Lotta ai contanti, dov’è il piano anti-evasione? Bonus a rischio nel 2020

Rosaria Imparato

26/05/2020

25/10/2022 - 11:56

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Lotta ai contanti, l’emergenza sanitaria ha fatto sparire il piano anti-evasione? Vediamo perché il bonus befana, pensato dalla Legge di Bilancio come premio per chi paga con carta e bancomat, è a rischio per il 2020.

Lotta ai contanti, dov’è il piano anti-evasione? Bonus a rischio nel 2020

Lotta ai contanti, che fine ha fatto il piano anti-evasione? Il bonus befana, il premio per chi paga con carta o bancomat a partire dal 1° luglio 2020, è a rischio a causa dell’emergenza sanitaria.

Il decreto Rilancio ha infatti “attinto” dal Fondo creato dalla Legge di Bilancio proprio per il bonus befana, con risorse pari a 3 miliardi di euro.

La guerra all’evasione fiscale era uno dei pilastri fondanti del secondo Governo Conte, almeno prima che la crisi (sanitaria prima ed economica poi) cambiasse le carte in tavola, sconvolgendo di conseguenza anche le priorità a cui dedicarsi.

Eppure, l’evasione continua a essere uno dei grandi e innegabili problemi dell’Italia: che sia questo il momento giusto per una riforma fiscale?

Lotta ai contanti, dov’è il piano anti-evasione? Bonus a rischio nel 2020

L’emergenza sanitaria ha scombussolato i piani di tutti, anche (e soprattutto) quelli del Governo. Il 2020 infatti avrebbe dovuto essere l’anno della guerra all’evasione fiscale, basata sugli incentivi ai pagamenti tracciabili da un lato e alla lotta ai contanti dall’altro.

Esempio perfetto di questo tipo di meccanismo è il bonus befana, chiamato così perché sarebbe dovuto arrivare da gennaio 2021 per le spese effettuate tramite carta o bancomat.

Le spese considerate sarebbero dovute essere solo quelle effettuate con mezzi tracciabili dal 1° luglio 2020, giorno in cui scatta anche il nuovo limite ai contanti.

Il Governo aveva previsto un vero e proprio piano cashless: il bonus befana avrebbe dovuto rimborsare anche le spese sostenute con moneta elettronica nei campi in cui è ancora molto diffuso l’uso del contante, come le prestazioni d’opera (dal parrucchiere all’idraulico), così come i ristoranti e i lavori in casa.

Il rimborso sarebbe arrivato fino a 500 euro. La crisi Covid-19 ha però cambiato le carte in tavola, e le risorse stanziate dalla Legge di Bilancio per il bonus befana -3 miliardi di euro- sono finite nel DL Rilancio.

A specificarlo è l’articolo 265 del provvedimento, comma 7 lettera b):

“quanto a 3.000 milioni di euro per l’anno 2021, mediante corrisponde riduzione della dotazione del fondo di cui all’articolo 1, comma 290, legge 27 dicembre 20 I 9, n. 160.”

Lotta ai contanti, che fine ha fatto il piano anti-evasione fiscale?

Il problema, se così si può chiamare, è che il bonus befana è stato “prosciugato” per spostare i fondi nel DL Rilancio, diventato operativo dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 19 maggio, ma senza menzioni a proroghe o rinvii.

È stato “stoppato” e basta, almeno per ora: il decreto attuativo del Ministero dell’Economia era previsto entro il mese di aprile.

Anche la lotteria degli scontrini fa parte del piano anti-evasione del Governo, come incentivo ai pagamenti tracciabili: la nuova riffa di Stato con i suoi premi è stata rimandata al 1° gennaio 2021.

Sembra insomma che per il 2020 il piano anti-evasione sia bloccato, eppure non tutti sono d’accordo.

Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha dichiarato in un’intervista alla Stampa che l’evasione fiscale ci costa 100 miliardi di euro. Cifre da capogiro, che lasciano un enorme buco nel Fisco e che farebbero comodo sempre, ma soprattutto in tempo di crisi:

“La tragedia del Coronavirus ha aperto la strada a margini fiscali impensabili. A forza di sovrapposizioni, il sistema è diventato iniquo e ha perso la progressività che gli imporrebbe la Costituzione. Con una seria riforma pagheremmo meno e pagheremmo tutti.”

La crisi insomma potrebbe anche portare qualcosa di buono, se venissero colte le giuste opportunità: il primo passo, per Ruffini, sarebbe quello di raccogliere le centinaia di leggi e decreti in materia tributaria in un Testo Unico ed eliminare quelle inutili.

Da qui si porrebbero le basi per una vera e propria riforma fiscale: si dice d’accordo con Ruffini anche Laura Castelli, sottosegretaria al Ministero dell’Economia, che punta al decreto Semplificazioni per facilitare la vita fiscale dei contribuenti.

Vedremo se sarà davvero così, ma per ora una cosa è quasi certa: niente befana il prossimo anno.

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