Comodato d’uso gratuito, cos’è, come funziona e stipula

Ilena D’Errico

25 Ottobre 2025 - 17:41

Tutto quello che c’è da sapere sul comodato d’uso gratuito. Ecco come funziona, come si stipula, quando deve essere registrato e cosa prevede.

Comodato d’uso gratuito, cos’è, come funziona e stipula

Il comodato d’uso gratuito è uno dei contratti più comuni e utili nella normale vita quotidiana. È proprio in virtù di questo contratto che si presta l’auto a un amico, la casa a un figlio fuori sede o anche un semplice frullatore al vicino di casa. Insomma, se c’è un contratto che ognuno di noi conclude quasi giornalmente è proprio il comodato d’uso gratuito, tramite cui si dà in prestito un bene senza chiedere alcun corrispettivo in cambio.

L’oggetto resta di proprietà di chi lo cede, che attende infatti la restituzione, differenziandosi dalla donazione o dalla vendita. Chi riceve il bene in comodato non deve pagare, elemento che invece lo differenzia dalla locazione. Il comodato d’uso gratuito è inoltre diverso anche dall’usufrutto, poiché non consente di trarre alcun beneficio economico dal bene.

Naturalmente, ci sono ulteriori differenze tra questi contratti, ma ciò che permette comunemente di contraddistinguere il comodato è proprio la sua funzione. che è anche quella che interessa ai cittadini. È molto importante sapere come funziona il comodato d’uso, per conoscere tutti i propri diritti e doveri e usufruire al meglio di questo strumento.

Cos’è il comodato d’uso gratuito

Come anticipato, il comodato d’uso gratuito è piuttosto frequente, anche se nella stragrande maggioranza dei casi nessuno ci si sofferma a pensare più di tanto. Molti accordi apparentemente informali e basati semplicemente sulla fiducia rivelano in realtà questa specifica forma contrattuale. In ogni caso, gli elementi che contraddistinguono il comodato d’uso gratuito sono i seguenti:

  • un bene mobile o immobile che viene ceduto temporaneamente;
  • un comodante, il soggetto che consegna il bene;
  • un comodatario, che riceve la cosa;
  • la gratuità della prestazione (il comodatario può essere chiamato a farsi carico soltanto di oneri di modesta entità, come le utenze domestiche nel caso di un immobile).

Come funziona

Il contratto di comodato d’uso gratuito si basa spesso sulla cortesia e fiducia, ma ha comunque precise regole da seguire. Il comodatario, infatti, deve rispettare i seguenti obblighi:

  • conservare l’immobile in buono stato, usando la “diligenza del buon padre di famiglia” per restituirlo come ricevuto, fatta eccezione per il normale deterioramento;
  • limitarsi all’utilizzo concordato;
  • non concedere a terzi la cosa senza il consenso del proprietario;
  • restituire la cosa al comodante quando previsto.

A proposito della durata del comodato d’uso, tutto dipende da quanto pattuito fra le parti. Generalmente, viene stabilita una scadenza precisa per la restituzione (si parla quindi di comodato a tempo determinato), ma accade anche che il comodato sia subordinato a un uso specifico. In quest’ultimo caso, con un comodato a uso determinato, il contratto termina quando finisce l’uso prestabilito. Se non viene prevista, neanche grossolanamente, una scadenza si parla invece di comodato precario o “a tempo indeterminato”. Una forma che consente al comodante di richiedere la restituzione quando lo ritiene opportuno.

Come si stipula

La legge non prescrive obblighi particolari sul contratto di comodato d’uso gratuito, che quindi può essere stipulato liberamente. Di fatto, il contratto di comodato d’uso gratuito può essere anche verbale e non perdere validità, per quanto potrebbe complicare eventuali necessità probatorie. In generale, è quindi preferibile stipulare il comodato d’uso in forma scritta, specificando:

  • il bene in comodato e la destinazione d’uso;
  • la durata del comodato o l’uso specifico cui è limitato;
  • l’identità del comodante e del comodatario.

Può essere utile inserire anche gli accordi per le spese, tenendo conto che non può essere imposto alcun pagamento diretto, ma nemmeno un onere eccessivo. In caso contrario, il contratto potrebbe essere trasformato in locazione in tribunale, qualora vi fossero delle controversie.

Quando il comodato d’uso deve essere registrato

Come premesso, il comodato d’uso non deve essere necessariamente in forma scritta e pertanto non ci sono obblighi di registrazione. Tuttavia, la forma scritta e la registrazione sono obbligatorie quando il comodato riguarda beni immobili. È quindi necessario registrare il contratto all’Agenzia delle entrate entro 20 giorni dalla stipula e pagando l’imposta di registro, rendendo il contratto valido anche a fini fiscali. Per beni mobili non ci sono obblighi in tal senso, ma nulla impedisce alle parti di preferire una scrittura privata autenticata, per esempio, per dare data certa al documento qualore fosse necessaria.

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