Sulle pensioni minime arriva un bonus da 360 euro l’anno da gennaio 2026. Ecco tutti i nuovi importi.
Con l’annuncio - anticipato da noi di Money.it - del tasso di rivalutazione delle pensioni possiamo calcolare il nuovo importo della pensione minima 2026, sulla quale si aggiungono anche altre voci.
Nel complesso, rispetto a oggi sulla pensione minima spetterà un aumento di circa 360 euro l’anno. Tra rivalutazione ordinaria, straordinaria e incremento al milione, per chi prende una pensione il cui importo è inferiore al trattamento minimo, infatti, spetta un aumento rispetto a oggi di circa 30 euro, buona parte dei quali comprendono l’aumento di 20 euro riconosciuto in legge di Bilancio.
A tal proposito, ripercorriamo tutti gli step dell’aumento della pensione minima facendo chiarezza su quando spetta l’intero aumento di 360 euro - netti - l’anno.
Pensione minima, di quanto aumenta con la rivalutazione ordinaria
Per il 2026 la percentuale di rivalutazione applicata alle pensioni sarà dell’1,4%, dato anticipato in esclusiva da Money.it. La pensione minima, oggi pari a 603,40 euro mensili (per un totale annuo di 7.844,20 euro), rientra interamente nel primo scaglione della perequazione e beneficia quindi dell’indice pieno.
Applicando l’aumento dell’1,4% otteniamo una nuova pensione minima pari a circa 611,85 euro al mese, con un incremento di 8,45 euro. Su base annua ciò corrisponde a un importo complessivo di 7.953,05 euro, cioè 108,85 euro in più rispetto al 2025.
La rivalutazione straordinaria
Oltre alla rivalutazione ordinaria dell’1,4%, per il 2026 è confermata anche la rivalutazione straordinaria destinata alle pensioni il cui importo è inferiore al trattamento minimo. Si tratta della maggiorazione prevista per sostenere i redditi più bassi, che nel 2025 era pari al 2,2% e che dal prossimo anno verrà ridotta all’1,5%.
Il meccanismo rimane lo stesso: la perequazione straordinaria si applica sull’importo della pensione dopo l’aumento ordinario, così da garantire un ulteriore adeguamento a chi percepisce meno della soglia minima. La diminuzione dal 2,2% all’1,5% comporta però un incremento più contenuto rispetto allo scorso anno, pur rimanendo un sostegno importante per queste categorie.
Prendendo come riferimento l’attuale pensione minima di 603,40 euro, l’aumento dell’1,4% porta l’importo a 611,85 euro. Su questa cifra si applica poi l’incremento straordinario dell’1,5%, che aggiunge altri 9,18 euro, portando il totale a circa 621,03 euro al mese. Il risultato finale è quindi un aumento complessivo di circa 17,63 euro mensili, vale a dire poco più di 229 euro l’anno.
Il confronto con il 2025 mostra bene la differenza. Lo scorso anno, a fronte di una pensione minima più bassa, la rivalutazione straordinaria era più generosa grazie al coefficiente del 2,2%. Nel 2026, invece, la parte straordinaria si riduce, ma l’effetto combinato dei due meccanismi garantisce comunque un incremento annuo significativo: più di quanto offra la sola rivalutazione ordinaria, e sufficiente a mantenere un parziale recupero del potere d’acquisto per chi percepisce trattamenti molto vicini alla soglia minima.
L’aumento dell’incremento al milione
Accanto alla rivalutazione scatterà anche il potenziamento dell’incremento al milione, la maggiorazione destinata a chi percepisce trattamenti molto bassi e che nel 2026 subirà un forte rafforzamento. Una volta aggiornato l’importo della pensione minima con la sola rivalutazione ordinaria - pari a 611,85 euro - si applicherà infatti una maggiorazione composta da 136,44 euro cui si aggiungono ulteriori 20 euro introdotti dalla nuova legge di Bilancio. Il totale dell’incremento raggiunge quindi 156,44 euro, che portano la pensione percepita a circa 768,30 euro al mese.
È importante chiarire che questo meccanismo non si aggiunge alla rivalutazione straordinaria riconosciuta alle pensioni inferiori al minimo. Le due misure non operano insieme: l’incremento al milione prevale e sostituisce la parte straordinaria. In altre parole, chi ha diritto all’incremento al milione non riceve anche l’1,5% aggiuntivo, ma beneficia direttamente del valore pieno della maggiorazione, molto più elevato dell’aumento che deriverebbe dalla sola rivalutazione straordinaria.
Potranno accedere alla maggiorazione i pensionati che hanno compiuto 70 anni, con possibilità di ridurre il requisito anagrafico di un anno ogni cinque anni di contributi, fino a un minimo di 65 anni. Lo stesso incremento è riconosciuto anche agli invalidi civili totali maggiorenni e ai titolari di Assegno sociale di almeno 70 anni, permettendo anche a queste categorie di raggiungere un importo mensile prossimo alla soglia dei 770 euro.
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