Inflazione Italia settembre rimane sotto target BCE. Magra consolazione dal carrello della spesa

Laura Naka Antonelli

30 Settembre 2025 - 12:16

I dati Istat sul trend dell’inflazione in Italia: la variazione su base mensile presenta anche un segno meno. Occhio all’indebolimento della componente del carrello della spesa.

Inflazione Italia settembre rimane sotto target BCE. Magra consolazione dal carrello della spesa

Nel mese di settembre, l’inflazione dell’Italia misurata dall’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è scesa dello 0,2% su base mensile, avanzando del +1,6% su base annua (come nel mese precedente di agosto). Lo ha riportato l’Istat, l’Istituto Nazionale di statistica, spiegando che la stabilità dell’inflazione, che su base annua ha riportato lo stesso ritmo di agosto, è stata dovuta al trend di diversi aggregati di spesa.

In evidenza il rallentamento i prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +5,6% a +4,8%), a fronte tuttavia della accelerazione dei prezzi degli alimentari lavorati (da +2,7% a +3,0%) e degli energetici regolamentati (da +12,9% a +14,0%), a cui si è affiancata la ripresa dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -6,3% a -5,2%).

Inflazione Italia, il commento dell’Istat. Occhio all’inflazione core, ancora sopra target BCE

Così l’Istat ha commentato il dato che, su base annua, si è confermato inferiore al target di inflazione fissato dalla BCE, pari al 2%:

“A settembre 2025, secondo le stime preliminari, l’inflazione resta ferma al livello del mese precedente (+1,6%), sintesi di dinamiche opposte dei prezzi relativi ai diversi aggregati di spesa. Sono in ripresa, su base tendenziale, i prezzi degli energetici (-3,7% da -4,8% di agosto) e sono in rallentamento quelli degli alimentari (+3,6% da +3,8%), soprattutto per la componente non lavorata (+4,8% da +5,6%). Si attenua, a settembre, il ritmo di crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+3,2% da +3,4%), mentre l’inflazione di fondo rimane invariata (a +2,1%)”.

Per inflazione di fondo, si intende l’inflazione core, ovvero il tasso di inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi, che è rimasto dunque invariato (a +2,1%, in questo caso superiore al target del 2% della BCE).

Il trend dell’inflazione core, che rimane sopra target BCE. E del carrello della spesa

L’inflazione al netto invece dei soli beni energetici si è indebolita, segnando una crescita al ritmo pari a +2,1%, rispetto al +2,3% precedente.

L’Istat ha precisato inoltre che l’inflazione acquisita per il 2025 è stata pari a +1,7% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo.

Da segnalare che quelli appena resi noti sono numeri preliminari, che saranno soggetti dunque a una revisione.

Sempre su base annua, la crescita dei prezzi dei beni si è rafforzata lievemente nel mese di settembre (da +0,6% a +0,7%), mentre quella dei servizi si è smorzata (da +2,7% a +2,6%): dinamiche che hanno portato il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a ridursi, portandosi a +1,9 punti percentuali (dai +2,1 del mese precedente).

In evidenza oltre ai prezzi del carrello della spesa (prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona che sono dunque scesi, dal +3,4% a +3,2%), quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, che hanno accelerato invece il passo, riportando su base annua un rialzo pari a +2,7%, rispetto al precedente +2,3%.

Per quanto concerne il trend negativo dell’inflazione su base mensile, l’Istat ha spiegato che a incidere sull’indebolimento dei prezzi è stata soprattutto la flessione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-3,3%), in parte compensata dalla crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati (+0,6%).

IL’Istat pubblica anche andamento prezzi alla produzione dell’industria e delle costruzioni

Oggi l’Istat ha pubblicato anche il dato relativo ai prezzi alla produzione dell’industria di agosto, che è sceso ad agosto dello 0,6% su base mensile, salendo dello 0,2% su base annua (era +1,6% a luglio).

Sul mercato interno i prezzi sono scesi dello 0,7% rispetto a luglio, aumentando dello 0,5% su base annua (da +2,4% del mese precedente). Escludendo il comparto energetico, i prezzi sono saliti su base mensile dello 0,3% avanzando su base annua (+0,9%, da +0,6% di luglio).

Sul mercato estero i prezzi sono calati invece dello 0,1% su base mensile (-0,1% in entrambe le aree, euro e non euro), mettendo a segno un rialzo pari a +0,3% su base annua (+0,4% area euro, +0,2% area non euro).

In generale, l’Istat ha riferito che, nel trimestre giugno-agosto 2025, rispetto al precedente, i prezzi alla produzione dell’industria sono saliti dello 0,4% (+0,8% mercato interno, -0,5% mercato estero).

A essere pubblicati dall’Istat oggi anche i prezzi alla produzione delle costruzioni per edifici residenziali e non residenziali che, sempre nel mese di agosto, sono cresciuti dello 0,3% su base mensile e dell’1,3% su base annua (rispetto a +1,0% di luglio); quelli di strade e ferrovie sono scesi dello 0,2% su base mensile, avanzando dello 0,1% in termini tendenziali (erano stazionari su base annua a luglio).

In generale, nel trimestre giugno-agosto 2025, rispetto al precedente, i prezzi degli edifici residenziali e non residenziali sono diminuti dello 0,1%, mentre quelli di strade e ferrovie hanno riportato una flessione dello 0,2%.

Codacons, confermato nostro allarme caro-scuola. Listini rincarano del 6,1%

In evidenza il commento dell’Associazione dei consumatori Codacons, secondo il quale i dati relativi all’indice dei prezzi al consumo hanno confermato l’allarme per il caro scuola:

“L’Istat conferma gli allarmi del Codacons circa il caro-scuola, con i prezzi dei libri di testo che a settembre registrano un incremento medio del +2,5% su anno, mentre i listini del materiale scolastico rincarano del +6,1%”.

L’inflazione che si è attestata a +1,6% su anno, ha spiegato il Codacons, “in termini di spesa e considerati i consumi totali delle famiglie, equivale ad un maggiore esborso pari a +526 euro annui per la famiglia ’tipo’, +716 euro per un nucleo con due figli”.

Così l’associazione:

“Secondo i dati dell’Istat, infatti, a settembre i prezzi del materiale scolastico (cartoleria e materiale da disegno) aumentano in media del +6,1% su anno, mentre i listini dei libri scolastici segnano un rialzo medio del +2,5% che, aggiunto al +3,8% dello scorso anno, porta la spesa media delle famiglie per i libri di testo a salire del +6,3% nell’ultimo biennio, a dimostrazione di come tutte le denunce del Codacons circa il caro-scuola e la stangata d’autunno a carico delle famiglie fossero più che fondate”.

Confermato dunque quell’allarme che la Codacons aveva lanciato in occasione della pubblicazione del dato finale relativo all’inflazione di agosto da parte dell’Istat.

Lo scorso 11 settembre 2025, la BCE di Christine Lagarde ha confermato i tassi di interesse dell’area euro per la seconda volta consecutiva, dopo averli tagliati per otto volte nel periodo compreso tra il 6 giugno 2024 e il 5 giugno 2025.

Ma secondo alcuni economisti, che continuano a temere un trend dell’inflazione sotto al target del 2% per un periodo di tempo sostenuto, la Banca centrale europea starebbe commettendo addirittura un errore madornale. Altri esperti fanno notare che la BCE fa bene invece a optare per lo status quo visto che, come denunciano le associazioni dei consumatori, alcuni prezzi continuano a confermarsi elevati in modo persistente.

Argomenti

# Bce
# Italia

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.