Ferrari, azioni collassano a Piazza Affari (-10%). Cosa sta succedendo

Laura Naka Antonelli

31/07/2025

Azioni Ferrari crollano di oltre il 10% sul Ftse Mib di Piazza Affari, confermandosi le peggiori del listino.

Ferrari, azioni collassano a Piazza Affari (-10%). Cosa sta succedendo

Azioni Ferrari al tappeto sul Ftse Mib di Piazza Affari, si confermano le peggiori del listino benchmark della borsa di Milano, dopo la pubblicazione dei conti relativi al secondo trimestre e del primo semestre del 2025 da parte del gruppo.

Il Cavallino Rampante ha annunciato a metà giornata di avere concluso il secondo trimestre dell’anno con un utile netto pari a 425 milioni di euro e un utile diluito per azione pari a 2,38 euro, un EBITDA di 709 milioni di euro, in crescita del 5,9% su base annua, un margine dell’EBITDA pari al 39,7% e un utile operativo EBIT pari a 552 milioni, in rialzo dell’8,1% su base annua, con un margine dell’iutile operativo EBIT pari al 30,9%.

I ricavi netti di Ferrari si sono attestati a 1,787 miliardi, in crescita del 4,4% su base annua, con consegne totali pari a 3.494 unità, mentre la generazione di free cash flow industriale è stata di 232 milioni di euro.

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Numeri solidi che, tuttavia, nel caso di alcune voci di bilancio, hanno deluso le attese.

Sul fronte dei ricavi, per esempio, il consensus era di un ammontare di 1,82 miliardi attesi.

Le consegne si sono rivelate inoltre stabili, ma inferiori alle 3.515 unità attese dal consensus degli analisti.

Il direttore finanziario di Ferrari, CFO Antonio Picca Piccon, ha preferito non rilasciare dichiarazioni relative al trend del titolo, che ha accelerato al ribasso dopo la diffusione della trimestrale e dei conti del secondo trimestre: “Non commentiamo l’andamento di breve del titolo”, ha detto Piccon, aggiungendo che “ abbiamo presentato risultati di tutto rispetto e anche una visione sull’anno in un contesto non chiaro” e che “andiamo avanti sulla nostra strada”.

I commenti del CEO Vigna sui conti e sui dazi di Trump

L’azienda, guidata dal CEO Benedetto Vigna, ha reso noto di non avere sofferto alcun “impatto significativo nel trimestre dall’introduzione di dazi sulle importazioni di auto di provenienza UE negli USA”.

Per la precisione, ha puntualizzato Ferrari, “nei tre mesi conclusi il 30 giugno 2025, non si sono registrati impatti significativi per il Gruppo derivanti dall’incremento di dazi sulle importazioni di auto, parti di ricambio e altri beni originati nell’Unione Europea importati negli Stati Uniti, che sono diventati effettivi a partire dal 3 aprile, 2025, in quanto la maggior parte dei beni venduti dal Gruppo negli Stati Uniti nel periodo sono stati importati prima dell’entrata in vigore dei dazi ”.

Così l’amministratore delegato Benedetto Vigna, nel commentare i conti della casa produttrice di automobili di lusso:

“Il primo semestre del 2025 ci ha ricordato ancora una volta l’importanza dell’agilità e della flessibilità nella gestione della nostra Azienda. I solidi risultati comunicati oggi riflettono il nostro impegno a eseguire la nostra strategia con disciplina e determinazione. Continuiamo a promuovere l’innovazione e ad arricchire la nostra offerta di prodotti, che alimenta un già forte portafoglio ordini. Testimonianza di questo è la domanda eccezionale per la famiglia 296 Speciale e gli eccellenti riscontri sul recente lancio della Ferrari Amalfi, la nuova coupé che ridefinisce il concetto di gran turismo contemporanea”.

I numeri relativi alle consegne di Ferrari

Tornando alla voce relativa alle consegne di vetture che, nel secondo trimestre del 2025, sono state pari a 3.494 unità, “rimanendo sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente”, andando a esaminare la ripartizione geografica delle consegne è emerso che, nel corso del trimestre, la regione EMEA ha registrato una diminuzione di 9 unità, le Americhe hanno riportato un aumento di 12 unità, la Cina Continentale, Hong Kong e Taiwan hanno registrato una flessione di 4 unità e la regione Resto dell’APAC ha riportato un incremento di 11 unità. Così Ferrari:

Le consegne nel trimestre sono state trainate dalla 296 GTS, dalla Purosangue e dalla Roma Spider. Durante il trimestre sono state accelerate le consegne della famiglia 12Cilindri, la famiglia della SF90 XX ha aumentato il suo contributo, mentre sono diminuite quelle della 296 GTB. La SF90 Spider si è avvicinata alla fine del suo ciclo vita. Le consegne della Daytona SP3 sono diminuite rispetto all’anno precedente e rispetto al primo trimestre 2025, in linea con i piani che prevedono la conclusione delle consegne nel terzo trimestre 2025. Tra i prodotti consegnati durante l’anno sono compresi sei modelli con motore a combustione interna (ICE) e cinque modelli a motore ibrido, che hanno rappresentato rispettivamente il 55% e il 45% delle consegne totali”.

Il CEO Vigna su cosa succede ai prezzi delle auto in USA post accordo USA-UE su dazi

Per quanto riguarda l’effetto che dei dazi di Donald Trump, nel ribadire che finora non c’è stato alcun effetto legato alla politica commerciale, il CEO di Ferrari Benedetto Vigna ha sottolineato che Ferrari taglierà i prezzi negli Stati Uniti quando saranno in vigore dazi al 15% (concordati di recente tra l’amministrazione Trump e l’UE), dopo che, nel mese di aprile, alla notizia delle tariffe stabilite dall’amministrazione USA, aumentate sulle importazioni di auto dall’UE fino al 27,5%, il gruppo aveva annunciato rialzi dei prezzi fino a +10%.

Non si sa tuttavia quando la riduzione dei prezzi delle auto avverrà. Non appena il nuovo schema tariffario “entrerà in vigore”, ha spiegato il CEO stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, “ lo applicheremo . Per ora ci atteniamo alla nostra (attuale) politica commerciale”.

Nonostante l’accordo tra Trump e l’Europa si sia tradotto nell’imposizione di dazi al 15%, Ferrari continuerà dunque a rimanere fedele alla politica dei prezzi che ha deciso di adottare quando i dazi sono stati alzati ad aprile al 27,5%, e che comporta per l’appunto un incremento dei prezzi fino a +10%.

Vigna ha poi confermato che quasi tutte le esportazioni di auto negli USA nel corso del secondo trimestre sono avvenute prima dell’introduzione dei dazi del 27,5%, il che significa che gli aumenti dei prezzi non sono stati applicati: “Quasi tutte le auto vendute nel secondo trimestre erano già negli USA. Il 27 marzo abbiamo annunciato una politica dei dazi. Noi restiamo su quella politica con dazi al 27,5% fino a quando non sarà operativo il 15%. Ci adegueremo quando sarà così e ridurremo l’aumento del 10%. Comunicheremo in seguito di quanto ”, ha tenuto a sottolineare il CEO, aggiungendo, stando a quanto ha riportato l’agenzia di stampa Askanews, che al momento, “ negli USA diversi clienti sono alla finestra ”.

L’AD ha aggiunto che nel terzo trimestre dell’anno “venderemo auto importate con dazi al 27,5% che i clienti vedranno in fattura” e che quando “poi entreranno in vigore i dazi al 15%, i prezzi saranno riallineati e i clienti lo vedranno in fattura ”.

“Ulteriore fiducia in guidance 2025”

Il gruppo di Maranello ha infine confermato l’outlook, manifestando al contempo “una ulteriore fiducia nella guidance 2025, in base alle seguenti ipotesi per l’anno”:

  • Mix prodotto e geografico positivo, oltre a un forte contributo delle personalizzazioni.
  • Maggior contributo dalle attività racing, che riflettono sponsorizzazioni più alte e proventi commerciali legati al migliore posizionamento nel campionato di Formula 1 nel 2024.
  • Attività lifestyle con tasso di crescita del fatturato in aumento, e investimenti per accelerare lo sviluppo ed espandere la rete.
  • Continui investimenti nel marchio, spese per attività racing e trasformazione digitale più elevate.
  • Aumento dei costi dovuti alle attuali condizioni della catena di fornitura.
  • Aliquota fiscale effettiva più alta, in linea con il cambiamento di regime del Patent Box.
  • Solida generazione di free cash flow industriale trainata dalla forte profittabilità, parzialmente controbilanciata da spese in conto capitale più contenute rispetto all’anno precedente.

Ancora, ha informato Ferrari, “ il rischio di una riduzione dei margini percentuali di 50 punti base – evidenziato il 27 marzo, 2025 a seguito dell’introduzione di dazi all’importazione più elevati su auto, parti di ricambio e altri beni provenienti dall’UE e importati negli Stati Uniti – è stato rimosso in seguito al recente accordo su livelli inferiori raggiunto tra gli Stati Uniti e la UE, e all’attesa di minori costi industriali nella seconda parte dell’anno rispetto alle attese iniziali”.

Azioni Ferrari collassano. Il trend degli ultimi mesi, YTD e su base annua

Detto questo, le azioni Ferrari continuano a collassare, con Piazza Affari e Wall Street che, evidentemente, si aspettavano di meglio.

Va ricordato che, negli ultimi 5 giorni di contrattazioni del Ftse Mib, il titolo Ferrari ha perso più dell’11%, mentre nell’ultimo mese sono scese del 6,6% circa.

Negli ultimi tre mesi di trading alla borsa di Milano, il trend è stato di un ribasso del 2,8%, mentre YTD la performance è stata di una flessione superiore a -5%.

Su base annua, il trend delle azioni RACE è praticamente piatto.

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