Scheda bianca o nulla: quando, differenze e conseguenze sul risultato delle elezioni

Simone Micocci

13 Settembre 2022 - 15:45

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Lasciare la scheda bianca equivale a non andare a votare (eccetto che per il referendum); lo stesso vale nel caso di voto annullato.

Scheda bianca o nulla: quando, differenze e conseguenze sul risultato delle elezioni

Andare a votare e lasciare la scheda bianca, o annullarla, ha senso oppure è meglio non recarsi per nulla alle urne? Sono in molti a porsi una tale domanda, specialmente in prossimità di elezioni importanti per il Paese come quelle che ci attendono il prossimo 25 settembre, quando gli italiani saranno chiamati a votare per eleggere i propri rappresentanti in Camera e Senato.

Un risultato elettorale che inciderà anche sulla formazione del prossimo governo e sulla nomina del presidente del Consiglio; tuttavia, nonostante l’importanza di un tale appuntamento, c’è chi non sa ancora se andrà a votare, senza dimenticare quelle persone che pur recandosi alle urne stanno valutando la possibilità di lasciare, ad esempio per protesta, scheda bianca oppure di fare in modo che il suo voto venga considerato come nullo.

Ma davvero schede bianche e nulle sono così differenti dall’astensione? Molto dipende dalla tipologia della competizione elettorale. Ad esempio, se parliamo di un referendum abrogativo, dove il risultato ha valore solamente al raggiungimento del quorum, c’è molta differenza tra il non andare a votare e lasciare la scheda bianca; quest’ultime, infatti, pur non incidendo sul risultato finale, sono comunque considerate nel quorum, quindi potrebbero essere determinanti ai fini della validità del referendum.

Nel caso delle amministrative o delle politiche, come quelle del 25 settembre 2022, invece, poco cambia: tanto le schede bianche quanto le nulle non hanno alcun valore ai fini del risultato finale, con il voto che quindi si considera come non espresso.

Detto ciò, possiamo fare chiarezza su quali sono - se ci sono - le conseguenze del lasciare la scheda in bianco, o comunque cosa succede se - per volontà o per un errore commesso - la scheda presenta le caratteristiche per essere considerata nulla. Le risposte a questi dubbi si trovano all’interno del Testo unico delle leggi elettorali, dove vengono definite le regole, particolarmente rigide, a riguardo.

Quando il voto è nullo?

Visto l’avvicinarsi di un appuntamento elettorale importante come quello del 25 settembre prossimo, è bene fare chiarezza su quali sono le caratteristiche che rendono una scheda nulla. Una scheda elettorale si considera nulla quando il voto è stato espresso in modo scorretto e quando l’elettore ha scarabocchiato o scritto altri segni al suo interno, per volontà o per errore. Tutto quello che è in più rispetto alla X che va posta sulla lista o sul candidato può invalidare il voto in quanto potrebbe essere un modo per rendere la scheda riconoscibile, violando il principio della segretezza.

In particolare, nel suddetto provvedimento si legge che il voto è nullo - e quindi, come vedremo di seguito, non verrà conteggiato e non inciderà sul risultato finale - quando:

  • la scheda elettorale presenta segni, sbavature, scritte che la rendono riconoscibile;
  • il voto è espresso a penna;
  • la scheda viene firmata con nome e cognome dall’elettore.

Inoltre sono da considerarsi nulle anche le schede in cui l’elettore ha espresso una volontà non univoca (ad esempio mettendo una X sia sul Sì che su No al referendum). Queste schede vengono annullate e considerate invalide e non andranno a pesare sul risultato delle elezioni.

Esempi tipici di voto nullo sono:

  • scheda elettorale senza bollo;
  • segni, diciture, firme o parole che rendono la scheda riconoscibile;
  • votazione eseguita con matita o penna portate da casa e non con la matita copiativa;
  • quando l’elettore esprime più voti di quelli a disposizione.

Votare con scheda bianca

Altra ipotesi che si può verificare è quella delle schede bianche, ovvero schede elettorali lasciate inalterate: questa si considera una forma di astensionismo e protesta contro i politici o le istituzioni.

Molto frequente è il fenomeno cosiddetto “astensionismo attivo” che si ha quando un elettore si reca alle urne e lascia la scheda in bianco. Questa forma di astensionismo si differenzia da quello “passivo” perché qui l’avente diritto sceglie di andare al seggio, ma non esprime alcuna preferenza. La scheda elettorale bianca non riporta alcun segno e viene messa nell’urna nelle stesse condizioni in cui è stata consegnata dagli scrutatori, cioè vuota.

Schede bianche e nulle vengono conteggiate?

Come anticipato, né le schede bianche né quelle nulle vengono considerate come utili ai fini della definizione del risultato finale. Va detto, però che entrambe vengono comunque conteggiate per calcolare l’affluenza elettorale. Per questo nei referendum dove è previsto il quorum andare a votare lasciando la scheda bianca può comunque fare la differenza.

C’è differenza tra lasciare la scheda bianca e non andare a votare?

Eccetto il caso del referendum, già ampiamente dibattuto, non c’è alcuna differenza tra il lasciare la scheda bianca, o fare in modo che il voto venga considerato nullo, e non recarsi alle urne.

In entrambi i casi, infatti, la propria decisione non incide sul risultato finale delle elezioni; e vale la pena ricordare che non esiste alcun tipo di sanzione per chi non va a votare, in quanto non vi è alcuna possibilità che il diritto di voto venga tolto se non esercitato per un certo periodo di tempo.

Principio del “favor voti”

Quelle riportate sono solo alcune delle ipotesi di nullità del voto che possono verificarsi in sede di scrutinio: per tale ragione il ruolo di presidenti, scrutatori, segretari e rappresentanti di lista è di grandissima responsabilità.

Ricordiamo comunque che durante lo scrutinio vige il principio del “favor voti” significa che quando è possibile bisogna sempre preferire la soluzione che favorisca l’attribuzione del voto e non la nullità della scheda.

Il voto è valido ogni volta che si può desumere in maniera inequivocabile la volontà dell’elettore, anche se ci sono delle difformità (ad esempio la grandezza della X sulla preferenza).

Voto contestato dai rappresentati di lista

I rappresentanti di lista sono presenti durante tutte le fasi dell’elezione con lo scopo di vigilare sul corretto andamento delle stesse in nome di un comitato, partito o singolo candidato. Il loro ruolo è particolarmente sentito durante le operazioni di scrutinio, infatti essi devono accertarsi che l’attribuzione dei voti avvenga correttamente senza sfavorire il comitato o partito che rappresentano. Per questo in caso di voti non palesemente nulli ma che, al contrario, lasciano dei margini di dubbio essi possono contestare la scheda o convincere scrutatori e presidenti della sua validità.

Spetta al presidente del seggio elettorale decidere se mettere la scheda contestata tra i voti validi oppure no.

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