La BCE apre alla fine del QE entro il 2018. Un’eventualità definita plausibile, che ha già fatto rimbalzare l’euro sui massimi di 10 giorni. Occhi puntati alla riunione del 14 giugno.
La fine del QE potrebbe essere più vicina di quanto previsto.
A confermare l’eventualità alcuni esponenti della stessa BCE, le cui dichiarazioni hanno altresì permesso all’euro di riportarsi sui massimi di 10 giorni contro il dollaro statunitense.
Nei mesi scorsi, il rallentamento economico dell’Eurozona e il susseguirsi di dati macro inferiori alle attese hanno imposto agli analisti e agli osservatori nuove considerazioni. In molti hanno iniziato a teorizzare un proseguimento del QE oltre il 2018, un’eventualità che oggi pare sempre meno plausibile.
Il QE finirà nel 2018?
Nella mattinata odierna, il capo-economista della BCE Peter Praet, ha fatto riferimento alla riunione di politica monetaria che si terrà la prossima settimana, più precisamente nella giornata di giovedì 14 giugno.
In quell’occasione, per dirla con le sue stesse parole, Mario Draghi e i suoi discuteranno finalmente sul futuro del Quantitative Easing, che dovrebbe proseguire fino a settembre 2018 (e anche oltre se necessario) ad un ritmo di 30 miliardi di euro al mese.
A fare eco alle dichiarazioni di Praet anche Jens Weidmann, esponente BCE che ha definito come plausibili le crescenti attese del mercato sulla prossima conclusione del QE entro il 2018.
“Non è una sorpresa che da qualche tempo i mercati si aspettino una fine degli acquisti netti di titoli entro il 2018. Per come stanno le cose, trovo plausibili queste aspettative. Sarà un primo passo nel lungo cammino verso la normalizzazione della politica monetaria”.
E i tassi di interesse?
Se la fine del Quantitative Easing appare sempre più vicina, anche le possibilità di un rialzo dei tassi stanno aumentando. Dal 50% di inizio settimana, la probabilità di un incremento di 10 punti base del tasso sui depositi overnight a giugno 2019 è salita già al 70%.
Un rialzo di 10 pb del tasso sui depositi appare ormai scontato nel meeting di luglio del prossimo anno. Le previsioni iniziali avevano parlato di settembre e ottobre 2019.
Il cambio euro dollaro
Le dichiarazioni di Praet e Weidmann sulla fine del QE nel 2018 hanno avuto un impatto decisamente positivo sul cambio euro dollaro che è tornato a scambiare sopra la soglia di 1,17, in barba a quella parte di mercato pronta ad osservare un cross su quota 1,10 entro settembre.
La coppia ha oggi beneficiato anche delle recenti dichiarazioni di Giuseppe Conte, nuovo capo del Governo, che ha ribadito la permanenza dell’Italia nell’euro, rassicurando che un’uscita dal blocco della moneta unica non è nei piani dell’esecutivo.
Tutti gli occhi del mercato saranno ora puntati sulla prossima riunione BCE del 14 giugno. Soltanto allora avremo maggiori elementi per poter considerare più o meno probabile la fine del QE entro il 2018.
© RIPRODUZIONE RISERVATA