Cosa prevede (e cosa no) l’accordo commerciale USA-Regno Unito

Violetta Silvestri

8 Maggio 2025 - 21:16

Nuovo accordo USA-Regno Unito: via i dazi su acciaio e alluminio, sconti sulle auto e molto altro. Ma l’Europa non resta a guardare: ecco cosa prevede il nuovo accorso e la posizione dell’UE.

Cosa prevede (e cosa no) l’accordo commerciale USA-Regno Unito

Trovato accordo tra Stati Uniti e Regno Unito. Lo stesso giorno in cui è stato eletto il nuovo Papa Leone XIV, Trump ha annunciato “gloriosamente” i nuovi accordi raggiunti sui dazi.

Il presidente americano ha definito “storico” il patto con Londra, “il primo di una lunga serie di accordi internazionali” pensati per ridefinire l’assetto commerciale globale in chiave americana.

L’intesa, annunciata con enfasi in una conferenza stampa e poi ribadita sui social, punta a rafforzare i legami economici e strategici tra i due storici alleati: Washington e Londra. Trump ha dichiarato che l’accordo “riafferma la reciprocità e l’equità” nei rapporti commerciali e che rappresenta un passo fondamentale per la “sicurezza economica”, definita come parte integrante della sicurezza nazionale.

L’intesa è stata accolta con entusiasmo anche dal Primo Ministro britannico Keir Starmer, che ha parlato di un “giorno storico” per le relazioni bilaterali. Sul piano pratico, l’accordo tocca settori chiave come l’acciaio, l’agroalimentare, il settore automobilistico e l’aviazione, e introduce importanti agevolazioni doganali.

Tuttavia, alcune tariffe restano invariate, a segnalare che si tratta di un accordo ampio ma non ancora completo. Nel frattempo, l’Unione Europea non è restata ferma a guardare: Bruxelles ha annunciato una maxi-lista di contromisure. Ecco cosa prevede il nuovo accorso e cosa no: di seguito tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Cosa prevede (e cosa no) l’accordo commerciale USA-Regno Unito

L’accordo siglato tra Stati Uniti e Regno Unito introduce modifiche rilevanti ai regimi tariffari su diversi prodotti chiave. Si tratta di una delle prime mosse concrete dell’amministrazione Trump dopo il rilancio del protezionismo economico e delle cosiddette “tariffe di sicurezza nazionale”. I contenuti dell’accordo, però, delineano anche i limiti dell’intesa. Ecco cosa prevede l’accordo:

  • Eliminazione delle tariffe su acciaio e alluminio britannico. Gli Stati Uniti hanno ufficialmente rimosso i dazi imposti durante l’amministrazione precedente sui metalli provenienti dal Regno Unito, un settore vitale per l’industria britannica.
  • Riduzione al 10% delle tariffe sulle automobili: nonostante una certa attesa per l’abolizione totale delle tariffe, l’accordo ha portato solo a una riduzione al 10%. Inoltre, è stato fissato un tetto: il Regno Unito potrà esportare fino a 100.000 automobili l’anno agli Stati Uniti a questa tariffa agevolata.
  • Accesso agevolato per i prodotti agricoli e industriali: gli Stati Uniti hanno ottenuto nuovi sbocchi di mercato per beni come carne bovina, etanolo, prodotti chimici e macchinari. I controlli doganali saranno snelliti per velocizzare l’export, con meno burocrazia e tempi di approvazione ridotti.
  • Esportazioni senza dazi per motori e aerei Rolls Royce. Il comparto aerospaziale britannico, in particolare la Rolls Royce, potrà esportare motori e componenti verso gli Stati Uniti senza incorrere in dazi.
  • Alcuni settori restano esclusi dall’accordo, in particolare, resta in vigore la tariffa del 10% su una vasta gamma di altri beni di consumo, che continueranno a generare entrate significative per l’economia americana.

Il presidente Trump ha dichiarato che si tratta di un accordo “conclusivo”, ma ha anche ammesso che i dettagli finali saranno redatti nelle prossime settimane, lasciando intendere che ci saranno ulteriori sviluppi.

La risposta dell’UE: contro-dazi pronti all’uso

Mentre Trump celebrava l’intesa con il Regno Unito, l’UE si è mossa in senso opposto, manifestando irritazione per l’approccio unilaterale di Washington e preparando una contromossa incisiva. La Commissione Europea ha infatti diffuso una maxi-lista di possibili contro-dazi, destinata a colpire beni simbolici dell’export americano per un valore stimato di circa 95 miliardi di euro.

Una mossa che lascia intuire un’escalation commerciale imminente se i negoziati in corso con gli Stati Uniti dovessero fallire. La lista stilata da Bruxelles colpisce settori strategici e iconici del Made in USA:

  • Agroalimentare: carni bovine, suine, e merluzzo dell’Alaska saranno soggetti a nuove tariffe, colpendo in pieno gli stati americani a vocazione agricola.
  • Automobili e produzione aeronautica: SUV, pick-up e componenti legati alla produzione Boeing verranno inclusi nelle contromisure, segnalando che l’UE non intende lasciare scoperti i settori ad alto valore tecnologico.
  • Prodotti simbolo della cultura americana: dalla moda ai liquori, la lista include jeans Levi’s, Bourbon Whiskey e dispositivi elettronici come iPhone, microfoni e videocamere.

La Commissione ha spiegato che queste misure entreranno in vigore solo in caso di rottura dei negoziati, attualmente sospesi per un periodo di 90 giorni. Tuttavia, ha anche sottolineato che “tutte le opzioni restano sul tavolo”, comprese azioni nel settore dei servizi, con particolare riferimento alle Big Tech statunitensi come Google e Meta.

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