Proroga Certificazione Unica 2020: scadenza il 31 marzo o il 30 giugno?

Anna Maria D’Andrea - Rosaria Imparato

17/03/2020

23/08/2021 - 12:09

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Proroga Certificazione Unica, la scadenza è il 31 marzo o il 30 giugno? I dubbi di imprese ed intermediari nascono dall’estremo tecnicismo delle norme contenute nel decreto Cura Italia. Facciamo chiarezza.

Proroga Certificazione Unica 2020: scadenza il 31 marzo o il 30 giugno?

Proroga Certificazione Unica, la scadenza per l’invio è il 31 marzo o il 30 giugno?

I dubbi sulla scadenza per l’invio all’Agenzia delle Entrate della Certificazione Unica nascono dall’eccessivo tecnicismo che caratterizza il sistema normativo italiano, complicato poi dall’emergenza Coronavirus.

L’articolo 59 della bozza del decreto Cura Italia - di cui si attende ancora la pubblicazione ufficiale - prevede il rinvio di tutti gli adempimenti fiscali in scadenza tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020.

La nuova scadenza viene fissata al 30 giugno 2020.

Una sospensione degli adempimenti fiscali che, tuttavia, non si applica ad una serie di comunicazioni legate alla messa a punto del modello 730 precompilato 2020, tra cui per l’appunto l’invio della Certificazione Unica (modello CU).

La scadenza ultima per la trasmissione telematica, così come per la consegna al percipiente, resta fissata al 31 marzo 2020, termine già prorogato per il quale non si applica l’ulteriore differimento disposto dal decreto Cura Italia. Vediamo perché.

Proroga Certificazione Unica 2020: scadenza il 31 marzo o il 30 giugno?

La proroga degli adempimenti fiscali è una delle misure economiche contenute nel decreto Cura Italia, approvato dal Governo il 16 marzo 2020.

L’ultima bozza del testo del decreto economico (per il quale si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) prevede, al comma 1 dell’articolo 59 che:

“Per i soggetti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato sono sospesi gli adempimenti tributari diversi dai versamenti e diversi dall’effettuazione delle ritenute alla fonte e delle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020. Resta ferma la disposizione di cui all’articolo 1 del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, recante disposizioni riguardanti i termini relativi alla dichiarazione dei redditi precompilata 2020.”

Gli adempimenti in scadenza tra l’8 marzo 2020 ed il 31 maggio sono prorogati al 30 giugno. Il rinvio riguarda, ad esempio, la trasmissione della dichiarazione IVA, la cui scadenza è fissata in via ordinaria al 30 aprile.

L’ultimo periodo dell’articolo 59 sopra riportato esclude dal rinvio i termini relativi alla dichiarazione dei redditi precompilata, già modificati dal decreto legge n. 9 del 2 marzo 2020.

Per capire a quali adempimenti si faccia riferimento è necessario riprendere il contenuto del decreto legge n. 9/2020.

Proroga Certificazione Unica 2020: la scadenza per l’invio è il 31 marzo

Il decreto legge n. 9 del 2 marzo 2020 è il primo provvedimento economico emanato dal Governo in considerazione dell’emergenza coronavirus, che ha riscritto in maniera profonda il calendario delle scadenze fiscali legate al modello 730.

La scadenza per l’invio della Certificazione Unica è stata prorogata al 31 marzo e, di conseguenza, la data a partire dalla quale sarà disponibile online il modello 730 precompilato è stata fissata al 5 maggio 2020.

Una proroga fino al 31 marzo è stata prevista anche per l’invio dei dati delle spese detraibili (ristrutturazioni nei condomini, spese di asili nido, spese funebri, ecc..).

Tecnicamente, la proroga è stata attuata con una mossa duplice:

  • da un lato, anticipando al 2020 l’entrata in vigore delle nuove scadenze della dichiarazione precompilata (modificate dal decreto fiscale n. 124/2019);
  • in parallelo, con un ulteriore posticipo dei termini per la trasmissione del modello CU e dei dati delle spese detraibili (rinviati dal 16 marzo al 31 marzo).

Sono queste ultime le scadenze che il decreto Cura Italia lascia “inalterate”, considerando l’impatto che avrebbe un ulteriore differimento della scadenza del modello 730 precompilato ed il conseguente rinvio dei rimborsi fiscali.

Una scelta condivisibile nella sostanza, meno nella forma.

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