Golden Power sulle banche, l’UE apre procedura di infrazione sull’Italia

Laura Naka Antonelli

21/11/2025

La precisazione dell’UE sul caso UniCredit-Banco BPM. L’Italia colpita dalla procedura di infrazione per il golden power sulle banche.

Golden Power sulle banche, l’UE apre procedura di infrazione sull’Italia

La Commissione europea ha annunciato oggi, venerdì 21 novembre 2025, di aver avviato una procedura di infrazione sull’Italia per il golden power sulle banche.

L’apertura della procedura segue il flop dell’OPS lanciata da UniCredit su Banco BPM, operazione saltata in aria proprio sulla scia della decisione del governo Meloni di applicare al dossier la normativa del golden power per, come ha spiegato il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, difendere l’interesse nazionale, di fatto per bloccare le ambizioni di Piazza Gae Aulenti e del suo AD Andrea Orcel.

UE apre procedura di infrazione per golden power su banche. La reazione di Giorgetti

Nel mettere nel mirino l’Italia Bruxelles ha precisato che la procedura di infrazione è stata avviata contro la legge, in generale, del golden power sulle banche, dunque non per il caso specifico di UniCredit-Banco BPM.

Ma è ovvio che tutto è nato da quella partita di risiko bancario, che si è scontrata con i desiderata del governo Meloni e la cui parola fine è stata scritta dallo stesso amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel che ha ritirato alla fine di luglio l’OPS , lanciata su Banco BPM nel novembre del 2024.

All’annuncio della Commissione europea sono seguite subito le parole del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che si è così espresso:

“La Commissione solleva obiezioni sulla norma cosiddetta golden power, riformata nel 2022 con il governo Draghi. Sulla base delle valutazioni della sentenza risponderemo ai rilievi che ci vengono mossi nelle sedi competenti. Con spirito costruttivo e collaborativo faremo una proposta normativa che farà chiarezza e supererà le obiezioni. Siamo convinti che permetterà di avere un quadro di competenze condiviso”.

Perché l’UE ha messo nel mirino la legge sul golden power. La frase sulle competenze esclusive della BCE

Bruxelles ha motivato l’apertura della procedura di infrazione con le preoccupazioni per una normativa che, ha ricordato, attribuisce al governo italiano il potere di esaminare, bloccare o anche imporre condizioni alle banche - come è stato nel caso di quelle severe prescrizioni che sono state imposte a UniCredit, tra cui l’obbligo di non mollare i BTP.

Secondo la Commissione europea, la normativa rischia di consentire interferenze ingiustificate nelle transazioni che avvengono tra le banche, e dunque di mettere a repentaglio i principi di libertà di movimento e di libera circolazione dei capitali all’interno del mercato unico.

L’UE ha ribadito inoltre che la legge sul golden power sulle banche si sovrappone alle competenze esclusive della Banca Centrale Europea (BCE) nell’ambito del Meccanismo di Vigilanza Unico (Single Supervisory Mechanism).

Sono state così confermate le indiscrezioni stampa che erano emerse agli inizi di ottobre quando l’agenzia Reuters aveva riportato, sulla base di quattro fonti che aveva interpellato che secondo Bruxelles, “le applicazioni delle normative golden power si sovrappongono ai poteri della stessa Commissione europea e della Banca centrale europea (BCE), ostacolando la competizione e violando il principio dell’indipendenza delle banche”.

Nell’informare che Bruxelles aveva acceso i fari sull’Italia, le fonti avevano anticipato che la Commissione avrebbe intimato al governo Meloni di ritirare il decreto sul golden power e anche, mettendo in discussione anche l’intera legislazione sul golden power attiva in Italia, come è stato per l’appunto annunciato oggi.

A questo punto, il governo Meloni ha due mesi di tempo per ribattere alla procedura di infrazione avviata dall’UE.

La stoccata di Orcel (UniCredit) ai motivi di sicurezza nazionale addotti da Giorgetti

Nelle ultime sessioni, a Piazza Affari sono tornati gli interrogativi sulla possibilità che UniCredit, sostenuta dalla Commissione europea, riapra la partita. Interrogativi a cui il CEO Andrea Orcel ha prontamente risposto, definendo l’offerta lanciata su Banco BPM un “capitolo chiuso.

Orcel ha ribattuto anche alle motivazioni espresse dal titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti che, nello spiegare la decisione del governo Meloni di esercitare il golden power, aveva citato motivi di interesse nazionale.

Così il banchiere romano, ribattezzato Ronaldo dei banchieri, nel criticare aspramente le dichiarazioni del ministro:

“Probabilmente la cosa per noi più importante è che non possiamo accettare l’affermazione secondo cui saremmo una minaccia per la sicurezza nazionale, perché non lo siamo”.

A Piazza Affari, dove l’attenzione sul futuro delle banche italiane rimane massima, sono circolate poi ulteriori indiscrezioni su una possibile nuova mossa di M&A in Italia da parte di UniCredit, mentre dichiarazioni piuttosto chiare sono state rilasciate anche sul futuro della ormai ex preda Banco BPM.

Nel frattempo, c’è anche chi è tornato a rispolverare lo scenario delle nozze che il governo Meloni ha sponsorizzato: quelle tra MPS e Banco BPM, che potrebbero essere celebrate una volta che MPS avrà completato il processo di integrazione con Mediobanca.

Opposizioni all’attacco contro il governo Meloni, il commento di Della Vedova (+Europa)

Intanto, a seguito della notizia relativa alla procedura di infrazione sull’Italia da parte della Commissione europea, i partiti di opposizione al governo Meloni si sono messi subito all’opera per criticare l’operato di Palazzo Chigi. In evidenza le dichiarazioni del deputato di +Europa Benedetto Della Vedova:

“Era scontato che accadesse: la Commissione europea ha avviato la procedura di infrazione contro l’Italia per il Golden Power usato da Giorgetti e Meloni per bloccare l’offerta di Unicredit e favorire MPS, partecipata del MEF, nella scalata a Mediobanca. Chiaramente la Commissione, una volta ritiratasi UniCredit, ha aperto il caso sulla legislazione relativa al Golden Power. Ma le obiezioni precedentemente recapitate all’Italia riguardavano questo specifico caso e il fatto che il governo abbia invocato la sicurezza nazionale per ostacolare un’operazione tra due banche italiane. Infatti, pur con la stessa legislazione, la procedura di infrazione è arrivata oggi e non in altri casi di utilizzo del Golden Power”.

Della Vedova ha continuato, ricordando che “il Governo non può pensare di essere legibus solutus e non può fare contemporaneamente l’arbitro ed il giocatore, almeno finchè l’Italia resterà un paese dell’Unione europea basato sullo Stato di diritto”.

Il deputato ha aggiunto che “ la protervia e la spregiudicatezza con cui il Governo si è mosso come un banchiere, perseguendo interessi di parte contro legittime operazioni di mercato sta procurando un danno reputazionale al nostro Paese, sempre meno attrattivo per gli investitori, di cui pagheranno il conto i correntisti e i contribuenti italiani”.

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