Si possono tagliare rami e radici del vicino se oltrepassano la mia proprietà?

Ilena D’Errico

10 Agosto 2025 - 17:31

Rami e radici del vicino che oltrepassano la proprietà sono un disagio, oltre che un problema di sicurezza. Ecco le soluzioni per difendersi (e quando puoi tagliarli senza chiedere il permesso).

Si possono tagliare rami e radici del vicino se oltrepassano la mia proprietà?

Avere un giardino ricco di verde è benefico per il corpo e la mente, ma la crescita incontrollata di piante e alberi può causare dei problemi. Molte persone sono infatti costrette a subire disagi a causa di rami e radici del vicino che oltrepassano la proprietà, rovinando così l’aspetto ma creando anche danni e pericoli. Le radici, per esempio, possono causare il sollevamento e la rottura di pavimentazione e piantagioni, mentre i rami comportano la caduta di foglie, ramaglie e frutti, oltre ad attirare gli animali.

In questi casi chi ha un vicino di casa poco collaborativo si trova ad affrontare parecchie difficoltà, tanto da pensare di tagliare direttamente rami e radici fastidiose. Non sembra così strano visto che insistono sul proprio terreno, ma d’altra parte è giusto ricordare che appartengono al giardino altrui. Agire di impulso può aumentare i problemi, facendo passare come si suol dire dalla ragione al torto. Si rischia infatti di ricevere delle multe, ma anche di dover corrispondere al vicino un risarcimento per i danni provocati con la potatura autonoma.

Ecco perché è bene sapere in quali casi la legge consente di passare direttamente all’azione e come difendersi nel migliore dei modi.

Posso tagliare i rami dell’albero del vicino?

I rami di un albero possono crescere notevolmente e invadere il terreno vicino anche se la pianta è stata posizionata rispettando le distanze legali. Non è una questione di poco conto, visto che i rami privano il proprietario del fondo della luce, possono danneggiare i suoi oggetti o persino causare danni alle persone. Nonostante ciò, non è possibile tagliare personalmente i rami.

Bisogna invece ricorrere al tribunale, al quale si può chiedere un provvedimento d’urgenza in caso di inottemperanza e danno imminente. Soltanto il giudice può obbligare il vicino a potare l’albero e eliminare i rami sconfinanti e perfino a rimuovere la pianta nel caso in cui sia stata posizionata troppo vicino al confine.

In causa civile, si ha comunque diritto a chiedere un risarcimento per i danni sopportati a causa dello sconfinamento dei rami. Non solo, se gli alberi danno dei frutti che cadono spontaneamente sul fondo vicino il proprietario di quest’ultimo ha diritto a tenerli per sé. Nel caso in cui, contro la legge, si procedesse alla recisione dei rami si rischierebbe invece un’accusa di danneggiamento.

Va precisato che la tolleranza del vicino su cui versano i rami non è mai un’attenuante, né permette al proprietario dell’albero di acquisire diritti per usucapione.

Posso tagliare le radici del vicino nella mia proprietà?

Non soltanto rami e fronde, anche le radici di alberi, piante e siepi possono sconfinare nel fondo vicino, causando disagi e possibili danni. Ovviamente, anche in questo caso è possibile rivolgersi al tribunale per ordinare la rimozione, ma si possono anche tagliare le radici. A differenza dei rami, infatti, le radici possono essere tagliate dal proprietario del fondo, come previsto dall’articolo 896 del Codice civile.

Per evitare possibili controversie sugli esiti della recisione, però, può essere utile preannunciare l’azione con una diffida inviata tramite pec o raccomandata a/r. Questa è soltanto una facoltà per il proprietario del fondo, che può anche preferire l’azione legale e la richiesta di risarcimento del danno. Quest’ultimo, infatti, è dovuto anche se il proprietario non ha tagliato autonomamente le radici, perché l’obbligo di custodia ricade sempre sul proprietario della pianta.

Il Codice civile non configura alcun obbligo a carico del proprietario del terreno su cui sconfinano le radici. L’installazione di barriere che impediscano il propagarsi delle radici o la loro recisione sono dei rimedi legali consentiti al proprietario e non imposti.

Attenzione alle multe

Le regole sopra citate sono contenute nel Codice civile e per questo valide a livello nazionale. Ciononostante, bisogna fare attenzione alle ordinanze e ai regolamenti locali, che spesso individuano limiti e divieti molto specifici in merito alla cura del verde. A chi non li rispetta possono essere comminate delle sanzioni, ma in ogni caso non potrà mai essere imposto di sopportare i rami o le radici del vicino sul proprio fondo.

Rimedi alternativi: citare in giudizio il proprietario dell’albero

Come anticipato, non è possibile tagliare i rami dell’albero del vicino, possibilità invece contemplata per quanto riguarda le radici. Anche in quest’ultimo caso, tuttavia, la soluzione non appare sempre come pratica. Il rimedio si pone infatti come un adempimento di un obbligo che ricade sul vicino di casa, concetto non apprezzato quando i rapporti non sono dei più ottimali. Oltretutto, la soluzione estrema ed esasperata potrebbe così limitare ulteriormente gli sforzi del proprietario dell’albero, consapevole che l’altro taglierà le radici da solo. In quest’ultimo caso ha però diritto a un rimborso per il servizio reso, eventualmente da pretendere in tribunale.

Ecco che, a seconda dei casi può apparire più conveniente adire da subito le vie legali. Come spiegato nell’ipotesi dei rami, per evitare di tagliare le radici è possibile rivolgersi direttamente al tribunale, con un ricorso presentato tramite il proprio avvocato. Il giudice ordinerà al proprietario dell’albero la rimozione di rami e radici sconfinanti, comminando una sanzione nel caso di mancato rispetto dell’obbligo. In tal proposito, bisogna ricordare che può essere chiesto al tribunale anche un provvedimento d’urgenza, se ci sono comprovate ragioni.

Oltretutto, in questa sede il vicino avrà modo anche di chiedere un risarcimento dei danni patiti a causa di questa situazione. I danni possono essere molteplici, dalla riduzione della luce fino ai danneggiamenti veri e propri di beni materiali. Il risarcimento può essere richiesto anche per le radici, a patto di non averle tagliate.

Quanto detto non si applica se l’albero in questione non è piantato alle distanze consentite dalla legge, ipotesi in cui è possibile chiederne direttamente la rimozione, che deve avvenire con il consenso del proprietario o per decisione del giudice. Qualsiasi altro rimedio al di fuori della causa civile è lecito se si limita a intervenire nel proprio terreno e sui propri beni, nel rispetto della normativa civile e urbanistica. L’installazione di strutture per proteggere il fondo dalle incursioni di rami e radici, per quanto legale, è difficilmente una strada conveniente, per costi, tempistiche ed eventuale necessità di permessi.

Cosa rischia chi taglia rami e radici del vicino

Abbiamo appurato che non sempre è possibile tagliare personalmente le radici dell’albero del vicino che sconfinano la proprietà, mentre questa possibilità non è mai prevista per quanto riguarda i rami. Chi nonostante ciò provvede comunque alla potatura rischia infatti conseguenze pesanti, soprattutto perché motivato dalle migliori intenzioni. Cercando di tutelare i propri diritti si possono commettere degli errori, proprio come in questo caso. Il vicino proprietario dell’albero che ha subito la rimozione di rami e radici può agire in tribunale chiedendo un risarcimento dei danni subiti dalla pianta e di conseguenza della proprietà privata.

Il vicino che ha tagliato i rami e le radici potrebbe tentare di bilanciare le richieste con i danni subiti a propria volta, ma avrebbe in ogni caso dovuto far valere i propri diritti agendo in giudizio. A seconda dell’albero, peraltro, i danni permanenti alla pianta possono far lievitare enormemente la richiesta e ridurre la difesa del vicino. Ecco perché è sempre preferibile tentare un accordo sulla rimozione o agire in giudizio con un ricorso urgente quando opportuno, a meno che si tratti di radici che possono essere tagliate.

Il vicino non può in ogni caso pretendere il risarcimento per i frutti dell’albero caduti nel fondo del vicino, il quale ha pieno diritto a entrarne in possesso. Chi vive in un condominio, inoltre, farebbe bene a consultare eventuali previsioni del regolamento in merito, oltre a chiedere la mediazione dell’amministratore per i casi più complessi. Come già detto, il vicino che ha subito la potatura può anche invocare multe previste dalle ordinanze comunali o accusare l’altro di danneggiamento (depenalizzato quando in forma semplice). Se invece il taglio delle radici è stato effettuato a norma di legge sarà proprio il vicino proprietario a dover corrispondere il risarcimento, coprendo anche le spese sostenute per la potatura.

Iscriviti a Money.it