Come Di Maio cambia il Movimento 5 Stelle in quattro punti

Alessandro Cipolla

28 Febbraio 2019 - 12:35

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Dopo la debacle in Sardegna, Luigi Di Maio ha annunciato dei cambiamenti per il Movimento 5 Stelle: ecco i quattro punti che saranno oggetto di una votazione su Rousseau.

Come Di Maio cambia il Movimento 5 Stelle in quattro punti

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Questo principio del chimico francese Antoine Lavoisier potrebbe essere perfettamente applicabile al Movimento 5 Stelle, anch’esso pronto a essere cambiato.

Dopo i pessimi risultati delle elezioni regionali in Sardegna, che hanno fatto il paio a quelli di due settimane prima in Abruzzo, Luigi Di Maio ha annunciato quattro tematiche di cambiamento che saranno ora sottoposte al voto degli iscritti tramite la piattaforma Rousseau.

I cambiamenti nel Movimento 5 Stelle

In verità la “trasformazione” del Movimento 5 Stelle non dovrebbe avvenire in un colpo solo, ma questa sorta di mutamento è già iniziato da tempo. Si potrebbe parlare anche di qualcosa di fisiologico, visto come sono cambiati i pentastellati negli ultimi anni.

Il regolamento scritto quando i 5 Stelle scelsero di iniziare a presentarsi nelle varie competizioni elettorali, in parte adesso non è più attuale vista la crescita del Movimento che ora è forza di governo e primo partito del paese.

I vecchi paletti e limiti in sostanza stanno un po’ stretti ai pentastellati, che alla fine risultano penalizzati soprattutto durante le elezioni amministrative e regionali. L’ammodernamento per le politiche invece è stato fatto prima del 4 marzo.

Per essere più competitivi con il Rosatellum, l’attuale legge elettorale, il Codice dei 5 Stelle è stato modificato con i candidati nei vari collegi uninominali che sono stati scelti direttamente dal capo politico Luigi Di Maio, altra grande novità questa rispetto al passato.

Soprattutto poi si è dato il via libera a possibili alleanze post voto con altre forze politiche, come quella stretta poi con la Lega e che ha portato alla nascita dell’attuale governo gialloverde.

Adesso però anche a livello locale occorre una profonda ristrutturazione. Perdere elezioni comunali o regionali infatti non è soltanto una questione di amministrare o meno, ma è anche un pessimo spot a livello nazionale.

L’elettorato italiano è molto liquido negli ultimi tempi, salendo rapidamente sul carro dei vincitori (Renzi prima, Di Maio poi e ora Salvini) per poi cambiare idea altrettanto velocemente come si annusa che il cavallo scelto non è più quello vincente.

Il Movimento 5 Stelle secondo i suoi vertici ha bisogno di una diversa struttura locale, radicalizzandosi meglio nei territori creando anche una classe politica capace, dopo essersi fatte le ossa nei Consigli comunali, di essere pronta a preparata nel caso di un approdo in Parlamento.

I cambiamenti di Di Maio

Subito dopo la debacle in Sardegna, con un post sul Blog delle Stelle il capo politico Luigi Di Maio ha annunciato dei cambiamenti nel regolamento, che naturalmente a breve saranno sottoposti al voto degli iscritti tramite Rousseau.

  • Organizzazione nazionale e locale del MoVimento
  • Rapporti con le liste civiche sul territorio
  • Nuove regole per i consiglieri comunali
  • Temi relativi alle votazioni su Rousseau

Quattro tematiche che potrebbero portare a una sorta di mini rivoluzione per i 5 Stelle. Per prima cosa Di Maio vorrebbe modificare la struttura del Movimento a livello locale, rendendola più simile a quella di un partito tradizionale.

Dovrebbero essere creati dei referenti in ogni regione, con il compito di coordinare le varie attività nel territorio, mentre a livello nazionale si andrebbe a individuare dei responsabili per le varie aree tematiche.

In questo modo tutte le incombenze non dovranno più pesare sul Direttorio, creando una struttura verticale capace di alleggerire il lavoro che al momento passa tutto attraverso le decisioni prese a Roma.

La grande rivoluzione sarà però quella che avverrà per le elezioni comunali. In vista delle amministrative di fine maggio, il primo turno sarà accorpato alle europee, potrebbe cadere il grande tabù delle alleanze con altre liste rigorosamente però civiche.

Inoltre il vincolo dei due mandati, altro storico punto centrale dei pentastellati, non varrebbe più per i consiglieri comunali, che potrebbero spendere un ulteriore gettone anche candidandosi alle elezioni politiche, europee o regionali.

Insomma il Movimento 5 Stelle vuole cercare di diventare più competitivo in termini elettorali senza però snaturare il suo credo. Impresa non facile la cui ultima parola spetterà comunque agli iscritti certificati di Rousseau.

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