Piccole e medie imprese nel mirino dei controlli di Stato e Fisco

Rosaria Imparato

23 Ottobre 2019 - 17:22

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I dati dell’indagine della CGIA di Mestre parlano chiaro: le piccole e medie imprese sono nel mirino dei controlli di Stato e Fisco con ben 122 controlli potenziali all’anno. La richiesta è quella di procedere verso una semplificazione fiscale che faciliti la vita delle imprese e dei titolari di Partite IVA.

Piccole e medie imprese nel mirino dei controlli di Stato e Fisco

Secondo un’indagine della CGIA di Mestre, le piccole e medie imprese si trovano nel mirino dei controlli incrociati di Stato e Fisco.

Circa 122 i controlli annuali a cui le PMI devono far fronte, tra INPS, INAIL, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Guardia di Finanza e altri ancora.

In totale, infatti, sono ben 19 gli Enti pubblici diversi che si occupano di controlli e accertamenti alle piccole e medie imprese.

Per questa indagine, la CGIA di Mestre ha suddiviso il quadro legislativo in quattro aree (Ambiente e sicurezza, Fisco, Contrattualistica e Amministrativo) e poi ha calcolato il numero dei controlli a cui un’azienda può venire esposta.

L’area più a rischio controlli è risultata essere “Ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro”, con 60 possibili controlli svolti con cadenza annuale.

La richiesta che viene fatta al Governo è di procedere realmente in direzione della semplificazione fiscale, snellendo il numero delle leggi e facilitando anche la comprensione delle norme utilizzando un linguaggio più comprensibile a tutti.

Le PMI nel mirino dei controlli di Stato e Fisco con 122 possibili controlli annuali

Secondo l’indagine portata avanti dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre le PMI sono tra le più bersagliate dagli accertamenti di Stato e Fisco.

Le PMI rischiano annualmente 122 controlli all’anno da parte di 19 entri pubblici diversi: tra INPS, INAIL, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Guardia di Finanza, Aziende/Unità sanitarie locali, Vigili del Fuoco, Camere di Commercio, Autorità garante della Privacy, Carabinieri forestali, NAS1, NOE2 e SIAE.

Per arrivare a tale conclusione, la CGIA ha suddiviso il quadro legislativo generale in quattro grandi aree: Ambiente e sicurezza, Fisco, Contrattualistica e Amministrativo.

Successivamente, per ciascuna di esse è stato calcolato il numero dei principali controlli che una piccola azienda può incorrere a seguito dell’attività ispettiva realizzata dagli enti preposti.

L’indagine della CGIA di Mestre ha portato a questi risultati:

  • Ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro: quest’area è la più a “rischio”, perché interessata da 60 possibili controlli che possono essere effettuati da 11 enti ed istituti diversi;
  • Fisco: in questo ambito il numero dei controlli è pari a 30 e sono 6 le agenzie e gli enti coinvolti;
  • Contrattualistica: nell’area lavoro il numero dei possibili controlli si attesta a 21, mentre gli istituti e le agenzie interessate sono 4;
  • Amministrativo: questo settore registra 11 controlli che sono ad appannaggio di 7 diversi enti ed istituti.

Il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo ha dichiarato che la situazione normativa attuale è talmente ingarbugliata che soprattutto i piccoli imprenditori rischiano di non essere mai veramente in regola con la legge. Di conseguenza,

“l’ipotesi di un controllo viene vissuto dal titolare dell’attività come un incubo che rischia di gettare nel panico chiunque. Per superare questa situazione è auspicabile la riduzione del quadro normativo generale, rendendo altresì più semplici e comprensibili le leggi, i decreti, le ordinanze, le circolari e i regolamenti attuativi. [...] Dove è possibile, infine, va incrementato il numero dei controlli formali, cioè quelli eseguiti in remoto per via telematica.”

La CGIA ricorda, inoltre, che nonostante le varie promesse fatte dalla politica negli ultimi 10 anni, che il numero complessivo dei potenziali controlli è rimasto pressoché lo stesso.

Viene auspicata una semplificazione sia del testo delle leggi che del numero delle disposizioni, col fine di snellire le procedure e fermare lo spreco di energie e risorse.

Il settore Ambiente e Sicurezza è quello più a rischio controlli

Tra i 4 settori analizzati quello a più alta “densità” di potenziali controlli è l’area ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Sono 60, infatti, i principali controlli che una piccola attività può incorrere durante l’anno. Le voci più interessate dagli accertamenti riguardano la conformità e il mantenimento dell’efficienza degli impianti (elettrici, idrici, gas, etc.), il rispetto delle norme sugli scarichi, sulla corretta gestione dei rifiuti e sulle misure antincendio.

In tutte le circostanze sono 6 diversi enti che hanno specifiche competenze in materia di controllo. Le più coinvolte sono le ASL/ULSS, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, i NAS, i NOE e la Polizia Municipale.

I controlli fiscali alle PMI e alle Partite IVA

Secondo i dati raccolti dall’indagine della CGIA di Mestre, nel settore Fisco i controlli effettuati alle PMI nel 2018 sono stati controllati 2,9 milioni di contribuenti.

Inoltre, sono stati effettuati:

  • 520.878 controlli strumentali dalla Guardia di Finanza;
  • 404.355 accertamenti ordinari e parziali automatizzati dall’Agenzia delle Entrate;
  • ulteriori 106.798 verifiche e controlli dalla Guardia di Finanza;
  • ulteriori 31.798 verifiche, controlli e accesso ai documenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Oltre a queste iniziative, l’Agenzia delle Entrate ha trasmesso 1.901.138 lettere per l’attivazione della compliance .

La maggior parte di questi 2,9 milioni di contribuenti interessati dalle attenzioni del Fisco è costituita da titolari di Partita Iva, quindi imprese, artigiani, commercianti, liberi professionisti.

In merito all’intervento degli Ispettori del lavoro, dei Carabinieri per la tutela del lavoro e del personale INPS ed INAIL, invece, l’anno scorso l’attività di vigilanza ha interessato complessivamente 164.655 aziende.

Per quanto riguarda la filiera dell’alimentare, infine, sempre nel 2018 gli interventi dei NAS presso le aziende di questo comparto sono stati 31.479 a cui si aggiunge l’attività ispettiva nel settore della ristorazione (pizzerie, trattorie, bar, gastronomie, fast food, etc.), che ha interessato 11.954 attività.

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