Nelle ultime ore il Presidente Donald Trump ha cercato di smorzare i toni nei confronti della Cina. Attenzione, però, al colpo di coda del Dragone
È bastata una sola seduta per poter alimentare l’animo pessimista di tutti coloro che, causa le parole del Presidente americano Trump, hanno immediatamente gridato al tanto atteso ribasso sui mercati azionari. Tutto in pochi minuti, veloce come la storia insegna, è quanto accaduto venerdì a seguito della minaccia di un “massiccio aumento” di dazi da parte del tycoon statunitense: destinatario del messaggio? La Cina, quella superpotenza economica finora silenziosa, abile nel posizionarsi strategicamente e, pronta, sempre pronta, ad agire sottotraccia.
Tralasciando le spiegazioni già ampiamente trattate in queste ultime ore, il “match Usa vs Cina” potrebbe essere solo all’inizio e, le parole finora usate (“andrà tutto bene”) dall’inquilino della Casa Bianca, non sembrano poter essere sufficienti a calmare gli animi (di entrambe le parti).
Il fatto, comunque, resta e la cifra al termine della settimana che ci lasciamo alle spalle si è contraddistinta per il segno meno prima dei rispettivi saldi. Sui mercati finanziari il susseguirsi di nuovi ed ennesimi record non aveva finora trovato alcun elemento di contrasto e, da parte nostra, una anomalia a tale “positivismo” veniva circoscritta ad un solo elemento: il «VIX quale segnale anticipatore in vista di un potenziale ribasso?».

Questo l’interrogativo posto una settimana fa in capo al temuto “indice della paura” che, nonostante i modesti valori di allora (area 16,65 punti), evidenziava un particolare parallelismo riconducibile ad una anomala correlazione con il rialzo delle piazze azionarie internazionali.
Oggi, a distanza di una sola ottava, quel «dubbio» che poteva sorgere in noi sembra aver trovato corrispondenza con le recenti quotazioni ed, infatti, al significativo ribasso del mercato avvenuto venerdì ha immediatamente coinciso il nuovo spunto rialzista dello stesso VIX: massimo intraday oltre i 22,40 punti con chiusura finale a 21,66.
Questa mattina, però, si sono potuti osservare scambi al di sotto dei 20 punti che, se confermati nelle prossime ore, contribuirebbero ad un plausibile stazionamento (prolungato) a ridosso di quest’ultima soglia: se ciò dovesse accadere, di fatto, il mercato azionario vivrebbe un momento di debolezza con serie implicazioni in ottica di breve termine. Particolare attenzione, quindi, al susseguirsi delle giornate dove la creazione di una fase di lateralità (range individuabile tra i 19,58 e 17,73 punti) vedrebbe favorire la costituzione di solide basi propedeutiche per un potenziale rialzo di entità superiore ai recenti 22 punti.

L’asset class azionaria ha subito un lieve deterioramento della performance da inizio anno. Con un rialzo comunque degno di nota poiché ancora superiore alla doppia cifra (+12,84%) - il benchmark MSCI World Usd - argina nel migliore dei modi la frenetica corsa alle vendite registrata sul finire di ottava. Il sottostante, beneficiando di nuovi record, ha prima conseguito l’obiettivo rialzista individuato a quota 4.388 punti per, successivamente, capitolare ben oltre i 4.277 punti (minimo weekly a 4.237,72) corrispondenti all’area di prezzo ipotizzata all’inizio di settimana.
Completato l’intero pattern, ora, lo scenario sembra poter essere circoscritto a due ipotesi abbastanza chiare dal punto di vista tecnico: in ottica ribassista l’indice MSCI World Usd potrebbe proseguire la sua discesa con approdo non oltre i 4.134 punti, mentre, all’opposto, guardando ad una potenziale reazione rialzista, si può individuare quota 4.337 punti quale principale obiettivo prima di poter assistere ad un nuovo record.
A margine, inoltre, è opportuno non sottovalutare l’intero impianto algoritmico (sia leading che lagging indicators) che, per il momento, vive di una precaria stabilità con valori prossimi a neutral rispetto al buy signal (precedente orientamento sulla maggioranza degli indicatori impiegati).

In Europa, l’abituale sintesi rappresentata dall’ampio e diversificato indice Stoxx Europe 600, ha beneficiato di un massimo settimanale a 574,32 punti avvicinandosi, pertanto, all’area di prezzo individuata in prossimità di soglia 575 punti. Il mancato conseguimento di quest’ultimo livello, però, ha visto compromesso l’intero segmento algoritmico con particolar attenzione a quello più reattivo e veloce rappresentato dai principali leading indicators che, al momento, vedono un ulteriore indebolimento soprattutto sul time frame settimanale.
Ipotizzare un cedimento di lieve entità (ossia non superiore all’1,2%) potrebbe rappresentare una naturale e coerente prosecuzione del movimento ribassista iniziato al termine della trascorsa tornata settimanale con finale approdo a quota 558,75 punti. Quasi certamente, qualora si dovesse registrare una chiusura weekly inferiore, l’intero scenario grafico vedrebbe mutata la sua stessa impostazione di breve termine con nuove implicazioni ribassiste orientabili ad un successivo target inferiore a soglia 549,25 punti. Positivo, invece, il ritorno delle quotazioni oltre area 554 punti con ottime potenzialità di nuovi massimi.

Nonostante le recenti notizie e gli sviluppi ai quali potremmo assistere tra le due superpotenze Stati Uniti e Cina, l’indice orientale SSE Composite continua nella sua lateralità e, finora, a nulla è valso il timido approdo oltre i 3.900 punti che si è potuto osservare nelle ultime giornate.
La soglia psicologica dei 4.000 punti rimane confermata quale traguardo in ottica di breve termine mentre quota 3.820 punti può essere individuata come la principale soglia di supporto che, se violata, comporterebbe un potenziale downside con estensione fino ad area 3.732,84 punti.
Il bacino algoritmico mostra un rapido ridimensionamento dei valori su alcuni dei più sensibili leading indicators, mentre, sul contrapposto basket lagging, non si evidenziano severi mutamenti di scenario (ancora in buy signal).
L’imprevedibilità del Presidente a stelle e strisce The Donald non sembra stupire la comunità finanziaria che, già in queste ultime ore, appare propensa ad un ritorno agli acquisti soprattutto sul versante oltre oceano. Se di timori si dovrà trattare nelle prossime giornate, forse, questa volta, l’attore protagonista potrebbe essere l’estremo Oriente, con una Cina ed i suoi principali rappresentati, impegnati a difendere e legittimare il loro primato in ambito commerciale.
Nuove tensioni potrebbero nascere.
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