Come non pagare le tasse sulla pensione

Simone Micocci

08/06/2022

08/06/2022 - 12:56

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Pensione senza tasse: in quali casi è possibile? Ecco una guida con tutte le soluzioni possibili per abbattere il peso delle imposte sull’assegno pensionistico.

Come non pagare le tasse sulla pensione

Non pagare le tasse è il sogno di tutti, compresi i pensionati.

Chi non vorrebbe una pensione senza tasse, così da disporre di una maggiore liquidità. Specialmente chi prende una pensione d’importo medio basso vorrebbe fare il possibile per evitare che su quel poco percepito si debbano versare anche le tasse.

Ma d’altronde nel nostro ordinamento è già prevista una tutela per coloro che prendono una pensione molto bassa, per i quali il peso delle tasse sull’assegno viene completamente abbattuto grazie alla detrazione riconosciuta. Ciò vale quando l’importo della pensione è al di sotto della soglia della cosiddetta no tax area, aggiornata l’1 gennaio scorso per effetto della riforma fiscale.

Sopra questa soglia, invece, sulla pensione si continua a pagare l’Irpef più le addizionali regionali e comunali, con una differenza tra assegno lordo e netto che, a seconda dei casi, va dal 20% al 40%. Non pagare le tasse è impossibile ovviamente, anche perché l’Inps - operando come sostituto d’imposta - trattiene quanto dovuto direttamente dal cedolino mensile. Senza dimenticare che per chi non paga le tasse in Italia sono previste delle sanzioni molto severe.

L’unica soluzione è quella di trasferirsi altrove, optando per un Paese dove le tasse sulla pensione sono pari a zero (o quasi).

Quando non si pagano le tasse sulla pensione in Italia

Come detto sopra, c’è solo un caso in cui in Italia non si pagano tasse sulla pensione, ossia quando l’importo percepito risulta inferiore alla soglia della no tax area.

Il legislatore, infatti, ha fissato una soglia entro cui tutte le tasse dovute vengono abbattute dalla detrazione per i redditi da pensione. Tale sistema è stato rivisto con l’ultima riforma fiscale entrata in vigore l’1 gennaio scorso, con la quale la soglia della no tax area dei pensionati è stata aumentata.

Nel dettaglio, da 8.125 euro si è saliti a 8.500 euro l’anno: per chi rientra in questo importo, infatti, è riconosciuta una detrazione di 1.955 euro (che non può essere comunque inferiore a 713 euro) sufficiente da azzerare le imposte dovute.

Chi ha una pensione lorda di 8.500 euro, dunque, non ci paga le tasse: di conseguenza, l’importo effettivamente percepito equivale al lordo.

Come recuperare le tasse versate in sede di dichiarazione dei redditi

Per i redditi sopra la no tax area, però, le tasse si pagano eccome: si va infatti da un Irpef che nel migliore dei casi (ossia per i redditi compresi tra 8.500 euro e 15.000 euro) è del 23%, mentre nel peggiore (per la parte che supera i 50.000 euro) è del 43%. L’imposta effettivamente dovuta si riduce grazie alle detrazioni, ma queste non sono sufficienti per far sì che la pensione risulti esentasse.

Semmai, in sede di dichiarazione dei redditi, beneficiando di una serie di detrazioni e deduzioni, è possibile recuperare, tutta o una parte, l’Irpef versata nell’anno precedente.

Quando non si pagano le tasse sulla pensione all’estero

Per far sì che sopra la no tax area non si paghino tasse sulla pensione, l’unica soluzione è di trasferirsi all’estero optando per un Paese che adotta un regime fiscale più conveniente rispetto al nostro. E non serve neppure trasferirsi per sempre: è sufficiente, infatti, vivere per almeno 6 mesi l’anno (non necessariamente continuativi) all’estero, mentre per il restante periodo si può anche fare ritorno in Italia.

Ciò è possibile in quei Paesi che hanno stipulato con l’Italia la convenzione che impedisce la doppia imposizione fiscale. In tal caso, quindi, la pensione sarà tassata secondo le regole previste dal Paese in cui si sceglie di trasferirsi.

Per essere riconosciuti come pensionati residenti all’estero, ricevendo così la pensione non tassata, basta presentare all’Inps l’attestazione - in originale - della residenza fiscale e l’attestazione d’iscrizione all’Aire (è sufficiente anche un’autocertificazione).

Per mantenere tale stato è sufficiente risiedere all’estero per almeno la metà dell’anno. Di conseguenza, questo si perde in caso si risulti iscritti all’anagrafe delle persone residenti in Italia, o comunque residenti o domiciliati nel nostro Paese, per più di 6 mesi l’anno.

Ovviamente non tutti i Paesi sono convenienti in quanto solo alcuni hanno previsto un regime fiscale agevolato per chi sceglie di trasferirsi e spendere lì la pensione. In tal senso, il migliore è sicuramente il Portogallo, dove spetta l’esenzione totale dell’imposta per la pensione per un periodo consecutivo di 10 anni. Chi si trasferisce qui per almeno 6 mesi l’anno, dunque, ha diritto alla pensione senza tasse per tutti i 12 mesi (anche per i periodi in cui si fa ritorno in Italia) per un’intera decade.

Il Portogallo ad oggi è l’unico Paese dove la pensione lorda equivale al netto, ma ce ne sono altri che comunque consentono di abbattere l’imposizione fiscale. Ne è un esempio la Tunisia, dove si paga il 25% delle tasse sul 20% del reddito. Su una pensione lorda di 2.000 euro, ad esempio, si pagano appena 100 euro di tasse.

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