Cina contro Europa, è guerra dei dazi sulle auto. Cosa può accadere?

Violetta Silvestri

22 Maggio 2024 - 10:45

Nuove minacce cinesi contro l’Europa, con il potenziale arrivo di dazi sull’import di auto europee. La guerra delle tariffe tra Pechino e Bruxelles peggiora, cosa può accadere?

Cina contro Europa, è guerra dei dazi sulle auto. Cosa può accadere?

La guerra commerciale tra Cina ed Europa potrebbe essere solo all’inizio. Il clima di alta tensione tra le potenze, con l’Ue al fianco degli agguerriti Usa nella rivalità competitiva industriale con il dragone, è peggiorato con la minaccia di Pechino di nuove ritorsioni sull’import di auto europee e statunitensi.

La Cina sta esacerbando i toni con il rischio di nuovi dazi, mentre si avvicina la scadenza entro la quale l’Ue annuncerà i risultati della sua indagine sui sussidi cinesi ai veicoli elettrici. Il blocco deve informare gli esportatori cinesi se intende imporre tariffe entro l’inizio di giugno.

Nel frattempo, Joe Biden ha quadruplicato le tariffe sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina portandole al 100% e lanciando un duplice messaggio: pugno duro contro il dragone, pressione sull’Europa affinché segua la sua strategia. Gli Stati Uniti attualmente acquistano pochissime auto elettriche cinesi. La questione è invece molto diversa per i Paesi europei, che rappresentano di gran lunga il più grande mercato di esportazione per i produttori cinesi del settore.

Cina contro Europa, in arrivo nuovi dazi sulle auto? Scenari di guerra

La Cina ha segnalato di essere pronta a imporre tariffe fino al 25% sulle auto importate ddall’Europa con motori di grandi dimensioni.

La Camera di commercio cinese presso l’Ue ha affermato di essere stata informata della potenziale mossa da parte di “addetti ai lavori”, secondo una dichiarazione pubblicata su X. I dazi colpirebbero le case automobilistiche europee e statunitensi e avrebbero un impatto “significativo” sulle relazioni con l’Ue, si legge nel messaggio.

Il riferimento specifico è a un’intervista pubblicata martedì dal quotidiano Global Times del Partito comunista al potere, in cui Liu Bin, il capo del China Automotive Technology & Research Center, ha chiesto di aumentare temporaneamente l’aliquota tariffaria sulle auto con motori superiori a 2,5 litri.

L’anno scorso la Cina ha importato 250.000 automobili di questa fascia e le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio consentirebbero tariffe fino al 25%, secondo quanto affermato da Liu nel rapporto. Secondo la pagina di ricerca tariffaria del Ministero del Commercio, la tariffa attuale sulle importazioni di autovetture dall’Europa è del 15%.

Le case automobilistiche più colpite sarebbero Mercedes-Benz Group AG e BMW AG, ha affermato Daniel Kollar, responsabile della pratica di consulenza automobilistica e mobilità di Intralink. I marchi tedeschi, quindi, sarebbero tra i più coinvolti.

Non a caso, il governo di Scholz, spinto proprio dal timore di ritorsioni cinesi, ha ripetutamente messo in guardia dall’imporre tariffe nelle scorse settimane, che il cancelliere ha descritto come “protezioniste”. All’inizio di questo mese, il ministro dell’Economia Robert Habeck ha affermato che “soprattutto l’industria automobilistica tedesca è molto preoccupata per questo, perché c’è da aspettarsi che i cinesi impongano poi tariffe sulle importazioni tedesche”.

L’indagine sui sussidi ha anche allertato la Francia, con Parigi preoccupata che i veicoli elettrici cinesi a basso costo possano inondare il mercato europeo e mettere sotto pressione le case automobilistiche francesi nei segmenti di prezzo medio-basso.

Cina-Europa, la guerra commerciale è inevitabile?

La tensione tra Cina ed Europa nel settore delle auto si è inasprita lo scorso autunno. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato in quel periodo un’indagine sui sussidi per i veicoli elettrici cinesi, segnando un significativo inasprimento della politica commerciale dell’Ue nei confronti di Pechino.

Si prevede che la Commissione imporrà dazi antisovvenzioni preliminari sui veicoli elettrici cinesi entro l’inizio di luglio, ma le regole richiedono che comunichi già tale decisione alle case automobilistiche – e ad altri soggetti come gli importatori Ue di auto cinesi – con quattro settimane di anticipo, il che significa che l’annuncio delle prossime tariffe dovrebbe arrivare tra circa due settimane.

In questo contesto i toni tra Pechino e Bruxelles si stanno facendo più aspri. Il recente aumento al 100% delle tariffe statunitensi sui veicoli elettrici cinesi, che amplifica la pressione sull’Europa in quanto è uno dei pochi grandi mercati che rimane aperto alle importazioni di automobili del dragone, non fa altro che aumentare la probabilità che anche l’Ue agisca.

Intanto, il colosso cinese BYD Co., che l’anno scorso ha superato Tesla Inc. diventando il più grande produttore mondiale di veicoli elettrici, ha annunciato l’intenzione di introdurre la sua berlina Seagull in Europa il prossimo anno, che offre funzionalità premium come il controllo della velocità di crociera e la ricarica wireless del telefono ma viene venduta per meno di 10.000 dollari in Cina.

Anche dopo le tariffe e le modifiche per soddisfare gli standard europei, i dirigenti della BYD si sono impegnati a vendere la Seagull per meno di 20.000 euro (21.500 dollari) nel continente. Sarebbe uno smacco per i tentativi di Stellantis NV, Renault SA e altri di costruire modelli simili.

Per l’Europa il dilemma è profondo. La Cina produce più auto elettriche che altrove, oltre a controllare la maggior parte della catena di fornitura delle batterie. Con una guerra dei prezzi e un rallentamento dell’economia interna, i produttori di automobili stanno cercando di espandersi all’estero. L’anno scorso hanno esportato 1,55 milioni di veicoli elettrici, di cui circa il 40% in Europa.

I marchi cinesi godono di costi di produzione molto più bassi rispetto ai loro rivali europei. Ciò significa che sarebbero probabilmente necessari dazi dal 40% al 50% “per rendere il mercato europeo poco attraente per gli esportatori cinesi di veicoli elettrici”, sostengono Kratz e altri ricercatori del Rhodium Group.

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