Pensioni più basse a marzo, ecco perché e di quanto

Simone Micocci

14 Febbraio 2024 - 09:39

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Pensioni, a marzo torna l’acconto delle addizionali comunali. Ecco quanto si paga e in quali Comuni è in programma un aumento.

Pensioni più basse a marzo, ecco perché e di quanto

Sulla pensione di marzo, come vuole normativa, tornano le addizionali comunali in acconto. Appuntamento che per alcuni pensionati quest’anno potrebbe essere più dispendioso, in quanto ci sono Comuni che hanno annunciato un incremento dell’addizionale che quindi verrà ricalcolata a partire dal prossimo cedolino.

La ragione per cui le pensioni di marzo saranno più basse rispetto a quelle messe in pagamento a febbraio, quindi, è prettamente fiscale. E per lo stesso motivo ad aprile saranno più alte in quanto, come confermato dall’Inps, verranno applicate le nuove aliquote Irpef più vantaggiose per coloro che percepiscono un importo superiore a 15 mila e inferiore a 50 mila.

Ma concentriamoci sulla pensione in arrivo - tanto per chi ha l’accredito in posta quanto in banca - venerdì 1 marzo: di quanto si abbasserà a causa dell’applicazione dell’addizionale comunale? Facciamo chiarezza a riguardo.

Pensioni, come si applicano le addizionali

La tassazione sulle pensioni prevede che sull’importo lordo si applichino tanto le trattenute Irpef quanto quelle per le addizionali comunali e regionali.

Nel dettaglio, l’Irpef viene trattenuta mensilmente dall’Inps sulla base del reddito che si presume il pensionato percepisca per l’intero anno, salvo poi effettuare un conguaglio a gennaio in modo da calcolare se effettivamente quanto versato corrisponde al giusto.

Per quanto riguarda le addizionali, invece, viene utilizzato il seguente meccanismo:

  • per l’addizionale regionale il saldo viene effettuato nell’anno successivo a quello di riferimento, in undici mensilità da gennaio a novembre. Sulla pensione pagata da inizio anno, quindi, è applicata l’aliquota regionale sull’importo percepito nel corso del 2023;
  • per l’addizionale comunale vale lo stesso, in quanto il saldo viene effettuato sempre l’anno successivo su undici mensilità, da gennaio a novembre anche in questo caso.

Tuttavia, a differenza di quella regionale, l’addizionale comunale prevede anche un acconto per l’anno in corso, applicato per sole nove mensilità da marzo a novembre. A partire dal prossimo cedolino, quindi, al saldo per le addizionali regionali e comunali riferite al 2023 si aggiunge anche la trattenuta per l’acconto del 2024.

L’aumento delle addizionali comunali

Come anticipato, ciò che comporterà un ribasso della pensione rispetto a febbraio è l’applicazione dell’aliquota dell’addizionale comunale in acconto per il 2024. E la brutta notizia è che per alcuni ci sarà un aumento rispetto a quanto pagato lo scorso anno.

Con la delibera n. 474 del 2023, ad esempio, il Comune di Napoli ha confermato l’aumento dell’addizionale comunale che dallo 0,8% del 2022 è salita allo 0,9% nel 2023 fino ad arrivare all’1,0% nel 2024. Un incremento di cui quindi si comincerà ad avere un assaggio già dal prossimo cedolino di pensione quando appunto verrà trattenuta la prima mensilità dell’addizionale comunale per il 2024.

Un’altra città dove è previsto un leggero aumento dell’addizionale è Palermo, dove tuttavia la percentuale applicata è molto più bassa rispetto a quella prevista dal Comune di Napoli in quanto pari allo 0,938% nel 2023 e che a partire dal prossimo anno salirà all’1%.

A tal proposito, ricordiamo che l’acconto è pari alla misura del 30% dell’addizionale: ad esempio, per i pensionati del Comune di Napoli ci sarà una trattenuta pari allo 0,30%: il che significa che su una pensione di 1.500 euro lordi ne saranno trattenuti 4,50 euro. Lo stesso vale per i pensionati di Palermo.

Nel Comune di Roma, invece, l’aliquota è dello 0,90% (salvo aumenti che per il momento non sono attesi), con esenzione per i redditi fino a 12 mila euro (quindi poco meno di 925 euro di pensione lorda mensile). Di conseguenza la trattenuta effettuata a partire dal prossimo cedolino è pari allo 0,27%: su una pensione di 2.000 euro lordi, quindi, vengono trattenuti 5,40 euro.

A Milano, invece, l’addizionale è pari allo 0,8% con una fascia di esenzione molto elevata: fino a 23 mila euro di reddito, quindi circa 1.769 euro mensili di pensione, non si paga. Per tutti gli altri da marzo scatterà la prima trattenuta dello 0,24%, mentre la restante parte verrà recuperata con il saldo in programma, tra gennaio e novembre, del prossimo anno.

Per tutti gli altri pensionati, dall’apposito servizio messo a disposizione dal ministero dell’Economia e delle Finanze (che trovate qui) potete consultare l’elenco di tutti i Comuni d’Italia con le rispettive aliquote di addizionale, in modo che possiate farvi un’idea di quanto si perderà a partire dalla prossima pensione.

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# Tasse
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