Quando vado in pensione? Requisiti INPS: età, contributi e novità

Simone Micocci

13/02/2018

13/02/2018 - 09:15

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Andare in pensione nei prossimi anni sarà meno semplice: è stato alzato il requisito dell’anzianità anagrafica a causa della crescita delle speranze di vita. Ecco quali sono i requisiti e i contributi necessari per andare in pensione.

Quando vado in pensione? Requisiti INPS: età, contributi e novità

Quando vado in pensione? Questa è una domanda molto frequente specialmente tra i lavoratori di vecchia data, curiosi di sapere quando matureranno abbastanza contributi per ritirarsi dal mondo del lavoro percependo l’assegno pensionistico.

Dal 1° gennaio 2018 sono cambiati i criteri necessari per andare in pensione per tutti quei lavoratori iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria gestita dall’INPS. Infatti nel 2018 c’è stato l’ultimo scatto della riforma Fornero che ha cambiato sia i requisiti per la pensione di vecchiaia prevedendo per tutti i lavoratori - sia uomini che donne - il compimento dei 66 anni e 7 mesi di età più la maturazione di 20 anni di contributi.

Nessuna variazione invece per la pensione anticipata, per la quale sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Questi requisiti - che vedremo nel dettaglio nel prosieguo dell’articolo - cambieranno nuovamente nel 2019. La risposta alla domanda “quando andrò in pensione” il prossimo anno sarà differente da quella che vi daremo oggi, dal momento che i requisiti per la pensione verranno adeguati alla speranza di vita rilevata dall’ISTAT. Nel dettaglio, nel 2019 l’età pensionabile sarà di 67 anni per tutti (più 20 di contributi), mentre per la pensione anticipata saranno sufficienti 43 anni e 3 mesi (uomini) o 42 anni e 3 mesi (donne).

Di quello che cambierà nel 2019 e negli anni successivi ne abbiamo parlato in un’infografica dedicata, nella quale trovate un calendario su quando si andrà in pensione nei prossimi anni.

Clicca qui per l’infografica su quando andrai in pensione

Qui invece approfondiremo i requisiti necessari per andare in pensione nel 2018, prendendo in esame tutti i principali trattamenti previdenziali concessi dall’INPS.

Calcolo degli anni di contributi

In primo luogo va sottolineato come il calcolo dell’età pensionabile al fine di determinare quando andare in pensione è calibrato solitamente su due requisiti fondamentali:

  • anzianità anagrafica: l’età di una persona dalla data di nascita;
  • anni di contributi: periodo di versamento dei contributi presso le casse previdenziali, Inps in primis.

Vediamo come operare il calcolo sull’età pensionabile nei casi principali, risolvendo così le maggiori incertezze sul tema quando vado in pensione.

Ai fini della determinazione dei requisiti richiesti per andare in pensione è utile conoscere come eseguire il calcolo degli anni di contributi. Essa rappresenta il periodo per il quale si sono versati i contributi, solitamente comprensivo dei periodi di lavoro regolari e dei contributi figurativi.

Da valutare in questo caso è l’estratto conto Inps, considerando nel calcolo le seguenti equivalenze:

  • 1 anno = 52 settimane
  • 1 mese = 4,333 settimane

Se si possiedono periodi di contribuzione in casse differenti è possibile sommare i vari momenti per anticipare la data della risposta su quando vado in pensione. Si può completare questa operazione sia con oneri (mediante la ricongiunzione), sia gratuitamente se in presenza di alcuni requisiti. Quest’ultimo caso è previsto per il cumulo dei contributi e la totalizzazione.

Pensione di vecchiaia

Come anticipato, da quest’anno i requisiti per la pensione di vecchiaia - ma solo per l’anzianità anagrafica - sono cambiati. La causa è l’ultimo scatto previsto dalla riforma Fornero, che fissa a 66 anni e 7 mesi l’età pensionabile, indipendentemente che si tratti di uomini o donne.

Il requisito contributivo invece è rimasto invariato: 20 anni di contributi.

L’anzianità anagrafica cambierà nuovamente dal 2019 quando, complice l’aumento delle speranze di vita rilevato dall’ISTAT - si potrà andare in pensione al compimento dei 67 anni (più 20 di contributi).

Dopo il 2019 il calcolo per la speranza di vita sull’età pensionabile procederanno, stati le imposizioni della Legge Fornero, con cadenza biennale. La successiva rimodulazione dei requisiti Inps è prevista quindi per il 2021.

Pensione anticipata

Oltre all’aver raggiunto il limite di età pensionabile con la pensione di vecchiaia ci sono altre modalità per andare in pensione prima di quelle scadenze. Alla domanda “quando vado in pensione?” si può quindi rispondere in maniera molto differente in considerazione della situazione e delle necessità specifiche della persona.

Un ulteriore modo per effettuare il calcolo su quanto andare in pensione è facendo riferimento ai requisiti Inps per la pensione anticipata basata sui contributi previdenziali. In questo caso gli anni da considerare sono i seguenti, non essendo previsto un limite sull’età anagrafica:

  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne;
  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.

In questo caso quindi l’età pensionabile varia da lavoratore a lavoratore e il calcolo è da effettuare sulla base delle mensilità di contributi previdenziali versati. Anche in questo caso a partire dal 2019 i requisiti contributivi Inps dovranno essere adeguati ai dati circa la speranza di vita, quindi mentre per gli uomini serviranno 43 anni e 3 mesi di contributi, per le donne ne saranno sufficienti 42 e 3 mesi.

Le pensioni agevolate del 2018

Con la Legge di Bilancio 2018 sono state introdotte alcune misure per poter anticipare i requisiti su quando andare in pensione. Ad esempio, sia l’APE sociale che l’APE volontaria sono state prorogate fino al 31 dicembre del 2019.

Per quanto riguarda l’Ape Sociale - ossia la forma di pensione anticipata che ha come obiettivo quello di sostenere alcune categorie di lavoratori che versano in una situazione di disagio - sono confermati i requisiti dello scorso anno, ossia:

  • aver compiuto 63 anni di età;
  • aver maturato 30 anni di anzianità contributiva (36 per i lavoratori usuranti);
  • non percepire una pensione diretta.

Inoltre è necessario appartenere ad almeno una delle seguenti categorie:

  • disoccupati che da almeno 3 mesi hanno smesso di percepire la Naspi;
  • soggetti caregivers che da almeno 6 mesi assistono il coniuge, l’unito civilmente o un parente di primo grado convivente affetto da grave handicap;
  • invalidi civili (invalidità pari o superiore al 74%);
  • coloro che hanno svolto per almeno 6 anni continuativi un’attività usurante.


Con la Legge di Bilancio 2018 inoltre vengono salvaguardati coloro che sono impiegati in lavori particolarmente faticosi e pesanti; per loro - qualora abbiano maturato 30 anni di contributi - l’incremento dell’età pensionabile per l’adeguamento delle aspettative di vita non si applica.

Quando vai in pensione? Te lo dice l’INPS

Se dopo aver letto questo approfondimento avete ancora dei dubbi su quando andrete in pensione vi consigliamo di accedere al servizio “La mia pensione futura” disponibile sul sito INPS, utilizzando il vostro PIN o il codice SPID.

In quest’area potete consultare tutta la vostra storia contributiva, tramite una sorta di estratto conto previdenziale. Oltre a capire quanti contributi avete maturato, qui trovate un prospetto su quando potrete andare in pensione, con tutte le informazioni sull’importo che andrete a percepire. Un’informazione utile per capire anche se conviene iscriversi ad una forma di pensione integrativa così da aumentare l’importo della pensione prevista.

Per maggiori informazioni su come funziona questo interessante servizio dell’INPS vi consigliamo di leggere la nostra guida dedicata: Busta arancione online, “La mia pensione INPS”: come leggerla nella maniera corretta.

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