Scheda bianca o nulla, differenze e conseguenze sul risultato delle elezioni

Simone Micocci

9 Maggio 2023 - 23:18

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Scheda bianca, quali conseguenze sul voto? E quando una scheda rischia di essere dichiarata nulla? Facciamo chiarezza sulle regole valide per ogni competizione elettorale.

Scheda bianca o nulla, differenze e conseguenze sul risultato delle elezioni

Quando si va a votare si può scegliere anche di lasciare scheda bianca o nulla. Un gesto che per alcuni è un modo per manifestare il proprio dissenso verso la classe politica, mentre per altri si tratta semplicemente di una scelta presa perché non si ha idea su chi votare e quindi si preferisce non sbilanciarsi.

Fermo restando che se l’intenzione è lasciare scheda bianca, oppure fare in modo che questa venga dichiarata nulla, si può anche prendere in considerazione di non andare proprio a votare: d’altronde, anche l’astensionismo è una forma di dissenso e - differentemente da quanto dicono le credenze popolari - non ci sono conseguenze per chi non vota.

L’unico caso in cui c’è differenza tra le schede bianche e nulle e l’astensione, infatti, è quella del referendum abrogativo. Qui il risultato del voto ha valore solamente se viene raggiunto il quorum, nel quale vengono conteggiate anche le schede bianche o nulle.

Nel caso delle elezioni politiche o amministrative, come quelle del 14-15 maggio 2023, invece, poco cambia: tanto le schede bianche quanto le nulle non hanno alcun valore ai fini del risultato finale, con il voto che quindi si considera come non espresso.

Detto ciò, possiamo fare chiarezza su quali sono - se ci sono - le conseguenze del lasciare la scheda in bianco, o comunque cosa succede se - per volontà o per un errore commesso - la scheda presenta le caratteristiche per essere considerata nulla. Le risposte a questi dubbi si trovano all’interno del Testo unico delle leggi elettorali, dove vengono definite le regole, particolarmente rigide, a riguardo.

Quando il voto è nullo?

Come prima cosa è bene fare chiarezza su quali sono le caratteristiche che rendono una scheda nulla. Una scheda elettorale si considera nulla quando il voto è stato espresso in modo scorretto e quando l’elettore ha scarabocchiato o scritto altri segni al suo interno, per volontà o per errore. Tutto quello che è in più rispetto alla X che va posta sulla lista o sul candidato può invalidare il voto in quanto potrebbe essere un modo per rendere la scheda riconoscibile, violando il principio della segretezza.

In particolare, nel suddetto provvedimento si legge che il voto è nullo - e quindi, come vedremo di seguito, non verrà conteggiato e non inciderà sul risultato finale - quando:

  • la scheda elettorale presenta segni, sbavature, scritte che la rendono riconoscibile;
  • il voto è espresso a penna;
  • la scheda viene firmata con nome e cognome dall’elettore.

Inoltre sono da considerarsi nulle anche le schede in cui l’elettore ha espresso una volontà non univoca (ad esempio mettendo una X sia sul Sì che su No al referendum). Queste schede vengono annullate e considerate invalide e non andranno a pesare sul risultato delle elezioni.

Esempi tipici di voto nullo sono:

  • scheda elettorale senza bollo;
  • segni, diciture, firme o parole che rendono la scheda riconoscibile;
  • votazione eseguita con matita o penna portate da casa e non con la matita copiativa;
  • quando l’elettore esprime più voti di quelli a disposizione.

Votare con scheda bianca

Altra ipotesi che si può verificare è quella delle schede bianche, ovvero schede elettorali lasciate inalterate: questa si considera una forma di astensionismo e protesta contro i politici o le istituzioni.

Molto frequente è il fenomeno cosiddetto “astensionismo attivo” che si ha quando un elettore si reca alle urne e lascia la scheda in bianco. Questa forma di astensionismo si differenzia da quello “passivo” perché qui l’avente diritto sceglie di andare al seggio, ma non esprime alcuna preferenza. La scheda elettorale bianca non riporta alcun segno e viene messa nell’urna nelle stesse condizioni in cui è stata consegnata dagli scrutatori, cioè vuota.

Schede bianche e nulle vengono conteggiate?

Come anticipato, né le schede bianche né quelle nulle vengono considerate come utili ai fini della definizione del risultato finale. Bisogna quindi smentire alcune credenze popolari: non è vero, ad esempio, che la scheda bianca o nulla va alla lista o al candidato che ha ottenuto la maggioranza di voti. E non c’è neppure il rischio che una scheda bianca possa essere compilata da altri.

Come anticipato, però, entrambe vengono comunque conteggiate per calcolare l’affluenza elettorale. Per questo nei referendum dove è previsto il quorum andare a votare lasciando la scheda bianca o nulla può comunque fare la differenza.

C’è differenza tra lasciare la scheda bianca e non andare a votare?

Eccetto il caso del referendum, già ampiamente dibattuto, non c’è alcuna differenza tra il lasciare la scheda bianca, o fare in modo che il voto venga considerato nullo, e non recarsi alle urne.

In entrambi i casi, infatti, la propria decisione non incide sul risultato finale delle elezioni; e vale la pena ricordare che non esiste alcun tipo di sanzione per chi non va a votare, in quanto non vi è alcuna possibilità che il diritto di voto venga tolto se non esercitato per un certo periodo di tempo.

Principio del “favor voti”

Quelle riportate sono solo alcune delle ipotesi di nullità del voto che possono verificarsi in sede di scrutinio: per tale ragione il ruolo di presidenti, scrutatori, segretari e rappresentanti di lista è di grandissima responsabilità.

Ricordiamo comunque che durante lo scrutinio vige il principio del “favor voti” significa che quando è possibile bisogna sempre preferire la soluzione che favorisca l’attribuzione del voto e non la nullità della scheda.

Il voto è valido ogni volta che si può desumere in maniera inequivocabile la volontà dell’elettore, anche se ci sono delle difformità (ad esempio la grandezza della X sulla preferenza).

Voto contestato dai rappresentati di lista

I rappresentanti di lista sono presenti durante tutte le fasi dell’elezione con lo scopo di vigilare sul corretto andamento delle stesse in nome di un comitato, partito o singolo candidato. Il loro ruolo è particolarmente sentito durante le operazioni di scrutinio, infatti essi devono accertarsi che l’attribuzione dei voti avvenga correttamente senza sfavorire il comitato o partito che rappresentano. Per questo in caso di voti non palesemente nulli ma che, al contrario, lasciano dei margini di dubbio essi possono contestare la scheda o convincere scrutatori e presidenti della sua validità.

Spetta al presidente del seggio elettorale decidere se mettere la scheda contestata tra i voti validi oppure no.

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