Per chi vive in affitto è possibile recuperare quasi 1.500 euro l’anno sommando diversi bonus che sono poco conosciuti. Ecco quali sono e chi può averli.
Bonus per chi vive in affitto che arriva quasi a 1.500 euro. Vivere in affitto potrebbe essere difficile in alcune situazioni, sostenere le spese per il canone di locazione può erodere buona parte dello stipendio dei nuclei familiari. Tra la difficoltà nell’ottenere mutui e la mancanza di capitale per finanziare l’anticipo per l’acquisto di una casa, la locazione rimane molto diffusa come tipologia abitativa soprattutto tra chi ha lavori precari o retribuiti male, ovvero tra coloro che non hanno il capitale iniziale per poter acquistare un immobile da adibire ad abitazione principale.
Per aiutare chi vive in affitto, la normativa riconosce diversi incentivi che arrivano quasi a 1.500 euro l’anno. La casa, con il passare degli anni, è diventata un problema sempre più rilevante per chi deve lasciare la residenza del nucleo familiare di origine e trovare una propria autonomia, soprattutto per le giovani coppie, che faticano a prendere la decisione della convivenza perché non sempre è facile sostenere la spesa dell’acquisto di un immobile.
Lo stesso problema si presenta per chi rompe una relazione: per forza di cose nell’immobile di proprietà rimanesoltanto uno dei due ex partner (sia che si tratti di conviventi sia che il problema riguardi separati o divorziati) e per chi deve uscire dalla casa, che prima era quella di residenza del nucleo familiare, non sempre è facile riuscire ad acquistare un altro immobile, ma è difficile anche sostenere il costo di un affitto che, nella maggior parte dei casi, è più oneroso del mutuo.
A quanto ammontano singolarmente i bonus riconosciuti a chi è in affitto e chi può richiederli?
I bonus vengono concessi sia alla generalità dei cittadini che a quelli che si trovano in casistiche particolari, come ad esempio chi è costretto a dover vivere lontano da casa per studio o lavoro. In questo articolo affronteremo proprio queste agevolazioni che, in sede di 730/2025, potrebbero portare uno sconto di imposta che arriva fino a 1.491 euro.
Bonus per chi vive in affitto per lavoro
Ci sono categorie di lavoratori dipendenti che sono costretti a spostare la propria residenza per motivi di lavoro. A determinate condizioni, a questi soggetti spetta una detrazione forfettaria di importo abbastanza elevato che dipende dal numero di giorni per i quali l’immobile in affitto è stato adibito ad abitazione principale.
Nello specifico, il lavoratore che sposta la propria residenza nel comune in cui lavora o in uno vicino, spetta una detrazione pari a:
- 991,60 euro se ha un reddito complessivo che non supera i 15.493,71 euro;
- 495,80 euro se ha un reddito complessivo compreso tra 15.493,71 euro e 30.987,41 euro.
Non basta spostare la residenza per avere diritto a questa tipologia di detrazione sull’affitto visto che il contribuente deve anche:
- essere titolare di contratto di lavoro dipendente;
- essere titolare di un contratto di locazione per un immobile ubicato nel Comune di lavoro;
- avere spostato la propria residenza nel Comune di lavoro (o in uno limitrofo) nei 3 anni che precedono la richiesta della detrazione. In questo caso il comune di lavoro deve distare almeno 100 km dal Comune in cui il lavoratore aveva la residenza in precedenza ed essere situato in una Regione diversa rispetto a quello in cui aveva la residenza.
La detrazione in questione può essere sfruttata solo per i primi tre anni a partire da quello in cui la residenza è stata trasferita.
Bonus per studenti che vivono fuori casa
Un’altra importante detrazione è prevista per gli studenti universitari che studiano fuori sede: la detrazione spetta su una spesa massima di 2.633 euro sui canoni di locazione. Il rimborso massimo ottenibile, quindi, è pari a 500,27 euro.
Per avere diritto alla detrazione, in ogni caso, è necessario che lo studente sia iscritto a un corso universitario in un Ateneo situato in un comune diverso da quello di residenza e che sia distante da quest’ultimo almeno 100 chilometri.
Se a sostenere la spesa dei canoni di affitto è un soggetto a cui lo studente è a carico, la detrazione spetta a quest’ultimo; non spetta, invece, per la frequenza di master, dottorati di ricerca o corsi di specializzazione.
Detrazione affitto a canone concordato
Come abbiamo accennato la detrazione dell’affitto spetta anche alla generalità dei cittadini a patto che abbiano un contratto di locazione a canone concordato o transitorio.
La detrazione fiscale riconosciuta è pari a:
- 495,80 euro, se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro;
- 247,90 euro per redditi complessivi che si collocano tra 15.493,71 e 30.987,41 euro.
L’agevolazione può essere richiesta tutti gli anni che si trascorrono in una casa in affitto.
Bonus fino a 1.491 euro per chi vive in affitto
Di fatto, quindi, se un lavoratore che ha spostato la propria residenza per motivi di lavoro in un’altra Regione sostiene anche le spese di affitto per il proprio figlio che studia in un Ateneo che si trova ad almeno 100 chilometri dal Comune di residenza, il contribuente ha diritto a sommare le due detrazioni portando il beneficio a 1.491 euro.
Ricordiamo, però, che la detrazione massima di 991,60 euro per il lavoratore spetta solo per redditi fino a 15.493,71 euro. Sommando a questa detrazione anche quella per l’affitto del figlio, studente fuori sede, il rischio che si potrebbe correre è quello di non avere la giusta capienza fiscale per fruire dell’intero beneficio. In questo caso il consiglio è quello di valutare se far sfruttare la detrazione per l’affitto dello studente fuori sede all’altro genitore, in caso che quest’ultimo abbia la giusta capienza fiscale.
nel caso, seppur raro, in cui il lavoratore che ha spostato la propria residenza e che ha anche un figlio studente fuori sede versi anche l’affitto per l’immobile in cui dimora il resto del suo nucleo familiare ai 1.491 euro, si aggiungerebbe anche la detrazione prevista per chi vive in affitto a canone concordato, di importo variabile tra tra 495,80 e 247,90 euro euro.
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