Troppi investimenti nell’AI e debito in crescita: per gli analisti è un rischio strutturale. Dopo il caso Oracle scatta l’allarme contagio sui mercati.
Nuovo allarme per le banche. Un gigante tecnologico potrebbe aver spinto troppo sull’acceleratore dell’intelligenza artificiale e ora si ritrova con un debito che corre più veloce dei ricavi. E la fiducia degli investitori inizia a scricchiolare.
Per mesi la narrativa sull’AI ha retto valutazioni stellari, favorite dal taglio dei tassi e da un’economia USA più resiliente del previsto. Ma ora stanno emergendo crepe che non si possono più ignorare. La corsa all’AI richiede capitali enormi, investimenti che si accumulano mentre i ritorni restano indietro. E la domanda che nessuno vuole fare, ma che pesa come un macigno sui mercati, è molto semplice: chi sta davvero pagando il conto dell’AI economy.
I modelli generativi bruciano energia, data center, hardware. Costi che esplodono trimestre dopo trimestre. E quando tre colossi globali diventano “uccelli della stessa piuma”, legati allo stesso progetto e agli stessi rischi, basta un segnale di debolezza per far tremare interi settori. È qui che tutto si complica: l’AI sta creando valore o sta bruciando liquidità in attesa di un futuro meno certo del previsto? E se la fiducia vacilla, quanto è rapido l’effetto contagio tra i suoi protagonisti più esposti? [...]
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