Cosa sta facendo la Russia con droni e jet oltre lo spazio internazionale? Qualcuno ritiene che si prepari ad attaccare direttamente l’Ue.
Putin si prepara ad attaccare un altro Paese europeo, o almeno così sostiene il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’avvistamento di droni in Danimarca, Polonia e Romania, per non parlare dei caccia russi in Estonia, non lascia spazio a dubbi secondo Kiev, che si prepara al peggio. Secondo l’Ucraina questi episodi sono serviti a testare le difese della Nato e le capacità dell’Europa di difendere il proprio spazio aereo prima di passare un nuovo attacco, contro un altro Paese europeo. L’analisi di Zelensky non può certo essere definita imparziale, visto che alimentare le tensioni non può che favorire il supporto dell’Ue e della Nato, sostenendo la difesa dell’Ucraina.
D’altra parte, le incursioni aeree dei russi, in parte ancora da verificare, hanno alzato l’allerta generale anche senza il contributo del premier ucraino. Indipendentemente dalla posizione di Kiev, infatti, la violazione degli spazi aerei europei da parte dei droni russi non può che essere letta con grande apprensione. Se non come il preludio a un attacco vero e proprio, quantomeno l’ennesima intimidazione di Mosca che invita i Paesi amici dell’Ucraina a non intromettersi ulteriormente nel conflitto.
Lo stesso Donald Trump, che ha finora mantenuto una mediazione dal tono contenuto, ha definito il volo dei Mig-31 russi in Estonia - che il Cremlino nega fermamente - come un fatto gravissimo. I Paesi interessati dalle violazioni, infatti, non sono finiti al centro della vicenda soltanto per una questione di opportunità territoriale, ma rappresentano anche dei punti strategici potenzialmente dirimenti in un’eventuale apertura del conflitto. Guerra che, secondo Zelensky, Putin vuole fare “più in grande”.
Putin attacca un altro Paese europeo?
Zelensky ha lanciato il suo monito all’Europa subito dopo l’incontro con Trump, cogliendo l’occasione per evidenziare le carenze della difesa. I governi dell’Ue “stanno faticando a gestire questa nuova e pericolosa minaccia” secondo Kiev, per la quale l’analisi della strategia russa e della risposta internazionale è vitale. Di fatto, la situazione non è tranquilla al momento e per quanto allarmanti e condizionate le parole del presidente ucraino fanno eco ai timori di gran parte del mondo: “Il presidente Vladimir Putin non aspetterà di finire la guerra in Ucraina. Aprirà un’altra direzione. Nessuno sa dove. È quello che vuole”.
La calcolata imprevedibilità del Cremlino sta portando il dialogo con il tycoon a un estenuante tiro alla fune, in cui Donald Trump resta diviso tra l’evitare una guerra costosa e indesiderata dagli elettori e preservare la dignità e l’autorevolezza degli Stati Uniti. Intanto, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito già due volte per trattare delle incursioni russe, ora alle prese con un obiettivo mastodontico: formulare una risposta coerente e adeguata senza alimentare le tensioni.
Il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha detto che la Polonia è pronta ad abbattere qualsiasi oggetto che viola lo spazio aereo nazionale, ma nello stesso discorso ha anche invitato a valutazioni più prudenti, in particolar modo per i “sorvoli che non violano esplicitamente lo spazio aereo nazionale”. Un approccio identico a quello adottato negli ultimi giorni dagli Stati Uniti, anche perché al momento non è ben definita una linea comune della Nato sul da farsi. Nel frattempo, i rappresentanti di vari Paesi si recheranno in Ucraina per un addestramento pratico di chi combatte contro la Russia da ormai 3 anni e mezzo.
Kiev è pronta a condividere la propria esperienza, per ovvi fini personali che però possono aiutare la Nato a difendere i propri confini, soprattutto nei punti più a rischio. Come raccontato dallo stesso Zelensky, infatti, soltanto all’inizio di settembre Kiev ha individuato ben 92 droni russi che volavano con uno schema preciso verso la Polonia, riuscendo a intercettarne la maggior parte. In Polonia ne sono così entrati soltanto 19, di cui 4 abbattuti da Varsavia. Pur non volendo paragonare le difese, visto lo stato di guerra dell’Ucraina, Zelensky ha sottolineato la criticità per invitare la Nato e più nello specifico l’Ue a sforzi maggiori. Di fatto, Bruxelles deve fare ancora molto per adeguare la propria difesa, anche (ma non solo) rispetto alle mire di Putin. Non pare, però, che la guerra in Ucraina sia destinata a espandersi presto, almeno secondo i rapporti dell’intelligence. La speranza di un accordo, quindi, può ancora restare in piedi.
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