Il patron di Tesla accusa le rivali di aver creato un monopolio a favore di ChatGPT, limitando la concorrenza nel settore dell’intelligenza artificiale. Ecco cosa rischiano Apple e OpenAI
Elon Musk ha deciso di passare dalle parole ai fatti e ha avviato un’azione legale contro Apple e OpenAI, accusandole di aver stretto una partnership che, a suo dire, viola le regole della concorrenza e configura un vero e proprio monopolio nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
Al centro della disputa ci sarebbe l’integrazione sempre più profonda di ChatGPT e delle tecnologie di OpenAI nei dispositivi Apple e nei sistemi operativi iOS e macOS.
Secondo Musk, questa alleanza non rappresenta una semplice collaborazione commerciale, ma una strategia volta a consolidare una posizione dominante sul mercato, escludendo altri attori e soffocando l’innovazione. Nella denuncia, depositata presso un tribunale della California, il fondatore di Tesla e SpaceX parla infatti di una “partnership illegale” che darebbe a Apple un vantaggio competitivo scorretto, impedendo ad altri sviluppatori di AI di competere ad armi pari.
La vicenda si inserisce in un contesto già teso: Musk da tempo critica OpenAI, di cui è stato tra i co-fondatori, accusando Sam Altman di aver tradito la missione originaria dell’organizzazione trasformandola da non-profit in un colosso orientato al profitto.
Il conflitto sull’AI tra Musk e OpenAI
Le tensioni tra Elon Musk e OpenAI non nascono oggi. Il miliardario sudafricano aveva lasciato il board della società già nel 2018, denunciando divergenze sulla strategia e sull’impostazione etica del progetto. Negli anni successivi, Musk non ha mai nascosto il suo disappunto nei confronti di Altman e della direzione intrapresa dall’azienda, che a suo avviso sarebbe diventata sempre più dipendente dai finanziamenti e dalle logiche commerciali delle big tech.
Con la causa intentata contro Apple e OpenAI, Musk porta sul piano legale accuse che circolavano da mesi nel dibattito pubblico. “Quello che Apple e OpenAI stanno facendo è creare un ecosistema chiuso in cui ChatGPT diventa lo standard obbligatorio, senza dare spazio a soluzioni alternative”, avrebbe dichiarato Musk in un post su X.
La mossa legale, quindi, non rappresenta solo un tentativo di riequilibrare il mercato, ma anche l’ennesimo atto di una battaglia personale e ideologica contro quella che lui definisce la “corporatizzazione” dell’intelligenza artificiale.
La difesa di Apple alle accuse
Dal canto suo, Apple respinge le accuse parlando di “collaborazione volta a migliorare l’esperienza utente”. Secondo l’azienda guidata da Tim Cook, l’integrazione con ChatGPT non avrebbe l’obiettivo di bloccare la concorrenza, bensì di fornire ai consumatori strumenti innovativi e sempre più performanti.
La partnership con OpenAI, sottolinea l’azienda di Cupertino, non sarebbe esclusiva e in futuro gli utenti potrebbero avere la possibilità di scegliere tra diversi provider di intelligenza artificiale integrati nei dispositivi Apple.
Questa difesa, tuttavia, non ha placato le polemiche. Critici e osservatori di mercato sostengono che l’enorme base installata di iPhone e Mac, unita alla popolarità di ChatGPT, possa effettivamente generare un effetto lock-in, rendendo molto difficile per competitor come Anthropic o la stessa xAI di Musk guadagnare terreno.
Cosa rischiano Apple e OpenAI?
La causa legale potrebbe avere ripercussioni significative sul settore dell’intelligenza artificiale. Se i giudici dovessero riconoscere la validità delle accuse di Musk, Apple e OpenAI potrebbero rischiare multe salate e l’obbligo di rivedere la loro strategia di integrazione tecnologica. Al contrario, se l’azione legale venisse respinta, la posizione di leadership delle due aziende potrebbe ulteriormente rafforzarsi.
Nel frattempo, la battaglia giudiziaria potrebbe rallentare i piani di Apple e alimentare ulteriori dibattiti sulla regolamentazione dell’AI. L’Unione Europea e diverse autorità antitrust, infatti, monitorano con crescente attenzione le mosse dei giganti tecnologici, consapevoli che il rischio di concentrazione del potere in poche mani è sempre più concreto.
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