Previsioni economiche OCSE 2024, chi rischia la crisi tra Europa, Cina, Usa?

Violetta Silvestri

29/11/2023

29/11/2023 - 14:38

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Nelle previsioni OCSE per il 2024, chi crescerà di più tra Usa, Cina, Europa? E quale ripresa è stimata per l’Italia? Lo scenario globale resta incerto e preoccupante.

Previsioni economiche OCSE 2024, chi rischia la crisi tra Europa, Cina, Usa?

L’OCSE ha pubblicato l’Economic Outlook, nel quale emerge che l’economia globale, che si è dimostrata molto resiliente quest’anno, dovrebbe invece vacillare nel 2024 pressata dalle guerre in corso, dall’inflazione ancora elevata e dai tassi di interesse che continueranno a inasprire l’accesso al credito.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, con sede a Parigi, ha stimato che la crescita internazionale rallenterà al 2,7% nel 2024 rispetto al ritmo del 2,9% previsto quest’anno. Ciò equivarrebbe alla più lenta ripresa dall’anno pandemico del 2020.

In questo contesto, tutte le maggiori potenze mondiali affronteranno sfide e rischi l’anno prossimo. Per Stati Uniti, Cina ed Europa sono previste luci e ombre. Le maggiori potenze mondiali vacillano in un contesto globale ancora carico di incertezze.

Cina, Usa, Europa, Italia: le stime economiche OCSE per il 2024

Le due maggiori economie del mondo, Stati Uniti e Cina, rallenteranno il prossimo anno. Si prevede che l’economia statunitense crescerà solo dell’1,5% nel 2024, dal 2,4% nel 2023. Gli aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve – 11 dei quali da marzo 2022 – continueranno a frenare la crescita.

Inoltre, anche se il rischio di un atterraggio “duro” negli Stati Uniti e altrove si è attenuato, l’OCSE ha affermato che la recessione non è esclusa, se si considerano la crisi dei mercati immobiliari, i prezzi del petrolio in potenziale aumento e il rallentamento dei prestiti.

I tassi più elevati della Fed soprattutto hanno reso i prestiti molto più costosi per i consumatori e le imprese. In questa dinamica, comunque, l’inflazione è rallentata dal suo picco di quattro decenni nel 2022. L’OCSE prevede che l’inflazione statunitense scenderà dal 3,9% quest’anno al 2,8% nel 2024 e al 2,2% nel 2025, appena al di sopra del livello obiettivo del 2%.

Si prevede che l’economia cinese, colpita da una crisi immobiliare rilevante, dall’aumento della disoccupazione e dal rallentamento delle esportazioni, crescerà del 4,7% nel 2024, in calo rispetto al 5,2% di quest’anno.

La crescita dei consumi in Cina “probabilmente rimarrà contenuta a causa dell’aumento del risparmio precauzionale, delle prospettive più fosche per la creazione di posti di lavoro e dell’accresciuta incertezza”, ha affermato l’OCSE.

Probabilmente a contribuire al rallentamento globale sono anche i 20 paesi che condividono l’euro. L’Eurozona è stata colpita dall’aumento dei tassi di interesse e dal balzo dei prezzi dell’energia che ha fatto seguito all’invasione russa dell’Ucraina. L’OCSE prevede che la crescita collettiva della regione sarà pari allo 0,9% l’anno prossimo: debole, ma comunque in miglioramento rispetto alla crescita prevista dello 0,6% nel 2023.

Per quanto riguarda l’Italia, nel 2024 la stima è di una ripresa molto modesta, pari allo 0,7%. Nel 2025 il Pil dovrebbe crescere dell’1,2%. L’inflazione scenderà al 4,6% del 2023, poi al 3,1% del 2024 e infine al 2,5% del 2025. Il target del 2% della Bce, quindi, non sarà ancora centrato in Italia tra due anni.

I rischi per l’economia globale secondo l’OCSE

L’OCSE ha avvertito che lo scenario dell’economia globale rimane oscurato a causa di una crescita globale ancora lenta, di una politica monetaria necessariamente ancora restrittiva, della debolezza del commercio e del calo della fiducia delle imprese e dei consumatori.

Le sfide, inoltre, non mancano. Il segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann ha avvertito:

“Nel lungo termine, le nostre proiezioni mostrano un aumento significativo del debito pubblico, in parte come risultato di un ulteriore rallentamento della crescita. Per garantire una crescita più forte, dobbiamo stimolare la concorrenza, gli investimenti e le competenze e migliorare la cooperazione multilaterale per affrontare le sfide comuni, come il rinvigorimento dei flussi commerciali globali e la realizzazione di azioni trasformative sui cambiamenti climatici.”

Inoltre, ha avvertito l’OCSE, l’economia mondiale si trova ad affrontare nuovi rischi derivanti dalle crescenti tensioni geopolitiche legate alla guerra tra Israele e Hamas – “in particolare se il conflitto dovesse ampliarsi”. “Ciò potrebbe comportare interruzioni significative dei mercati energetici e delle principali rotte commerciali”, ha affermato.

I prossimi due anni, quindi, sono ancora piuttosto incerti e troppe variabili imprevedibili rischiano di trasformarsi in brutte sorprese. Le dinamiche geopolitiche e l’aumento degli oneri da pagare su debiti sempre più alti sono gli allarmi da non sottovalutare.

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