Settore auto europeo e mondiale in massima allerta a causa della carenza di terre rare: cosa sta succedendo e cosa c’entrano Cina, dazi, guerra commerciale?
I gruppi dell’industria automobilistica europea e mondiale sono in stato di massima allerta e il motivo - almeno in modo diretto - non sono i dazi, ma la carenza di terre rare. Cos sta succedendo e perché si sta alzando un tono di preoccupazione tra i produttori di auto?
Il colpevole di turno è la Cina. All’inizio di aprile, il Ministero del Commercio cinese ha imposto restrizioni all’esportazione di diversi elementi di terre rare e magneti ampiamente utilizzati nei settori automobilistico, della difesa e dell’energia. Tali misure sono state introdotte in risposta all’aumento dei dazi sui prodotti di Pechino imposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Alcuni degli elementi delle terre rare interessati sono componenti essenziali per la produzione sia di motori a combustione interna sia di veicoli elettrici. Gli effetti di questa decisione sono ora palesi e preoccupano: le catene di approvvigionamento fondamentali per le case automobilistiche, i produttori aerospaziali, le aziende di semiconduttori e gli appaltatori militari di tutto il mondo sono state rivoluzionate e mancano di tasselli essenziali.
C’è un’altra emergenza da risolvere, quindi, per il settore auto già colpito dalla difficile transizione ai veicoli elettrici. L’allerta è massima soprattutto negli stabilimenti europei, dove alcuni marchi hanno anche iniziato a bloccare la produzione.
Emergenza terre rare per il settore auto, ecco perché
Alcuni stabilimenti europei di componenti per auto hanno sospeso la produzione e Mercedes-Benz sta valutando soluzioni per tutelarsi dalla carenza di terre rare, mentre aumentano in tutto il mondo le preoccupazioni sui danni causati dalle restrizioni imposte dalla Cina alle esportazioni di minerali essenziali.
L’associazione europea dei fornitori di componenti per autoveicoli CLEPA ha dichiarato che diverse linee di produzione sono state chiuse dopo aver esaurito le scorte.
Delle centinaia di richieste di licenze di esportazione presentate dai fornitori di automobili dall’inizio di aprile, solo un quarto è stato finora concesso, ha aggiunto CLEPA, mentre alcune richieste sono state respinte per quelli che l’associazione ha descritto come “motivi altamente procedurali”.
“Con una catena di approvvigionamento globale profondamente interconnessa, le restrizioni cinesi sulle esportazioni stanno già bloccando la produzione nel settore dei fornitori europei”, ha affermato in una nota il segretario generale del CLEPA, Benjamin Krieger.
Da parte sua, l’Associazione tedesca dell’industria automobilistica (VDA), la principale lobby del settore del Paese, ha avvertito che le restrizioniimposte da Pechino potrebbero presto causare un arresto della produzione.
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“Le restrizioni cinesi all’esportazione di terre rare rappresentano una seria sfida per la sicurezza dell’approvvigionamento, e non solo per le filiere del settore automobilistico. Sebbene siano state concesse alcune licenze, al momento non sono sufficienti a garantire una produzione regolare”, ha dichiarato via e-mail alla CNBC la presidente della VDA, Hildegard Müller.
Müller ha ribadito l’appello della VDA ai legislatori tedeschi e dell’Unione Europea “a sollevare con forza questa questione con la parte cinese, affinché si possa trovare rapidamente una soluzione alla situazione”.
Il commissario europeo per il commercio, Maros Sefcovic, ha dichiarato che lui e la sua controparte cinese hanno concordato di chiarire il più rapidamente possibile la situazione delle terre rare.
“Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza da tutti i Paesi, in particolare da alcuni Paesi come la Cina, da cui dipendiamo per oltre il 100%”, ha affermato il Commissario europeo per la strategia industriale, Stephane Sejourne.
“Le restrizioni all’export accrescono la nostra volontà di diversificare”, ha sottolineato mentre Bruxelles ha individuato 13 nuovi progetti al di fuori del blocco volti ad aumentare le forniture di metalli e minerali essenziali.
Sebbene l’annuncio della Cina di aprile abbia coinciso con un più ampio pacchetto di misure di ritorsione contro i dazi di Washington, le misure si applicano a livello globale e stanno causando preoccupazione tra i dirigenti aziendali di tutto il mondo.
Le case automobilistiche tedesche e statunitensi sono state colpite e reclami simili sono arrivati la scorsa settimana da un produttore indiano di veicoli elettrici.
La Cina “regina” delle terre rare domina il mondo?
L’emergenza del settore auto mondiale su questa vicenda delle terre rare solleva problemi già noti: il predominio della Cina nell’industria mineraria critica, fondamentale per la transizione energetica, è sempre più visto come un punto di forza chiave per Pechino nella sua guerra commerciale con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Pechino produce circa il 90% delle terre rare mondiali e i rappresentanti dell’industria automobilistica hanno lanciato l’allarme per le crescenti minacce alla produzione dovute alla loro dipendenza cinese.
Tuttavia, esistono poche alternative alla Cina.
Case automobilistiche come General Motors, BMW e i principali fornitori come ZF e BorgWarner stanno studiando o hanno sviluppato motori con un contenuto di terre rare basso o nullo nel tentativo di ridurre la loro dipendenza dalla Cina, ma pochi sono riusciti ad aumentare la produzione per abbassare i costi.
La BMW ha implementato un motore elettrico privo di magneti per la sua ultima generazione di auto, ma necessita comunque di terre rare per i motori più piccoli che alimentano componenti come i tergicristalli o i rulli dei finestrini. “In futuro, Mercedes-Benz intende utilizzare nuove composizioni di materiali per eliminare le terre rare pesanti come il disprosio dai nostri motori elettrici”, ha affermato un portavoce del gruppo” in una dichiarazione riportata da Cnbc.
Nonostante le buone intenzioni, la strada è ancora lunga per raggiungere tali traguardi che siano profittevoli. “Non esiste altra soluzione per i prossimi tre anni se non quella di raggiungere un accordo con la Cina”, ha affermato Andreas Kroll, amministratore delegato di Noble Elements, importatore di terre rare per aziende di medie dimensioni e startup prive di inventari propri.
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