Parata russa della vittoria: cos’è e perché è importante

Giorgia Bonamoneta

20 Aprile 2022 - 18:50

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Il 9 maggio è segnato sul calendario russo come festa nazionale. È una data simbolo e simbolica che nelle ultime settimane ha rappresentato l’ipotetica fine della guerra. Cos’è davvero per i russi?

Parata russa della vittoria: cos’è e perché è importante

La parata russa della vittoria si farà e precisamente si farà nella città assediata di Mariupol. Questo è quanto afferma l’agenzia russa Tass, che riporta le parole della vicesindaca, Viktoria Kalachova, nominata dal Cremlino. Si può quindi dare per certa, dal punto di vista russo, la piena vittoria sulla cittadina di Mariupol, assediata e bombardata per settimane per via della posizione strategica che gioca per il dominio del territorio nel sud dell’Ucraina.

Secondo la sindaca “la popolazione di Mariupol aspetta questo evento”, la stessa popolazione bombardata. Non stupisce tale propaganda sui mezzi di comunicazione russi, dopotutto va ricordato che per gran parte della popolazione l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è ancora considerabile un’operazione militare speciale per la liberazione dei fratelli ucraini e russofoni dal dominio nazifascista. Erano proprio queste le motivazioni iniziali di Vladimir Putin quando, ormai più di 50 giorni fa, ha dato il via alla guerra.

La parata russa prevista il 9 maggio serve a coronare una vittoria che non è una vera vittoria, eppure Putin deve dimostrare di aver portato a termine almeno una parte dell’invasione, che per molti altri aspetti è considerata un fallimento militare. Nelle scorse settimane la data del 9 maggio era emersa come possibile data della fine della guerra, una data simbolo che raccontava una grande vittoria contro il nazismo che si ripeteva a distanza di 77 anni. Un punto di svolta sul tabellone della narrazione propagandistica che Putin porta avanti in Russia.

A questo punto si deve chiarire cos’è (davvero) la parata russa della vittoria di cui tanto si sta parlando in questi giorni e perché rischia di divenire un vuoto simbolo di ciò che è stata in passato.

La parata russa simbolo della vittoria contro il nazifascismo: cos’è

Da settimane la data del 9 maggio è considerata quella che, secondo esperti e opinionisti, segnerà la fine della guerra. In altri contesti è stata smentita, soprattutto perché la Russia fatica ancora a trovare un ritmo a questa invasione che lei stessa ha iniziato. In ogni caso non è una data casuale, è anzi fortemente simbolica e per questo, in un modo o nell’altro, sembra che il Cremlino voglia usarla per mandare un messaggio.

Non è un caso se la parata russa della vittoria del 9 maggio, come da annuncio, è stata confermata nella città ucraina di Mariupol. Per capire cos’è la parata della vittoria e perché è così importante per la Russia si deve fare un passo indietro al 1945, ben 77 anni fa. L’8 maggio la Germania nazista firmà la resa e il 9 maggio venne annunciata la fine della Seconda guerra mondiale. Una data simbolo, soprattutto per la Russia, che aveva reso la guerra contro il nazismo una guerra patriottica, tanto che la Seconda guerra mondiale è proprio chiamata la “Grande guerra patriottica”.

Dal 1965 la Giornata della vittoria, che si celebra proprio il 9 maggio, è divenuta festa nazionale dell’Urss. Ogni anno si organizza una grande parata di celebrazione militare, con sfoggio di militari, mezzi e alte cariche dello Stato.

L’importanza della data del 9 maggio: perché la Russia utilizza la parata della vittoria come strumento di propaganda

Per Vladimir Putin è tempo di portare a casa un successo importante e Mariupol è una città strategica, la cui presa segna la fine della cosiddetta “prima fase”. Per alcuni la seconda fase della guerra in Ucraina è già iniziata quando la Russia ha compattato le truppe sul confine orientale per la presa del Donbass, ma anche questo fronte va a rilento.

Secondo gli esperti, una volta sconfitta la resistenza ucraina a Mariupol, riunita nell’acciaieria Azovstal, gli 8-10 mila uomini impegnati nella città potranno essere spostati sul nuovo fronte. La presa di Mariupol è quindi essenziale e strategica sotto diversi punti di vista: il primo è quello militare, per poter spostare le truppe in una nuova zona di conquista; il secondo è più simbolico e si riaggancia al discorso in apertura, ovvero alla necessità di Putin di portare a casa una vittoria importante.

La guerra in Ucraina è stata identificata fin da subito come una guerra di liberazione dalle forze naziste, rappresentate dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’operazione speciale sarebbe dovuta essere una guerra lampo, con la presa di Kyiv e la sostituzione del governo ucraino con uno fantoccio. Più facile a dirsi che a farsi. Infatti la resistenza ucraina si è dimostrata ardua e gli aiuti occidentali ben più consistenti di quanto Putin e le alte schiere si erano potuti immaginare.

Con il passare del tempo la guerra di liberazione è diventata una guerra contro tutti i nazisti, civili compresi. Quelli stessi cittadini bombardati e uccisi che oggi, secondo le parole della vicesindaca di Mariupol, non aspettano altro che la parata russa della vittoria del 9 maggio.

Una possibile spiegazione, più plausibile, è che Mariupol sia diventata una città strategica anche da un punto di vista della propaganda - oltre a quello militare per la conquista di gran parte del territorio che si affaccia sul mare -, per mantenere la facciata dell’operazione speciale di liberazione. Tanto che la scorsa settimana sono arrivati sul posto un gruppo di giornalisti per annunciare una vittoria non ancora aggiudicata e seguire la parata russa della vittoria.

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