Con gli esperti Claudio Armeni e Savino Balzano, Money.it analizza contenuti, implicazioni e scenari possibili dei referendum dell’8 e 9 giugno 2025 (VIDEO).
Cresce l’attesa per i referendum dell’8 e 9 giugno 2025. Sul sup canale YouTube Money.it ha analizzato contenuti, implicazioni e scenari possibili.
Il dibattito integrale sul referendum, guidato dal giornalista Fabio Fabretti, con protagonisti Claudio Armeni, presidente del Comitato No-Astensione (nato per sostenere le ragioni del No o dell’astensione consapevole), e Savino Balzano, saggista e sindacalista sostenitore del Sì, è disponibile di seguito.
Perché votare Sì (o No) al referendum 8-9 giugno 2025?
A poche ore dal voto, Money.it ha ospitato un confronto aperto e diretto sulle tre posizioni in campo ai referendum di questo weekend su lavoro e cittadinanza ai migranti: Sì, No o astensione?
Un dialogo serrato tra chi difende il valore della partecipazione a ogni costo, spinge per le ragioni del Sì ed è contro la politicizzazione che è stata fatta dei quesiti (anche dal centrosinistra) - Balzano - e chi solleva dubbi sull’efficacia dello strumento referendario ed è comunque favorevole al No - Armeni -, secondo cui i quesiti sono ideologici e fuorvianti e non risolverebbero da soli il problema dei lavoratori, affrontabili solo con riforme ragionate e confronti nei tavoli opportuni.
Astensione dal voto, sì o no?
“Io andrò a votare sicuramente per i primi 4 quesiti, ma sono in dubbio sul ritirare l’ultima scheda (cittadinanza)”, ha spiegato Savino Balzano a Money.it, che aggiunge:
“Occorre ragionare sull’obiettivo che ci si pone. Votare NO può essere arma a doppio taglio. Così si aiuta il raggiungimento del quorum”.
È dello stesso parere anche Claudio Armeni, secondo cui l’astensione consapevole è il punto focale:
“Non invito ad andare al mare invece di votare, ma alla consapevolezza. L’idea fatta nostra sui 5 quesiti. Il quinto è abbastanza secco, è facile poter scegliere senza capire granché. I quesiti sul lavoro vanno trattati in modo più delicato”.
“Non puoi andare a votare per far salire il quorum se non sei d’accordo che il referendum passi”, ha chiarito, sottolineando che i quesiti legati al mondo del lavoro non hanno colorazione politica. C’è un fronte progressista e uno conservatore, “senza contrapposizione da stadio”.
Non riteniamo il sistema referendario adatto ai problemi sul lavoro. Potevamo risparmiare tutti i soldi che stiamo spendendo per il referendum.
Licenziamenti illegittimi e contratto a tutele crescenti, votare Sì o No al referendum?
“ Voterò Sì perché il Jobs Act e il contratto tutele crescenti sono state riforme sbagliate ”, spiega Balzano.
“Tematiche di questo titolo devono essere affrontate toccando le radici dei problemi. Non si ripristina il reintegro votando Sì. Se davvero volessimo ripristinare il diritto al reintegro dovremmo tornare alla legge del 1970. Ma non è quello che stiamo facendo”.
Allora perché votare sì? La normativa così modificata dalla Fornero (L 92/2012) è un po’ meglio rispetto a quanto prevede il Jobs Act, secondo Balzano.
“Voterò no. Ritengo che il quesito sia il fallimento dell’attività sindacale. Non si deve chiedere ai cittadini che non ne hanno la competenza per avvalorare la posizione della CIGL. È una battaglia strumentalizzata”, ha dichiarato Armeni a Money.it.
Bisogna fare intervento calibrato di volta in volta. Il giorno dopo il referendum dobbiamo mantenere vivo il problema. Se viene stralciata la norma il governo Meloni non farà nulla. Occorre tornare a fare attività sindacale reale, creare un sistema sostenibile per il lavoratore e l’impresa, secondo Armeni, che aggiunge:
“La verità? Il problema non arriva alla fine della sentenza. Noi sindacalisti usiamo le conciliazioni sindacali. La stragrande maggioranza dei contenziosi viene risolta extragiudizialmente, con un sistema di remunerazione concordato ma non giusto. Interveniamo anche su queste situazioni”.
Indennità licenziamento per piccole imprese senza limiti e regolamentazione obbligo causale contratti a termine
“Sono favorevole alla modifica”, ha dichiarato Balzano, spiegando perché voterà Sì:
Se precostituiamo l’indennizzo, il licenziamento diventa una voce di spesa. Attraverso il vecchio risarcimento del danno, così come lo prevedeva la legge 300/1970, il giudice - in base a anzianità di servizio, solidità impresa e altro - poteva stabilire il risarcimento del danno oneroso.
Era più temuto il risarcimento del danno che la reintegra. Che abbia una funzione deterrente oppure ristoratrice, credo che non ci dovrebbe essere una predeterminazione della penale. Deve essere il giudice a valutare il giusto indennizzo.
Sulle causali anche l’esperto è favorevole. “Il contratto a termine deve essere eccezionale rispetto a normalità - e la normalità è l’indeterminato. Se vuoi fare contratto a termine dovresti specificare le causali. Anche qui, se passa il quesito non si imbrigliato automaticamente le imprese”.
Armeni ricorda che il licenziamento per imprese fino a 15 dipendenti ad oggi prevede un massimo di sei mensilità di sanzione:
“Ma dare al tribunale la possibile di stabilire importi infiniti non è l’approccio giusto. Non salvaguarda il lavoratore né la piccola azienda, Una sentenza del genere può farla chiudere ed eliminare altri posti di lavoro”.
Sul fronte delle causali obbligatorie, invece, Armeni crede che introdurle sia una chimera:
“In ogni momento l’azienda mandarti via. Le causali sarebbero vaghe, spianando la strada ai contenziosi. Contratto a termine nella pratica è un periodo di prova. Ma almeno permette di entrare nel mondo del lavoro”.
Appalti e responsabilità infortuni sul lavoro, votare Sì o No al referendum?
Savino Balzano ricorda che ogni anno si registrano 1.000 morti sul lavoro, anche se questa cifra sottostima l’enorme dimensione del fenomeno. “Lo strumento dell’appalto è molto diffuso in Italia”, racconta l’esperto, e “l’estensione della responsabilità è positiva. I numeri sono da guerra civile. Ritengo sia doveroso votare sì”.
“Totalmente contrario” a questa soluzione è Claudio Armeni, che spiega:
“Bisogna intervenire dall’inizio. Spostare la responsabilità direttamente al committente è troppo lontano perché il committente non sa cosa si sta facendo. La filiera è molto lunga. Non si risolve così il problema delle morti del lavoro”.
Il problema per Armeni è a monte:
“Il committente che vince la gara poi sposta l’attività per motivi logistici e incapacità tecnica. Facciamo partecipare agli appalti chi è capace - se non hai i requisiti non partecipi all’appalto. Non finiscono così le morti su lavoro e le malattie professionali.
Occorre creare task force sul problema della sicurezza del lavoro”.
Referendum cittadinanza, votare Sì o No al referendum?
“Non ritirerò probabilmente la scheda, sabotando costituzionalmente il quesito”, confida Savino Balzano:
“Ci sono dei ritardi nel riconoscimento delle cittadinanze, ma è problema amministrativo e non legislativo. Non riconoscendo semplicemente la cittadinanza fai diventare le persone cittadini. Servono percorsi di integrazione”.
Armeni conferma che non andrà a votare:
“Bisogna intervenire sull’amministrativo. Bisogna lavorare su welfare e attività assistenziali. Ci sarebbe un massivo ingresso di persone in scia al boom delle cittadinanze che verrebbero rilasciate”.
Il ruolo della CGIL
La CGIL sta spendendo molti soldi per spingere le persone a votare e riceverebbe un rimborso di 2,5 milioni di euro qualora venisse raggiunto il quorum.
Per Armeni “è tutto il sistema che non funziona”:
“Stiammo spendendo 300 milioni di euro per una cosa inutile, è l’Italia degli sprechi. La CGIL potrebbe anche non aver bisogno di quei soldi. Ma il sistema va scollegato dalla reale rappresentanza. Sono stati spesi soldi per pagare gli attori, sui social le testimonianze, soldi che dovrebbero essere spesi per l’attività sindacale, non commerciale”.
Balzano, invece, ne è certo: “la democrazia ha un costo e deve essere finanziata pubblicamente”.
Per approfondire:
- Come si vota referendum 2025? Fac-simile e colori schede
- Guida al referendum su cittadinanza
- Tutti i quesiti del referendum a tema lavoro
- Guida al referendum su Jobs Act
- Guida al referendum su contratti di lavoro a termine
- Guida al referendum su licenziamenti
- Guida al referendum su infortuni sul lavoro
- Cosa cambia per le imprese se vince il Sì al referendum
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