Cosa prevede il nuovo accordo commerciale USA-Cina

Violetta Silvestri

27 Giugno 2025 - 09:48

Nuova intesa tra USA e Cina sulle terre rare: cosa prevede l’accordo commerciale appena annunciato?

Cosa prevede il nuovo accordo commerciale USA-Cina

Nuovi spiragli di tregua tra Cina e USA sul fronte commerciale: le ultime notizie in arrivo da organi istituzionali delle nazioni raccontano di passi in avanti su un’intesa tra le due potenze mondiali finora protagoniste di un feroce conflitto tariffario e non solo.

Secondo una dichiarazione rilasciata dal Ministero del Commercio cinese, gli Stati Uniti e la Cina hanno confermato i dettagli dell’accordo commerciale raggiunto all’inizio di questo mese a Londra, che darà attuazione a quanto accordato precedentemente a Ginevra.

In sintesi, Pechino esaminerà e approverà le domande di esportazione di prodotti soggetti alle norme sul controllo dell’export, mentre gli Stati Uniti annulleranno una serie di misure restrittive imposte alla Cina, ha affermato un portavoce del ministero nella nota.

La dichiarazione è stata rilasciata dopo che giovedì Donald Trump, durante un evento alla Casa Bianca, ha dichiarato che entrambe le parti avevano firmato un accordo commerciale, senza però fornire ulteriori dettagli.

Cina-USA: un passo verso la tregua commerciale. Focus su terre rare

Gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo con la Cina su come accelerare le spedizioni di terre rare verso gli USA, ha dichiarato giovedì un funzionario della Casa Bianca, nel contesto degli sforzi per porre fine alla guerra commerciale tra le più grandi economie del mondo.

L’intesa, quindi, riguarderebbe un punto cruciale per l’economia statunitense e per la produzione in settori chiave come quello automobilistico. In sintesi, l’accordo riguarda “come possiamo accelerare nuovamente le spedizioni di terre rare negli Stati Uniti”, ha affermato il funzionario.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, il Segretario al Commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick avrebbe dichiarato: “ci forniranno le terre rare e, una volta fatto, elimineremo le nostre contromisure”.

L’ambasciata cinese a Washington non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento.
Sebbene l’accordo mostri potenziali progressi dopo mesi di incertezza sottolinea anche quanto sia lunga e complicata la strada da percorrere per raggiungere un’ intesa commerciale definitiva tra i due rivali economici.

Secondo una fonte del settore, la Cina “ha preso molto seriamente” le restrizioni sull’uso delle terre rare e ha finora esaminato attentamente gli acquirenti per garantire che i materiali non vengano dirottati verso usi militari statunitensi. Ciò ha rallentato il processo di autorizzazione di vendita all’estero e, quindi, l’approvvigionamento di componenti essenziali.

L’accordo di Ginevra ha vacillato proprio a causa delle restrizioni imposte dalla Cina alle esportazioni di minerali essenziali, spingendo l’amministrazione Trump a rispondere con controlli sulle esportazioni, impedendo la spedizione di software di progettazione di semiconduttori, aeromobili e altri beni alla Cina.

Un accordo serio e duraturo su questo punto potrebbe essere una svolta.

Cosa è successo finora e cosa accadrà?

Durante i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina tenutisi a Ginevra a maggio, Pechino si era impegnata a rimuovere le contromisure non tariffarie imposte agli Stati Uniti dal 2 aprile, anche se non era chiaro come alcune di queste misure sarebbero state revocate.

Come misura di ritorsione contro i nuovi dazi statunitensi, la Cina aveva sospeso le esportazioni di una vasta gamma di minerali e magneti essenziali, sconvolgendo le catene di approvvigionamento fondamentali per le case automobilistiche, i produttori aerospaziali, le aziende di semiconduttori e gli appaltatori militari di tutto il mondo.

Il presunto accordo annunciato arriva mentre l’amministrazione Trump lavora per raggiungere intese commerciali con diversi partner in vista della scadenza del 9 luglio, data in cui saranno riapplicati i dazi reciproci annunciati dal presidente ad aprile. Tali imposte, fino al 50% sulla maggior parte dei partner commerciali statunitensi, erano state temporaneamente ridotte al 10% per 90 giorni per consentire ai paesi stranieri di negoziare.

Da allora, i funzionari statunitensi hanno tenuto intensi colloqui con paesi come India, Vietnam, Corea del Sud, Giappone e UE per raggiungere accordi permanenti. Finora, solo il Regno Unito ha raggiunto un accordo commerciale con gli Stati Uniti, mentre la Cina si è assicurata dazi «reciproci» inferiori del 10%.

Trump ha inoltre mantenuto dazi aggiuntivi del 20% su tutte le importazioni cinesi, citando l’incapacità di Pechino di rallentare il flusso di precursori del farmaco fentanyl dalla Cina.

L’amministrazione USA sta inoltre valutando l’applicazione di tariffe globali alle importazioni in settori quali semiconduttori ed elettronica di consumo, componenti aerospaziali, legname, rame, prodotti farmaceutici e minerali essenziali.

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