BTP Italia che la riconosce semestralmente.
Quanto guadagnerà concretamente chi ha sottoscritto i BTP del Tesoro il 24 luglio?
Stavolta invece di fare il raffronto con altri bond sovrani esteri “concorrenti”, lo facciamo con chi volutamente decide di restare liquido per 5 anni.
Chi ha sottoscritto il BTP€i e lo terrà fino al termine è sicuro che a quella data il valore reale del capitale sarà identico all’odierno. Verosimilmente l’inflazione media futura dell’Eurozona sarà molto prossima a quella nazionale, al netto degli inevitabili scarti. Inoltre percepirà un ritorno annuo lordo dell1,13%, a grandi linee lo 0,9% netto in base all’effettivo peso delle spese sostenute.
Chi, invece, deciderà di restare liquido da qui al 2031 dovrà considerare il mix tasse-spese-inflazione di periodo. A grandi, grandi linee, una perdita annua tra il 2 e il 3% circa, tra spese vive e dirette e perdite indirette dovute al rialzo medio dei prezzi nel quinquennio. Sul dato certo finale peserà molto l’inflazione di periodo, che si saprà a posteriori. Ad ogni modo non sarà il massimo in termini di strategie di portafoglio tra le tante potenzialmente disponibili. Come è altrettanto vero che spesso alla base vi è il timore di “sbagliare” e/o il non sapere cosa e come fare. Ma proprio per questo motivo ci sono gli intermediari finanziari, le SGR, i consulenti finanziari alle dipendenze o completamente indipendenti, etc.
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