Coronavirus, laurea Medicina abilitante per sempre? Cosa dice il decreto Cura Italia

Teresa Maddonni

18/03/2020

23/06/2020 - 14:06

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Coronavirus, la laurea in Medicina abilitante, ma per sempre? Il decreto Cura Italia ha introdotto il superamento dell’Esame di Stato per l’abilitazione entrato in vigore il 17 marzo. Vediamo cosa dice il testo in merito.

Coronavirus, laurea Medicina abilitante per sempre? Cosa dice il decreto Cura Italia

Coronavirus: la laurea in Medicina diventa abilitante, ma per sempre? Il testo ufficiale del decreto Cura Italia entrato in vigore il 17 marzo ha stabilito l’abolizione dell’Esame di Stato per i giovani neolaureati in Medicina e Chirurgia al fine di affrontare l’emergenza.

Il decreto ha anche definito le assunzioni straordinarie di medici e infermieri.

Resta qualche dubbio leggendo l’articolo 102 del decreto circa la possibilità che la laurea in Medicina sia abilitante per sempre o solo per il 2020.

Cerchiamo di fare chiarezza sull’abolizione dell’Esame di Stato per la professione medica consultando anche la relazione tecnica al decreto che dà ulteriori specifiche sulla laurea in Medicina abilitante.

Coronavirus: laurea Medicina abilitante per sempre? Il decreto

La laurea in Medicina diventa abilitante per l’emergenza coronavirus e a stabilirlo è il decreto Cura Italia, il cui testo ufficiale è stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.

In particolare, oltre alle assunzioni straordinarie di medici e infermieri tra pensionati, precari e specializzandi, si prevede anche che la laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia sia di per sé abilitante. Questo stabilisce quindi l’abolizione dell’Esame di Stato.

Nel decreto si danno disposizioni sull’abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo con la previsione che:

“il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia – Classe LM/41 abilita all’esercizio della professione di medico-chirurgo, previa acquisizione del giudizio di idoneità di cui all’articolo 3 del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 9 maggio 2018, n. 58.”

Inoltre si stabilisce, sempre all’articolo 102 del decreto, che:

“Con decreto rettorale gli atenei dispongono l’adeguamento dei regolamenti didattici di ateneo disciplinanti gli ordinamenti dei corsi di studio della Classe LM/41-Medicina e Chirurgia. Per gli studenti che alla data di entrata in vigore del presente decreto risultino già iscritti al predetto Corso di laurea magistrale, resta ferma la facoltà di concludere gli studi, secondo l’ordinamento didattico previgente, con il conseguimento del solo titolo accademico. In tal caso resta ferma, altresì, la possibilità di conseguire successivamente l’abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo, secondo le modalità di cui al comma 2.”

Ma cosa dice il comma 2? Il comma 2 del suddetto articolo stabilisce che per i laureati in Medicina e Chirurgia il cui corso di laurea non prevedeva il tirocinio:

“si abilitano all’esercizio della professione di medico-chirurgo con il conseguimento della valutazione del tirocinio.”

Il decreto stabilisce quindi che la laurea è abilitante se il tirocinio è presente nel corso di studi. Per coloro i quali il tirocinio e la relativa valutazione di idoneità avviene post laurea è con il conseguimento dello stesso tirocinio che ci si abilita alla professione.

Si legge inoltre che:

“i candidati della seconda sessione - anno 2019 degli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo, che abbiano già conseguito il giudizio di idoneità nel corso del tirocinio pratico-valutativo oppure che abbiano conseguito la valutazione prescritta dall’articolo 2 del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca n. 445 del 2001, sono abilitati all’esercizio della professione di medico-chirurgo.”

Il tirocinio resta, ciò che viene superato è quindi l’Esame di Stato al termine dello stesso. A chiarire questo punto è la relazione tecnica al decreto Cura Italia in merito alla laurea in Medicina abilitante dove sempre all’articolo 102 si legge

“che la disposizione prevede il superamento, a regime, del meccanismo di abilitazione all’esercizio professionale per i laureati in Medicina e Chirurgia, attraverso l’esame di Stato. ”

Il fatto che vi sia scritto “a regime” ci dà la conferma che la laurea in Medicina è abilitante per sempre e che l’esame di Stato viene abolito anche per gli aspiranti medici che verranno secondo il decreto Cura Italia. Vediamo cosa ha detto qualche giorno fa in merito ministro dell’Università e Ricerca Gaetano Manfredi.

Coronavirus, laurea Medicina abilitante per 10mila medici

Per l’emergenza coronavirus la laurea in Medicina diventa abilitante per 10mila medici e a parlarne è stato il ministro dell’Università e della ricerca Gaetano Manfredi dal momento che questo processo è assolutamente necessario per sopperire alla carenza di camici bianchi.

Il ministro Manfredi, che con Lucia Azzolina si divide il Miur, ha commentato la misura del decreto Cura Italia contro il coronavirus al termine della sua approvazione da parte del Consiglio dei Ministri due giorni fa affermando che la laurea in Medicina diventa abilitante:

“il che significa liberare immediatamente sul sistema sanitario l’energia di circa 10 mila medici e far fronte alla carenza.”

E ancora ha detto:

“Fronteggiare l’emergenza Coronavirus significa dare risposte immediate ma con una visione che consenta all’Italia di guardare in prospettiva al medio-lungo periodo. Cogliamo questo momento di difficoltà per adeguarci per sempre e con positività anche alle esigenze di una società che cambia.”

Per fare ciò si è deciso di agevolare l’accesso alla professione medica per molti giovani neolaureati. In particolare per le università sono stati stanziati 50 milioni e proprio in merito all’attività didattica degli atenei è stato previsto che l’anno accademico arrivi al 15 giugno in modo da agevolare la laurea di molti e non rinviarla così alla successiva sessione.

Fondi sono stati stanziati anche per la scuola e per la didattica a distanza che sta salvando l’anno scolastico minacciato dal coronavirus.

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